Durigon smentisce le accuse su Quota 100: “I numeri dicono che la riforma delle pensioni è un successo”. E intanto annuncia i prossimi obiettivi del Governo.
L’ultima riforma delle pensioni ha ricevuto molti consensi - specialmente da parte di quei lavoratori che hanno potuto beneficiare delle misure introdotte per anticipare l’accesso alla pensione - ma anche delle critiche; sia le Istituzioni europee che le forze politiche dell’opposizione, infatti, ritengono che l’introduzione di Quota 100 aggravi ulteriormente il costo del sistema previdenziale italiano, rendendolo meno sostenibile con rischi per le generazioni future che potrebbero pagare il prezzo delle riforme.
Il Governo ha più volte smentito le accuse su Quota 100 e gli altri provvedimenti attuati con la riforma delle pensioni; ad esempio il Presidente dell’Inps - Pasquale Tridico - ha minimizzato sugli effetti economici di Quota 100 ricordando che si tratta di una misura con una scadenza prefissata e che non c’è alcun motivo per preoccuparsi.
All’elenco di coloro che hanno difeso Quota 100 e la riforma delle pensioni si è unito anche il Sottosegretario al Ministero del Lavoro, il leghista Claudio Durigon, che nelle ultime ore ha pubblicato un lungo sfogo su Facebook nel quale ha svelato anche i prossimi obiettivi del Governo.
La Lega spiega il successo della riforma delle pensioni
Con un lungo post pubblicato sulla sua pagina Facebook, il Sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ha fatto chiarezza, pubblicando alcuni dati forniti da Inps e dalla Ragioneria di Stato, sul perché molte delle notizie pubblicate in queste ultime settimane non corrispondono alla realtà dei fatti.
Nel dettaglio, lo sfogo di Durigon è indirizzato a quegli studi privati di economisti che hanno parlato di “disastro economico”, o anche a quei sindacati secondo i quali i numeri di Quota 100 sono stati “inferiori alle aspettative”.
Ad oggi i “numeri reali” della riforma delle pensioni sono:
- Quota 100: 125.000 domande presentate;
- Opzione Donna: 12.500 domande presentate;
- Ape Sociale (prorogato di un anno): 7.500 domande presentate.
Complessivamente, quindi, si parla di circa 144.000 domande presentate (il dato risale al 24 aprile 2019) grazie alle novità introdotte dall’ultima riforma delle pensioni; a queste bisogna aggiungere altre 55.000 richieste di accesso alla pensione anticipata per la quale, ricordiamo, il Governo ha mantenuto inalterati i requisiti sterilizzando gli effetti dell’adeguamento con le aspettative di vita.
Numeri che secondo Durigon dimostrano il cambio di rotta rispetto a quanto fatto dall’ultimo Governo di Centrosinistra quando con la riforma delle pensioni firmata da Giuliano Poletti andarono in pensione appena 23.137 persone in 18 mesi.
La riforma delle pensioni non si ferma: i prossimi obiettivi
Durigon si è detto molto felice di “vedere la felicità di chi finalmente può andare in pensione”; è per questo motivo che il Governo non si ferma e già da oggi sta pensando alla prossima sfida che sarà quella di “concentrarci sempre di più nel dare risposte concrete ai tanti che ancora le devono avere”.
La riforma delle pensioni Lega-M5S, quindi, non è stata completata con la conversione in legge del decreto 4/2019 ma andrà avanti nei prossimi mesi; nella Legge di Bilancio per il 2020, infatti, dovrebbero esserci le risorse per provvedere all’approvazione di quelle misure “dimenticate” dalla riforma delle pensioni.
A tal proposito Durigon parla di risposte concrete in favore dei precoci, per i quali c’è la possibilità della cancellazione della finestra mobile trimestrale introdotta per Quota 41; novità anche per le donne che hanno avuto figli alle quali potrebbe essere riconosciuto un bonus contributivo - dai 3 ai 4 mesi per ogni figlio avuto - che faciliterà loro l’accesso alla pensione.
Saranno tutelati anche coloro che sono stati licenziati prima dell’entrata in vigore della Legge Fornero; per gli ultimi esodati, infatti, Durigon ha preannunciato la tanto attesa nona salvaguardia.
Infine il Sottosegretario ha parlato anche di “Quota 41” senza però dare ulteriori delucidazioni; molto probabilmente Durigon faceva riferimento al progetto del Governo di estendere a tutti i lavoratori la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi.
Un provvedimento di questo genere, però, dovrebbe entrare in vigore solo dopo la scadenza di Quota 100 - prevista per il 2022 - poiché le due misure, visti i costi elevati di entrambe, difficilmente potrebbero coesistere.
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