Pagamento Imu 2024 sbagliato, come si rimedia?

Patrizia Del Pidio

18 Giugno 2024 - 08:10

Cosa accade se si versa un importo Imu sbagliato? Si può, in qualche modo rimediare all’errato pagamento senza incorrere in sanzioni? Vediamo come rimediare.

Pagamento Imu 2024 sbagliato, come si rimedia?

Pagamento Imu sbagliato, come si rimedia? Cosa si può fare se, dopo aver provveduto a versare l’acconto dell’Imu del 17 giugno 2024, ci si rende conto di aver versato un importo sbagliato? Anche se si provvede al versamento, ma si commettono errori nel calcolo Imu e si versa un importo minore del dovuto, sono previste sanzioni per il contribuente, che possono essere anche molto salate. Per evitare di dover versare l’importo maggiorato dalle sanzioni, però, basta procedere a regolarizzare il pagamento prima che il Comune avvia un accertamento, in questo modo si potrà utilizzare l’istituto del ravvedimento operoso.

L’Imu (Imposta Municipale Propria) è il tributo dovuto per il possesso di un immobile. Si tratta di una imposta diretta di tipo patrimoniale che pagano tutti i proprietari di immobili, dai fabbricati, ai terreni agricoli, alle aree fabbricabili a eccezione di coloro che possiedono solo la prima casa, che non rientra in una categoria non di lusso.

L’Imu si paga in due rate, una a titolo di acconto entro il 16 giugno (ma nel 2024 la scadenza dell’acconto è caduta il 17 giugno), e l’altra, a saldo, da versare entro il 16 dicembre. Per chi lo desidera, però, è possibile anche versare l’intero importo dell’imposta in una sola rata a giugno.

Ma cosa succede in caso di errori o mancato versamento? È possibile pagare sanzioni di entità minore se ci si accorge del problema?

Vediamo come correggere il pagamento Imu in caso di errori, chi lo controlla e quanto costa.

Come correggere il pagamento Imu in caso di errori

Il tipo di correzione da dover fare varia a seconda del momento in cui ci si accorge degli errori commessi.

Nello specifico ci sono due situazioni a cui dover fare attenzione:

  • il primo caso è quello in cui ci si accorge di un errore verificatosi prima della scadenza del pagamento della rata in acconto o saldo;
  • il secondo caso è quello in cui ci si rende conto di aver commesso un errore nel pagamento dell’Imu dopo la scadenza ultima del pagamento della rata in acconto o saldo.

Le due situazioni, diverse tra loro, danno vita a due soluzioni altrettanto differenti.

Nello specifico, in caso in cui ci si trovasse di fronte a un errore che sia commesso prima dell’ultima scadenza, allora la soluzione sarebbe relativamente facile. In questo caso infatti bisognerà andare a compilare un modello F24 con gli stessi identici dati, indicando però nella colonna “importi a debito” l’importo integrativo da inserire. Versando, infatti, tutto il dovuto entro la scadenza (anche se con due versamenti distinti) si è, in ogni caso, in regola con il pagamento.

Se invece ci si rende conto di aver commesso degli errori nel pagamento dell’Imu, oppure ci si è dimenticati di pagarlo, dopo la scadenza la soluzione è diversa.

In questo caso infatti è necessario andare a utilizzare l’istituto del ravvedimento operoso. Questo strumento è infatti utilizzato dai cittadini per andare a correggere gli eventuali errori riguardanti il pagamento di un tributo, e viene utilizzato in caso di omissioni, errori o ritardi nel pagamento delle imposte, quindi anche nel caso di errori nell’Imu. È stato inoltre chiarito che l’utilizzo di questo meccanismo è anche possibile in caso di frode.

Attraverso l’utilizzo del ravvedimento operoso ci si trova a dover pagare:

  • il tributo che non è stato pagato, in questo caso l’Imu totale o parziale;
  • una sanzione in misura ridotta in base alle tempistiche entro cui ci si ravvede;
  • gli interessi, calcolati sull’importo non pagato al tasso legale vigente, che variano a seconda della quantità di giorni passati dalla scadenza.

Questo significa che prima si andrà a sanare l’errore, meno si pagherà.

Chi controlla il pagamento Imu

Il controllo del pagamento dell’Imu da parte dei cittadini viene effettuato da parte dei singoli Comuni. Nel caso in cui, durante un controllo, venisse riscontrato un mancato pagamento dell’imposta in questione, allora, il Comune andrà a incaricare l’Agenzia Entrate Riscossione del recupero del credito.

Quando questo avviene, a seguito di un atto di accertamento o di contestazione da parte dell’Agenzia e che viene notificato dal Comune stesso, al contribuente viene quindi notificata una cartella di pagamento.

