Quanto ha guadagnato l’Italia dalla vendita di armi all’Ucraina?

Alessandro Cipolla

28 Marzo 2024 - 13:29

L’Italia non solo ha fornito proprie armi all’Ucraina, ma avrebbe permesso la vendita di materiale bellico a Kiev: ecco quanto hanno guadagnato le nostre aziende per Crosetto.

Quanto ha guadagnato l’Italia dalla vendita di armi all’Ucraina?

Quanto ha guadagnato l’Italia dalla vendita di armi all’Ucraina? Oltre due anni dopo lo scoppio della guerra a seguito dell’invasione da parte della Russia, questa domanda ora è tornata a essere d’attualità anche in Parlamento.

Sia il governo Draghi sia quello guidato da Meloni hanno approvato diversi pacchetti di aiuti militari all’Ucraina, il tutto per aiutare Kiev a difendersi dall’invasione da parte delle truppe russe.

Oltre alle armi presenti negli arsenali del nostro Esercito, da quando è scoppiata la guerra delle aziende italiane avrebbero venduto delle armi all’Ucraina, con lo scoop che è stato fatto dall’Espresso. Bisogna ricordare che la legge italiana 185 del 1990 vieta la vendita di armi a Paesi in guerra.

La questione così è diventata oggetto di un’interrogazione parlamentare alla Camera da parte del deputato dei 5 Stelle Marco Pellegrini: “Vorremmo sapere qual è la base giuridica su cui poggerebbe questa vendita di armi posto che il decreto legge n. 14 del 2022, all’articolo 2-bis, identifica esattamente le modalità di cessioni di armamenti e di equipaggiamenti militari da parte dell’Italia al governo ucraino e non ne prevede di diverse”.

Come riportato dal Fatto Quotidiano, a rispondere è stato il ministro della Difesa Guido Crosetto che ha ammesso “che l’Italia nel 2023 ha venduto armamenti a Kiev per un valore di 417 milioni di euro”.

Armi all’Ucraina: quanto ha guadagnato l’Italia

Un articolo di Carlo Tecce per l’Espresso lo scorso 22 marzo ha parlato di armi vendute da aziende italiane all’Ucraina nel 2023 per un totale di 417 milioni di euro, una cifra che ci renderebbe secondi solo alla Francia in questa speciale classifica.

Nel 2022 invece per il settimanale la vendita è stata di 3,8 milioni. “Non è superfluo, invece, ricostruire l’origine di queste commesse per 417 milioni di euro - si legge - che riguardano il governo di Kiev e che non rientrano negli aiuti che, per definizione, sono gratuiti. Non si tratta di triangolazioni con Paesi terzi, ma di rapporti commerciali diretti con passaggi tramite le dogane italiane”.

Questa cifra ora è stata confermata dal ministro Guido Crosetto, che però alla Camera ha sottolineato come la vendita di armi all’Ucraina da parte di aziende italiane non sarebbe vietata: “La fornitura di armi a Kiev, che esercita il diritto all’autodifesa previsto dall’articolo 51 della Carta Onu, non è vietata dalla legge 185 del 1990. Già all’indomani dell’aggressione russa del febbraio 2022, pertanto, sono state autorizzate diverse esportazioni da parte di aziende italiane ai sensi della 185”.

Quanto alla fornitura di armi in possesso del nostro Esercito, le cifre reali non sono note visto che i dettagli degli otto pacchetti d’aiuti militari all’Ucraina - cinque del governo Draghi e tre di quello Meloni - sono stati secretati.

Per l’Ukranine Support Trucker del Kiel Institute, l’Italia nei vari pacchetti di aiuti militari avrebbe fornito armi all’Ucraina per un valore di 670 milioni di euro, mentre l’Espresso parla di una stima intorno ai 2 miliardi.

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