Il cantautore romano e le parole poco gentili verso i volontari della Croce Rossa, ora Eros Ramazzotti rischia una querela per diffamazione. Ecco perché e cosa può succedere.
Eros Ramazzotti rischia una denuncia per diffamazione e a farcelo sapere è il Comitato di Firenze della Croce Rossa Italiana. Gli eventi risalgono al 4 aprile, quando durante un concerto di Eros Ramazzotti a Firenze il cantante ha rimproverato i soccorritori intervenuti in aiuto di una fan che si è sentita male. La Croce Rossa è dunque intervenuta in difesa dei volontari, dichiarandosi pronta a adire le vie legali.
Perché Eros Ramazzotti rischia una querela per diffamazione, ecco cosa è successo al concerto
Durante il concerto di Eros Ramazzotti del 4 aprile al Nelson Mandela Forum di Firenze, una signora del pubblico ha avuto un malore ed è quindi stato richiesto l’intervento dei soccorsi. Il cantante ha prontamente fermato l’esibizione, accorgendosi del malore della fan in prima fila sotto il palco. L’arrivo dei volontari della Croce Rossa è stato però accompagnato da una frase infelice del cantautore romano, che li ha rimproverati per il ritardo.
“Altri dieci minuti ed era morta” queste le parole di Eros Ramazzotti nei confronti dei soccorritori, probabilmente preoccupato per lo stato di salute della signora. Quest’ultima, comunque, ha ricevuto l’aiuto di cui aveva bisogno e si è rapidamente ripresa, tanto da aver potuto continuare a seguire il concerto. Tutto è bene quel che finisce bene, ma non per Eros che ora rischia una denuncia per diffamazione o meglio, una querela dato che è la stessa vittima a voler procedere.
Comprensibilmente, le parole del cantante sono presto diventate virali e l’accusa di negligenza nei confronti della Cri ha fatto presto il giro dei social network e dei media. Lorenzo Andreoni, presidente del Comitato di Firenze della Cri, ha quindi provveduto al rilascio di un comunicato in cui difende i soccorritori e “chiarire la dinamica dei fatti”.
Stando alle parole del presidente Andreoni, la prima squadra di soccorso sarebbe arrivata nei tempi stabiliti, raggiunta poi dalla seconda squadra che ha avuto dei problemi di passaggio nel sottopalco (peraltro a causa del personale di servizio d’ordine del cantante, si legge nel comunicato). La dichiarazione sottolinea poi come il personale agisca sempre nel rispetto delle procedure concordate con il 118, senza mai lasciare solo nessuno.
Secondo il Comitato fiorentino, Eros Ramazzotti avrebbe usato toni diffamatori e spettacolarizzato la situazione senza rispettare i soccorritori volontari, che offrono un enorme servizio professionale senza ricevere alcun compenso. Per questo motivo, la questione è stata sottoposta all’avvocato del Comitato, Massimiliano Manzo, al fine di valutare come procedere.
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Eros Ramazzotti e la denuncia per diffamazione, cosa rischia e cosa può succedere
Il comunicato rilasciato da Andreoni è piuttosto esplicito, così come l’accusa mossa a Eros Ramazzotti:
Non tutto può diventare spettacolo e tantomeno con atteggiamenti diffamatori.
Si può quindi ipotizzare che il Comitato della Croce Rossa fiorentina voglia querelare il cantante per diffamazione, un reato descritto dall’articolo 595 del Codice penale come l’offesa pubblica della reputazione altrui. Questo illecito penale è punibile con la reclusione fino a 1 anno e la multa fino a 1.032 euro, sanzioni che aumentano se il fatto si compie in determinate circostanze. Tra queste, vi è l’attribuzione di un fatto determinato (come è avvenuto durante il concerto) che può far salire la multa fino a 2.065 euro e la reclusione fino a 2 anni.
Potrebbero, comunque, mancare gli estremi per poter parlare di diffamazione. Innanzitutto le parole precise utilizzate da Eros Ramazzotti sono scatenate dal presunto ritardo nei soccorsi, quindi perché ci siano estremi di reato è necessario che il ritardo non ci sia stato o che comunque non sia attribuibile all’operato dei volontari. Nonostante ciò, la veridicità del fatto potrebbe non essere sufficiente a scagionare il cantante, i cui toni potrebbero essere considerati denigratori: “Siete in diciotto, ma che fate?”.
Il limite è molto labile, infatti la ragione principale per cui un’eventuale accusa di diffamazione potrebbe essere infondata è un’altra. Ai fini di questo reato è necessario che la persona offesa non sia presente e non abbia modo di replicare, circostanza difficilmente applicabile al concerto. Senza dubbio i soccorritori erano impegnati nel loro lavoro, ma è difficile pensare che non potessero rispondere.
Probabilmente, l’unico problema è il fatto che un’eventuale risposta non sia giunta alle orecchie del pubblico per la mancanza di microfoni, impedendo di fatto un diritto di risposta equo. Difficile anche ipotizzare che ci sia stata diffamazione rispetto all’intero Comitato, anche perché Eros Ramazzotti si è rivolto direttamente ai volontari.
Alla luce di ciò, non si può escludere che l’accusa più plausibile resti quella d’ingiuria, che invece si verifica quando si cerca di ledere la reputazione di una persona in sua presenza. L’ingiuria è stata depenalizzata, ma è comunque punibile con sanzioni da 1.000 a 12.000 euro. L’unica cosa certa è che un’eventuale causa legale può ledere in modo importante la reputazione del cantante, a cui probabilmente sarà comminata una multa (se il procedimento proseguirà e il giudice valuterà la fondatezza dell’accusa).
Ciò che emerge dal comunicato della Croce Rossa è il tentativo di difendere la reputazione di quest’associazione di volontari, con la paura che le accuse pubbliche possano infangare l’operato. Non si può quindi escludere che le azioni legali possano essere sospese se il cantante chiarirà adeguatamente la situazione.
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