Anche il controllo del pagamento dell’Imu ha un termine di scadenza. Nello specifico, in questo caso, si tratta del 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di eventuale mancato pagamento.

Anche il contribuente, nel caso in cui avesse dei dubbi, può andare a controllare se ha effettuato il pagamento dell’Imu attraverso diverse opzioni, ovvero:

  • controllando online dal proprio cassetto fiscale utilizzando il portale dell’Agenzia delle Entrate;
  • utilizzando, se il pagamento è stato effettuato attraverso bollettino postale, il portale di Poste Italiane dove è disponibile la ricevuta del pagamento nella funzione ‘Cerca operazioni online’ dell’area pagamenti presente nel sito Poste.it, per andare a controllare l’importo pagato;
  • rivolgendosi al Comune di residenza, chiedendo agli uffici che si occupano del pagamento dell’Imu, ovvero gli Uffici Tributi;
  • passando attraverso i siti istituzionali dei Comuni italiani, attraverso l’apposita sezione dedicata all’Imu.

Quanto costa il ravvedimento Imu

La sanzione piena applicabile all’errato calcolo, liquidazione e versamento dell’Imu sarebbe calcolata in misura pari al 30% dell’importo omesso, che è minore se il pagamento avviene entro 15 o 30 giorni.

Attraverso il ravvedimento operoso l’importo della sanzione da pagare sarà inferiore. È anche importante ricordare che a seconda dei giorni passati tra la scadenza originale del versamento e il suo effettivo pagamento, ci si troverà di fronte alla possibilità di utilizzare differenti ravvedimenti operosi.

  • ravvedimento super breve: il pagamento viene effettuato entro 14 giorni dal termine ultimo, in questo caso la sanzione è dello 0,1%, pari a 1/10 di quella ordinaria dell’1%, per ogni giorno di ritardo;
  • ravvedimento breve: il pagamento avviene tra il 15° e il 30° giorno. In questo caso la sanzione è pari all’1,5% da calcolare sull’importo del tributo dovuto;
  • ravvedimento medio: il pagamento dell’Imu avviene entro 90 giorni dal termine previsto per il versamento. La sanzione in questo caso è dell’1,67%;
  • ravvedimento lungo: il pagamento avviene dopo 90 giorni dalla scadenza e prevede una corresponsione, insieme all’Imu, di una sanzione del 3,75%. Il pagamento deve essere comunque fatto entro il termine di un anno;
  • ravvedimento lunghissimo: avviene superati i 12 mesi e si divide in due sottotipologie: se il pagamento avviene entro 2 anni, la sanzione ordinaria del 30% viene ridotta a 1/7 e quindi è pari al 4,29%. Nel caso in cui si superassero i 2 anni la sanzione sale al 5%.

Nel caso in cui la regolarizzazione avvenisse a seguito di un verbale di constatazione, ma entro la notifica dell’atto di accertamento e prima dell’emissione della cartella esattoriale, bisognerebbe aggiungere al tributo originario anche una sanzione del 6%.

È da sottolineare come l’utilizzo del ravvedimento operoso è possibile solo fino al momento in cui viene notificato un atto di accertamento.

Imu pagamento sbagliato, esempi di calcolo con ravvedimento

Supponiamo che un proprietario di immobile soggetto a Imu abbia dimenticato di versare l’imposta entro il 18 dicembre e che l’importo dovuto sia di 300 euro. Si accorge della dimenticanza dopo 28 giorni dalla scadenza, quanto dovrà pagare?

Ai 300 euro deve applicare la percentuale del ravvedimento operoso riferita ai pagamenti entro 30 giorni dalla violazione, ovvero 1,5%. L’importo dovuto per il tributo più la sanzione è di 304,5 euro (applicando i 4,5 euro di sanzione). A questo importo, però, andranno aggiunti anche gli interessi legali che per il 2023 ammontano al 5%.

Per calcolare gli interessi bisognerà applicare il tasso di interesse all’importo, moltiplicare per i giorni di ritardo e poi dividere per i 365 giorni dell’anno, in questo modo:
5% x 300 x 28 /365= 1,150 euro da sommare all’importo dovuto già sanzionato. Per mettersi in regola con il pagamento, quindi, bisognerà versare 305,65 euro.

Se sullo stesso importo il ritardo di pagamento fosse stato di 89 giorni, ad esempio, la sanzione andava calcolata all’1,67% e avrebbe dato luogo a un importo sanzionato di 305,01 euro.

Per il calcolo degli interessi, invece, il procedimento sarà lo stesso ma cambiano i giorni per i quali l’interesse è dovuto:
5% x 300 x 89 /365= 3,65 euro da sommare all’importo dovuto già sanzionato. Per mettersi in regola con il pagamento, quindi, bisognerà versare 308,66 euro.

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