Imprese, sono 20.000 quelle fallite perché lo Stato non paga

Anna Maria D’Andrea

20 Ottobre 2017 - 17:23

Sono sempre più i casi di imprese che falliscono nonostante i crediti vantati dallo Stato, eterno debitore e ritardatario, quando si tratta di dare.

Sono sempre più i casi di imprese in fallimento ma il paradosso è che in molti casi queste stesse imprese risultano ad essere a credito nei confronti dello Stato.

Si tratta, semplicemente, della piaga tutta italiana dello Stato che non paga i propri fornitori e che lascia imprese e lavoratori sul lastrico.

Di storie di imprese che non sono state pagate dallo Stato e che sono ancora oggi in attesa di ricevere i crediti commerciali spettanti a seguito di lavori o forniture se ne sentono molte e ormai quotidianamente.

Di pochi giorni fa è la pubblicazione del trend degli ultimi anni della Banca Ifis, la quale certifica che lo Stato ha debiti arretrati pari ad oltre 30 miliardi di euro.

Intanto, secondo i dati relativi ai fallimenti delle imprese, sono quasi 100 mila quelle che tra il 2009 e il 2016 hanno dovuto chiudere e tra queste 1 su 4 è stata costretta a chiudere proprio a causa del numero uno dei cattivi pagatori: lo Stato.

Numeri che preoccupano e che parlano di uno Stato dove fare impresa diventa sempre più difficile e che non si fa remore quando si tratta di chiedere.

Imprese, quando lo Stato non paga e si rischia il fallimento

I numeri sulle imprese fallite in Italia negli ultimi tempi preoccupano e non poco ma il dato ancor più allarmante riguarda il fatto che 1 su 4 di queste è stata costretta alla bancarotta a causa dei crediti non pagati dallo Stato.

Servizi, forniture o appalti non saldati, che fanno della Pubblica Amministrazione il cattivo pagatore per eccellenza al quale tuttavia nessuno può contestare l’eccessivo ritardo nei pagamenti.

Secondo uno studio Confimprenditori una delle cause dei fallimenti delle imprese è l’impossibilità di riscuotere i crediti vantati verso la PA. Questo perché nonostante i ritardi nei pagamenti, le imprese devono continuare a pagare le tasse e ovviamente i propri dipendenti.

Secondo la CGIA di Mestre i fornitori avanzano dallo Stato fino a 46 miliardi di euro: si tratta dei dati elaborati nel 2016 e che parlano di una situazione inaccettabile e di un triste primato detenuto dall’Italia in Europa.

Lo Stato non paga le imprese: ecco i debiti commerciali della PA nel 2016

Quello che la CGIA di Mestre sottolinea è come, in realtà, l’ammontare del debito commerciale dello Stato verso le imprese sia addirittura superiore ai dati sopra riportati: nonostante l’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica ancora oggi non sono chiari i dati relativi ai debiti della PA.

Un incognita che in ogni caso nasconde numeri eccessivi ed elevati, nonostante tra il 2013 e il 2014 siano stati stanziati ben 56,2 miliardi di euro proprio per cercare di ridurre la cifra dovuta dallo Stato alle imprese fornitrici.

Intanto, come denuncia il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA di Mestre, Paolo Zabeo:

I debiti della Pa hanno ormai assunto una dimensione surreale. Da due anni, infatti, le imprese che lavorano per l’Amministrazione pubblica hanno l’obbligo di emettere la fattura elettronica, altrimenti non possono essere liquidate. Nella fase di ingresso, questo documento informatico transita in una piattaforma controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze che lo smista all’ente o alla struttura pubblica a cui è indirizzata che, a sua volta, verifica se il pagamento è certo, liquido ed esigibile. Una volta che il destinatario della fattura dà l’ok, il saldo dovrebbe transitare per la piattaforma, consentendo al dicastero dell’economia di monitorare in tempo reale i tempi di pagamento e l’ammontare delle uscite. Dopo 2 anni, invece, lo Stato non conosce ancora a quanto ammonta complessivamente il debito contratto con i propri fornitori, per il semplice fatto che una buona parte dei committenti pubblici, in particolar modo quelli periferici, effettuano i pagamenti senza transitare per la piattaforma e con scadenze ben oltre quelle stabilite per legge. Una vicenda che ha dell’incredibile”.

E, a fronte di una situazione sempre meno rosea, è bene cercare di fare un confronto di quali sono i dati relativi agli altri Paesi d’Europa.

Se i dati Eurostat parlano di debiti commerciali dell’Italia pari al 3% del PIL, la situazione è ben diversa per gli altri paesi: in Spagna, lo Stato deve alle imprese circa 14,5 miliardi (1,3% del Pil), in Germania 37,4 miliardi (1,2%) e in Francia a 26,4 miliardi (1,2%).

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