Perché Di Battista rischia di non essere candidato alle elezioni politiche 2022

Luna Luciano

31/07/2022

Alessandro Di Battista potrebbe non candidarsi alle elezioni politiche 2022 a causa di un cavillo burocratico. Ecco perché.

Perché Di Battista rischia di non essere candidato alle elezioni politiche 2022

Un cavillo burocratico del Movimento 5 stelle potrebbe mettere a rischio la corsa alle elezioni politiche 2022 dell’ex volto dei pentastellati Alessandro Di Battista.

Non sarà quindi nessun disaccordo con la linea politica del Movimento di cui ha fatto parte, né la voglia di dedicarsi alla sua carriera da reporter a bloccare la possibile candidatura di Di Battista ma una regola interna al suo stesso partito.

I pentastellati rischiano quindi di fare a meno del loro ex pupillo, presentato spesso come il volto che potrebbe risollevare le sorti stesse del partito. Una candidatura che, a differenza di quanto si possa pensare, non è affatto scontata.

Con l’avvicinarsi della campagna elettorale e delle elezioni politiche del 25 settembre, è importante chiarire quali potrebbero essere i futuri candidati. Ecco quindi perché Di Battista rischia di non essere candidato e cosa ne pensa.

Perché Di Battista rischia di non essere candidato alle elezioni politiche 2022

La corsa alle elezioni politiche del 2022 dell’ex pupillo pentastellato Alessandro Di Battista, non ancora confermata, potrebbe già essere a rischio a causa di un cavillo burocratico.

Infatti, per potersi candidare alle elezioni è necessario secondo le regole interne al partito di aver effettuato l’iscrizione alla piattaforma di Skyvote da almeno sei mesi, regola adottata dal marzo 2018. Iscrizione che l’attivista Di Battista ha deciso di cancellare in dissenso con la decisione dei vertici, validata dalla Rete, di un Movimento 5 Stelle a sostegno del governo Draghi.

Eppure Alessandro Di Battista è stato spesso presentato come l’opportunità per i pentastellati di risollevare le sorti di un partito che è andato incontro a una scissione. L’unica soluzione per aggirare tale ostacolo, e quindi “vidimare” la candidatura di Di Battista, è la possibilità di ottenere una deroga, che passa dal disco verde del garante, Beppe Grillo. Eppure, Grillo sembra continui a essere ferreo nella difesa delle regole interne del partito (dalle parlamentarie all’impossibilità di presentare pluricandidature) e deciso a non voler concedere nessuno strappo alla regola, nemmeno per il suo (e di Gianroberto Casaleggio) ex pupillo.

La mancata iscrizione alla piattaforma di Skyvote è un vero problema per la possibile candidatura di Di Battista, come confermato all’Adnkronos da Lorenzo Borré, il legale da sempre a capo delle battaglie giuridiche contro i vertici del M5S ha infatti spiegato: “Conoscendo Di Battista, non di persona ma come personaggio, dubito fortemente che accetti una deroga in suo favore”.

Elezioni politiche 2022, Di Battista vuole veramente candidarsi?

E se in molti temono per la candidatura di Alessandro Di Battista, messa a rischio da un cavillo burocratico, è anche vero che l’ex volto dei 5 Stelle non ha mai confermato la decisione di scendere nuovamente in campo. Inoltre nonostante sia dipinto come una delle colonne portanti del Movimento, soprattutto ora che il partito è andato incontro a scissioni, non è detto che tutti i pentastellati lo rivogliono “in squadra”. I timori dei 5 Stelle ora è che il ritorno di Di Battista e la sua corsa alle elezioni potrebbe mettere in ombra il leader Giuseppe Conte

Al momento Di Battista è ancora in viaggio, si trova a Vladivostok in Russia, stando a quanto postato sui suoi social. Il rientro dovrebbe essere previsto per i primi di agosto e gli ex parlamentari a lui più vicini lo descrivono sereno, e di certo non così desideroso di tornare a sedere in Parlamento.

Non è quindi così certo che Alessandro Di Battista si candidi. L’ex pentastellato, infatti, non sembra aver mostrato preoccupazioni per il cavillo giuridico né per il futuro. Al momento ciò che sembra premere a Di Battista è di redarguire l’attuale classe politica nel suo ultimo post, come riportato anche da Repubblica:

più che alle sorti del Paese e alla costruzione di politiche nuove, lungimiranti, anche, chiaramente, difficili da perseguire (i cambiamenti se sono veri necessitano tempo) pensano al proprio potere. Preferiscono non perdere treni piuttosto che dare la giusta direzione al Paese.

Ancora l’ex pentastellato ha voluto chiarire la sua posizione politica, andando contro all’etichetta affibbiatagli di “anti-americano”. “Semplicemente non considero più da parecchi anni europeismo ed atlantismo concetti sovrapponibili”. Secondo lui infatti la Nato non è sinonimo di Europa. Come spiegato dal politico: “Oggi più che mai gli interessi USA (legittimi, le grandi potenze tendono ad essere sempre egemoniche) cozzano con quelli europei. La guerra in Ucraina (una guerra sempre più dimenticata) e la totale mancanza di una strategia di pace da parte europea lo dimostra chiaramente”.

Posizioni forti e decise quelle di Di Battista che però non sembra saranno messe a servizio del Movimento 5 Stelle: cavilli burocratici o meno. Non resta che attendere per scoprire se alla fine Di Battista - ottenuta una deroga - deciderà di candidarsi alle politiche 2022 oppure no.

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