Un report del Centro Studi Itinerari Previdenziali (fondato da Alberto Brambilla) mette in risalto le conseguenze negative della riforma delle pensioni appena approvata: rischio insostenibilità per i conti pubblici.
Si allunga la lista degli esperti contrari alla riforma delle pensioni appena approvata dal Governo: questa volta a puntare il dito contro Quota 100 è niente meno che Alberto Brambilla, colui che in questi anni è stato un vero e proprio consulente per la Lega e Matteo Salvini.
Non è la prima volta che Brambilla manifesta la sua contrarietà alla riforma delle pensioni pensata dall’Esecutivo; l’esperto (a lui si deve la fondazione del Centro Studi e Ricerche “Itinerari Previdenziali”), d’altronde, con l’avvento del Governo giallo-verde non ha acquisito il ruolo di consulente nel campo del lavoro e della previdenza - come invece tutti si aspettavano - segno già di allora di divergenze e di opinioni incompatibili.
Queste divergenze sono riassunte tutte nel report realizzato dal Centro Studi di Brambilla appena pubblicato su “L’Economia” (inserto del Corriere della Sera), all’interno del quale vengono indicate tutte le conseguenze negative di Quota 100.
Riforma delle pensioni: allarme insostenibilità
Con Quota 100 e le altre misure della riforma delle pensioni ci sarà un aumento di 300.000 pensionati; ciò - aggiunto all’introduzione del reddito di cittadinanza - farà salire di 8 miliardi di euro la spesa assistenziale senza un miglioramento, che invece sarebbe necessario, della macchina operativa altamente inefficiente per quelli che sono gli obiettivi da raggiungere. Basti pensare che per il reddito di cittadinanza viene utilizzato un parametro - l’ISEE - che secondo una recente indagine della Guardia di Finanza è falso in sei casi su dieci.
Dall’indagine del Centro Studi “Itinerari Previdenziali” emerge una sorta di preoccupazione sul futuro dell’Italia, con un all’allarme insostenibilità del sistema previdenziale-assistenziale che si fa sempre più forte. D’altronde, già alla vigilia dell’approvazione di Quota 100 erano emerse delle indiscrezioni secondo le quali Brambilla avrebbe presentato una proposta alternativa, e maggiormente sostenibile, una sorta di Quota 104 che però non ha ottenuto il placet del Governo.
Perché Quota 100 è un pericolo per l’Italia
Ma per quale motivo Quota 100 e la riforma delle pensioni rischiano di provocare un danno ingente al nostro sistema previdenziale? Secondo Brambilla questa comporterà un peggioramento dei conti pensionistici dell’Inps, visto che a fronte di 300.000 lavoratori in meno che versano contributi ci saranno 300.000 pensionati in più che percepiscono un assegno. Uno scarto di 600.000 unità che difficilmente verrà colmato con le nuove assunzioni promesse dall’Esecutivo.
Questo farà sì che nel 2019 la spesa assistenziale e previdenziale affrontata dall’Inps potrebbe salire a 120 miliardi di trasferimenti, senza però alcun incentivo per il lavoro e per la produttività. Secondo Brambilla, infatti, nonostante le promesse fatte - e le risorse stanziate nella Legge di Bilancio - il Governo non ha previsto proposte valide per l’aumento dell’occupazione.
Si tratta, come si può leggere sul report, di una prospettiva particolarmente pericolosa per il Paese il quale non solo non gode di “un’efficiente macchina organizzativa e di controllo”, ma deve fare i conti anche con un “rallentamento dell’economia”.
Tutto questo crea molta preoccupazione, specialmente alla luce di quella che dovrà essere la prossima manovra finanziaria che partirà con un peso di oltre 40 miliardi di euro.
Riforma delle pensioni, cambio di rotta: il bilancio tornerà negativo
Il commento finale di Brambilla ci spiega qual è l’obiettivo primario del report pubblicato dal Centro Studi. Nel dettaglio, questo ha voluto confutare i “luoghi comuni diffusi, anche nel dibattito politico in materia, a cominciare da quello che vuole la spesa per le pensioni fuori controllo”.
I dati, infatti, ci dimostrano che non è esattamente così: dal 2013 al 2017 - al netto dell’assistenza - la spesa previdenziale è aumentata di appena un +0,88%. Si tratta, secondo Brambilla, dell’evidente dimostrazione che le riforme fatte negli ultimi anni, seppur non esenti da criticità, hanno raggiunto l’obiettivo sperato: stabilizzare la spesa pensionistica.
La riforma delle pensioni appena approvata però provocherà un cambio di rotta dal momento che “andrà ad interrompere una striscia positiva che durava da oltre 10 anni”.
Brambilla non è né il primo né l’ultimo esperto a puntare il dito contro la riforma delle pensioni; ad esempio, anche i tecnici dell’Inps hanno più volte messo in risalto le possibili conseguenze negative delle misure realizzate dal Governo, lanciando un allarme insostenibilità per i conti pubblici. Il fatto però che questa volta l’attacco venga mosso da chi negli ultimi anni è stato molto vicino alla Lega (e quindi non dovrebbe essere mosso da scopi politici) fa assolutamente riflettere.
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