La modalità di accesso alla pensione quota 100 sta riscuotendo successo fra i dipendenti pubblici, che hanno presentato un terzo delle domande totali. Ma il sistema scolastico potrebbe registrare carenze di organico
In 72 ore quasi 14mila domande. Questi sono i numeri dell’esordio di quota 100, nuova modalità d’accesso alla pensione varata dal governo e proposta di punta della Lega di Matteo Salvini. Il successo del provvedimento, secondo i sindacati scolastici, potrebbe mettere a rischio l’organico degli istituti.
I numeri di quota 100
Il trend di 5 mila richieste al giorno, che si è mantenuto costante nei primi 3 giorni, probabilmente è dovuto a una spinta iniziale. Se tuttavia sostenesse un ritmo simile, in soli due mesi si arriverebbe al numero previsto di aventi diritti per l’intero anno 2019, ovvero 290mila lavoratori.
Altre 5.700 domande per quota 100 sono arrivate dagli iscritti al Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD), 1.040 sono state effettuate da commercianti e altre 923 da artigiani. Il resto delle domande sono arrivate da coltivatori diretti, lavoratori del mondo dello spettacolo e dello sport e altre 700 da vari fondi speciali Inps.
Pensioni quota 100: allarme scuola dai sindacati
Ma è un dato in particolare a spiccare sugli altri: su 13792 domande, fa sapere l’Inps, 4.603 provengono da dipendenti pubblici. Praticamente un terzo. Ed entro la fine del 2019, secondo Maddalena Gissi, leader della Cisl scuola, da 10.000 a 30.000 domande proverranno solo da insegnanti e altri lavoratori degli istituti scolastici. Il motivo? Secondo il sindacato l’attività non è più gratificante.
“Nelle nostre sedi c’è grande affluenza di docenti che vogliono lasciare la scuola anticipatamente per difficoltà dal punto di vista professionale: l’esodo dalla scuola potrebbe superare le 30 mila unità”,
afferma la sindacalista.
Anche Pino Turi, segretario generale UIL scuola, con una dichiarazione all’Ansa lancia l’allarme:
“Almeno 20 mila docenti saranno interessati a quota 100: c’è una emergenza. Occorre che l’amministrazione metta mano ad una fase transitoria, con un percorso accelerato per i precari che hanno maturato almeno 36 mesi di servizio e consentire un loro reclutamento rapido. Solo così potremo garantire la continuità didattica e non avere troppi buchi di organico”.
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