Crocifisso nelle scuole mai obbligatorio, la conferma del Consiglio di Stato

Simone Micocci

21 Marzo 2024 - 12:42

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Il crocifisso nelle scuole è obbligatorio o vietato? Nessuna delle due, ecco cosa dice la giurisprudenza a riguardo.

Crocifisso nelle scuole mai obbligatorio, la conferma del Consiglio di Stato

Da qualche anno ormai, con l’aumento degli studenti di confessioni religiose differenti dal Cristianesimo, l’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche rappresenta un argomento divisivo.

C’è chi ritiene che rappresenti una sorta di obbligo in quanto simbolo della nostra cultura e chi invece crede che debba essere sempre vietato per non urtare la sensibilità degli studenti non cristiani.

Ma cosa dice la legge a riguardo? A oggi - come ribadito dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 24414 del 9 settembre 2021 che rappresenta un vero e proprio punto di riferimento per la questione - non esiste né un obbligo né tantomeno un divieto.

Nessuno può obbligare una classe a esporre il crocifisso (neppure l’ordinanza del giudice, come sottolineato da una recente sentenza del Consiglio di Stato), ma allo stesso tempo non esiste neppure una norma che lo vieta in assoluto.

Vediamo dunque cosa dice la legge sul crocifisso nelle scuole, per quello che è un argomento che molto probabilmente necessiterebbe di un nuovo intervento al fine da rendere la normativa maggiormente al passo con i tempi.

Cosa dice la normativa sul crocifisso nelle scuole

È il Regio Decreto n. 965 del 30 aprile 1924 a comprendere il crocifisso tra gli arredi scolastici per le scuole medie ed elementari (ed è opinione comune che possa comprendere anche le superiori).

Tuttavia, con il passaggio alla Repubblica, e a uno Stato laico, la regola è cambiata. Obbligare le scuole a esporre il crocifisso nelle aule, in quanto espressione di una scelta confessionale, non può essere infatti compatibile con il principio supremo di laicità dello Stato italiano.

Un’esposizione obbligatoria comporterebbe un conflitto con il pluralismo religioso tutelato dalla Costituzione, in quanto uno spazio pubblico come la classe non può essere occupato da una singola fede religiosa, neppure nei casi in cui risulti maggioritaria. A tal proposito, con la sentenza n. 24414 del 2021, la Cassazione ha spiegato che il Regio Decreto 965/1924 deve essere “interpretato in conformità con la Costituzione”.

A tal proposito, è comunque possibile per le scuole esporre il crocifisso, ma esclusivamente dopo una valutazione attenta riguardo alla possibilità che una tale decisione sia rappresentativa delle convinzioni di tutti.

E laddove dovessero esserci posizioni difformi si potrebbe ricercare un “ragionevole accomodamento” tra le parti, ad esempio valutando la possibilità di esporre oltre al crocifisso i simboli di altre religioni.

Nessuno può obbligare l’affissione del crocifisso in classe

Né il dirigente scolastico né tantomeno il docente possono obbligare l’esposizione del crocifisso, specialmente quando non viene ricercato un “ragionevole accomodamento” con la posizione manifestata da insegnanti o studenti dissenzienti.

Di riflesso non possono esserci sanzioni per chi si rifiuta di assolvere a un obbligo illegalmente imposto.

Tuttavia, la Cassazione ha anche sottolineato che l’esposizione del crocifisso in classe, anche quando si prova a imporla, non costituisce di per sé un atto discriminatorio nei confronti delle persone di differenti fedi religiose (e per questo motivo non spetta il risarcimento).

Un principio che è stato oggetto di sentenza anche del Consiglio di Stato che proprio in questi giorni (lo scorso 18 marzo) è arrivato a una decisione per una vicenda risalente a 14 anni fa, quando nel piccolo comune sardo di Mandas l’allora sindaco Umberto Oppus (ancora oggi in carica) emanò un’ordinanza obbligando tutte le scuole a esporre il crocifisso in aula, pena una sanzione di 500 euro.

Il Consiglio di Stato, in base alla giurisprudenza consolidata in questi anni, ha dato ragione all’Uaar (Unione degli atei e agnostici razionalisti) ribadendo che non possono esserci imposizioni, né tantomeno sanzioni, da parte dell’amministrazione comunale in quanto violano il principio di legalità e di tipicità dei provvedimenti amministrativi.

Chi decide se mettere o meno il crocifisso?

Ricapitolando: la decisione deve essere condivisa da tutta la scuola, rimandando così agli appositi organi collegiali (consiglio di classe o di istituto) il compito di fissare le direttive a riguardo facendo attenzione però a ricercare soluzioni accomodanti tra le differenti posizioni, tra cui la possibilità di accompagnare al crocifisso i simboli di altre confessioni (laddove richiesti dagli studenti o dai loro genitori).

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