Allerta per un nuovo coronavirus: scoperto in Svezia, non sappiamo se e quanto è pericoloso

Giorgia Bonamoneta

07/06/2022

È stato scoperto un nuovo virus, appartenente alla famiglia dei coronavirus, in Svezia. La ricerca è agli inizi e non si conoscono gli effetti sull’essere umano. Ecco cosa sappiamo del virus Grimsö.

Allerta per un nuovo coronavirus: scoperto in Svezia, non sappiamo se e quanto è pericoloso

Gli esperti l’hanno chiamata l’età delle pandemie e non con lo scopo di allarmare, quanto di iniziare a far comprendere alle persone quanto la zoonosi tra animali ed esseri umani (animali anch’essi dopotutto) sia sempre più facile.

I coronavirus, quindi i virus respiratori, sono quelli maggiormente sotto attenzione per via della facilità con la quale si possono diffondere in un mondo sempre più globalizzato e interconnesso. Ed è proprio la scoperta di un nuovo coronavirus in Svezia che torna a far alzare l’attenzione sul bisogno di monitoraggio.

Si chiama virus di Grimsö per via della località dove è stato scoperto ed è stato riscontrato in molteplici esemplari di un roditore molto diffuso in Europa, ovvero la arvicola rossastra (Myodes glareolus). Non si conosce molto del virus, né se può essere pericoloso per l’essere umano. Quello che preoccupa è che questi roditori sono soliti ripararsi in ambienti abitati da esseri umani e quindi il contatto tra le due specie è frequente e non raro. Se dovesse esserci l’occasione, potrebbe avvenire una zoonosi, proprio come accaduto ipoteticamente con i pipistrelli in Cina.

La ricerca, pubblicata sulla rivista Viruses, conclude che servono ulteriori studi mirati a isolare il virus e a valutarne il profilo patogeno, che non è affatto da trascurare. Al momento le informazioni sono scarse e le certezze davvero poche. L’unica verità è che la ricerca ha la necessità di monitorare specie capaci di trasportare virus pericolosi, come i pipistrelli e i roditori.

Nuovo coronavirus scoperto in Svezia: il virus Grimsö è ancora un mistero

Quanto sappiamo dei virus? A ogni nuova scoperta sembra che la risposta sulle origini e sulla fine della pandemia di coronavirus si allontani sempre un po’ di più. In questi giorni si torna a parlare di zoonosi per un nuovo coronavirus scoperto in Svezia.

Il virus ha preso subito il nome di “virus Grimsö” dalla località dove è stato scoperto, facendo già storcere il naso a chi aveva tentato di rimuovere lo stigma dalla denominazione geografica dei virus. Il virus è stato scoperto in Svezia, a Grimsö appunto, dove i ricercatori guidati da Anishia Wasberg da diversi anni stanno esaminando esemplari di arvicole rossastre. Gli esemplari sono stati sottoposti al test per il coronavirus e su 450 il 3,4% è risultato positivo a un nuovo Betacoronavirus, tipologia alla quale appartiene anche Sars-CoV-2.

Virus della stessa famiglia sono stati trovati in arvicole di tutta Europa, dalla Francia alla Germania, fino alla Polonia. Un virus che gli esperti definiscono «facilmente adattabile a nuovi habitat». Non solo, sempre secondo lo studio, per quanto i ricercatori non siano ancora in grado di identificare l’utilizzo del recettore ospite, «non possiamo trascurare il potenziale zoonotico del virus Grimsö per il bestiame o per l’uomo».

Ciò che serve, all’alba di questa nuova età delle pandemie, è un maggior monitoraggio e studi che si concentrino sulla zoonosi. La ricerca si conclude con un appello a una sorveglianza maggiore di tutti i virus portati dagli animali selvatici, in particolar modo di quelli che vivono a stretto contatto con l’essere umano.

Nuovo coronavirus scoperto nelle arvicole rossastre: cosa sono e dove vivono

L’arvicola rossastra, nome scientifico Myodes glareolus, è un roditore piuttosto comune in Europa. È noto agli esperti per essere un serbatoio di patogeni, tanto quanto i pipistrelli. Tra questi “Puumala orthohantavirus”, che causa febbre emorragica nota come nefropatia epidemia e “Francisella tularensis” che causa tularemia.

L’arvicola si può trovare in tutta l’Eurasia occidentale, tranne nella penisola Iberica e in Grecia. Il roditore si può trovare anche in Italia, distribuito su tutta la penisola, tranne nelle isole.

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