Mondiali, 500 morti per la costruzione degli stadi: l’ammissione del Qatar

Alessandro Cipolla

30 Novembre 2022 - 11:50

Nel pieno dello svolgimento dei Mondiali 2022 di calcio, il Qatar ha ammesso la morte di 400-500 lavoratori per la costruzione degli stadi che stanno ospitando le partite.

Mondiali, 500 morti per la costruzione degli stadi: l’ammissione del Qatar

Per la costruzione degli stadi che stanno ospitando le partite dei Mondiali 2022 di calcio in Qatar, sarebbero morti tra i 400 e i 500 operai; ad ammetterlo come riportato da Amnesty è stato Hassan al Thawad, segretario generale del comitato supremo qatariota per la Coppa del Mondo.

Parole queste pronunciate nel corso del programma televisivo Uncensored, che a stretto giro sono stato in qualche modo rettificate dal comitato per i Mondiali che ha parlato di “cifre che si riferivano alle statistiche nazionali, relative al periodo 2014-2020 e riguardanti tutti gli incidenti mortali sul lavoro, a prescindere dal settore d’impiego e dalla nazionalità”.

Al-Thawadi poi ha dichiarato di “non avere dati più precisi”, ma sugli operai morti per la costruzione degli stadi per il Mondiale 2022 da tempo è in corso una sorta di guerra dei numeri tra le autorità del Qatar, i giornali e le Ong.

Una inchiesta del The Guardian infatti aveva parlato di 6.500 lavoratori morti nei cantieri per il Mondiale, mentre per il governo di Doha i decessi sarebbero stati 3 duranti i lavori e 40 in altre circostanze.

Mondiali 2022: gli operai morti per gli stadi

Il Qatar è il Paese più piccolo di sempre a ospitare la fase finale dei Mondiali. In totale sono otto gli stadi, di cui sette costruiti ex novo con alcuni di questi che poi verranno smontati e riconvertiti, che stanno ospitando le partite di questa fase finale della Coppa del Mondo.

Per comprendere al meglio le polemiche sulle morti bianche nei cantieri, bisogna partire dal fatto che meno del 20% della popolazione del Qatar è formata da persone indigene, mentre tutto il resto consiste in lavoratori provenienti da paesi come India, Bangladesh, Sri Lanka e Nepal.

Stando a una inchiesta del The Guardian, dal 2011 al 2020 sarebbero oltre 6.500 gli operai morti in Qatar per i lavori inerenti al Mondiale di calcio; accuse queste che sono state respinte dalle autorità locali, che hanno parlato di cause naturali dei decessi visto che i lavoratori stranieri nel Paese sono circa 2 milioni.

Adesso però la sorta di ammissione da parte Hassan al Thawad, che ha parlato di 4-500 operai morti per la costruzione degli stadi, un numero comunque molto inferiore rispetto alla stima fatta dal The Guardian, sta riaccendendo una polemica che inevitabilmente finirà per coinvolgere anche la Fifa.

Dal dibattito in corso sul numero dei lavoratori migranti morti nella preparazione dei mondiali di calcio emerge un’amara realtà: tante famiglie, distrutte, stanno ancora attendendo verità e giustizia - ha dichiarato Steve Cockburn di Amesty -. Nell’ultimo decennio migliaia di lavoratori sono tornati in patria in una bara, senza che i loro familiari ricevessero una spiegazione. Queste famiglie soffrono ancora di più a causa dell’insicurezza economica in cui sono piombate dopo la perdita dei loro cari”.

Se sul campo lo spettacolo sta andando avanti, anche se di bel gioco finora ne abbiamo visto poco, le polemiche non sembrerebbero placarsi intorno questi Mondiali di calcio in Qatar, una assegnazione sbagliata fin dal principio e di cui potremo sentire parlare ancora a lungo e non solo nelle sedi sportive.

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