Il fotovoltaico mette a rischio l’agricoltura? La denuncia di Coldiretti

Nadia Pascale

10 Aprile 2024 - 13:59

La corsa al fotovoltaico mette a rischio l’agricoltura, la denuncia arriva direttamente da Coldiretti che denuncia un vero assalto ai terreni agricoli e parla di Land grabbing energetico.

Il fotovoltaico mette a rischio l’agricoltura? La denuncia di Coldiretti

Il ricorso al fotovoltaico mette a rischio l’agricoltura? A lanciare l’allarme è Coldiretti che parla di un Land grabbing energetico, cioè un accaparramento dei terreni senza il consenso delle comunità che li abitano o che li utilizzano da anni per coltivare e produrre cibo. Fenomeno che in realtà caratterizza soprattutto in Paesi poveri e considerato eticamente non corretto. L’utilizzo dell’espressione Land grabbing ci fa capire in quale prospettiva molti guardano questo fenomeno.

La transizione energetica è al centro del dibattito, l’obiettivo è ridurre le emissioni inquinanti provenienti dall’utilizzo di fonti combustibili fossili per la produzione di energia. Il tutto in una situazione in cui il fabbisogno di energia elettrica è destinato ad aumentare visto il passaggio progressivo ad auto elettriche e divieto di vendita di caldaie alimentate a metano.

L’alternativa è utilizzare fonti energetiche rinnovabili e inesauribili, come il sole e il vento. In Italia si sta puntando molto sul fotovoltaico, ma non mancano polemiche e a spingere verso un ripensamento è Coldiretti. L’accusa è di togliere terreni all’agricoltura con il rischio di cambiare drasticamente l’economia delle aree interessate.

Vediamo perché il fotovoltaico mette a rischio l’agricoltura e i posti di lavoro connessi.

Caccia ai terreni agricoli per il fotovoltaico, a rischio l’agricoltura

In Italia si è scatenata negli ultimi mesi una vera e propria caccia ai terreni al fine di procedere all’installazione di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia pulita. Gli stessi sono ubicati prevalentemente su aree agricole determinando quindi un’alterazione dell’economia del posto favorita anche dalla bassa redditività della produzione agricola. Per Coldiretti il rischio di perdere importanti produzioni locali è elevato.

Ricordiamo che si calcola che per la produzione di 1 MW è necessaria una superficie di 0,67 ettari di pannelli. Si tratta di una produzione media che dipende anche dalla esposizione solare, dalla qualità dei pannelli, dalla zona geografica e in definitiva da una corretta progettazione. La produzione energetica di un impianto fotovoltaico su un ettaro di terreno agricolo o industriale può generare una rendita annuale di 2000/4000 euro.

La conversione al fotovoltaico sembra però non più rimandabile, vista anche l’entrata in vigore a breve della direttiva Case green.

Fotovoltaico, deforestazione e danni all’agricoltura

Generalmente le zone più appetibili sono quelle vicine al luogo di utilizzo. Ad esempio a Torino è caccia ai terreni ubicati nei pressi della ferrovia. L’obiettivo è generare energia elettrica da fonte rinnovabile per alimentare direttamente i treni. Nel caso di Torino le proposte arrivano direttamente dalla società FS Sistemi Urbani, controllata da FS. Le proposte fatte ai proprietari aumentano considerevolmente le quotazioni dei terreni rendendo impossibile per gli affittuari continuare le coltivazioni ed essere competitivi. Queste le denunce di Coldiretti.

Non è questa la sola area interessata, un vero e proprio assalto vi è anche nelle zone del casertano con l’intento di sfruttare le infrastrutture per il trasporto di energia giá presenti in zona.

Il rischio è che molti lavoratori del settore agricolo restino senza lavoro a causa del deciso cambio di destinazione d’uso del territorio.

Non solo, infatti il solare è considerata energia pulita, ma per le aree in cui sono ubicati gli impianti, l’impatto può essere devastante. Non vi sono solo i problemi legati alla perdita di terreni agricoli con l’aumentata necessità di ricorrere all’importazione per fare fronte al fabbisogno alimentare, il rischio di perdere produzioni tipiche come la mela annurca, è solo un esempio.
Vi è il rischio di deforestazione per le aree interessate e distruzione di habitat naturali. Il tutto ha effetto anche sui cambiamenti climatici. Naturalmente anche l’impatto visivo ha la sua importanza.

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