Chi deve fare i tamponi e test rapidi: novità dal ministero della Salute

Violetta Silvestri

03/04/2020

Il ministero della Salute ha diffuso una circolare con importanti novità riguardanti i tamponi per il coronavirus. Chi deve realmente farli? La nota fa chiarezza anche sulla legalità dei test rapidi.

Chi deve fare i tamponi e test rapidi: novità dal ministero della Salute

Chi deve realmente sottoporsi al test per il coronavirus? La questione sulla gestione dei tamponi, così importanti per agire in modo efficace e repentino sui contagiati, è stata chiarita da una circolare del ministero della Salute.

La nota ha precisato innanzitutto quali sono le categorie di persone più a rischio, sulle quali vanno eseguiti i test in modo preferenziale. Inoltre, è stata resa nota la posizione ufficiale ministeriale sui cosiddetti tamponi rapidi, eseguibili anche in macchina.

Il via libera su questa nuova metodologia diagnostica c’è, per consentire una verifica veloce sul numero di positivi in un determinato territorio. Le regioni potranno, quindi, procedere.

Di seguito si riporta cosa ha stabilito nello specifico l’ultima circolare del ministero della Salute del 3 aprile sull’uso dei tamponi per il coronavirus.

Tamponi COVID-19: chi ha precedenza

La circolare ministeriale ha fatto chiarezza sulle categorie di persone considerate più vulnerabili e a rischio e sulle quali vanno effettuati i tamponi per il coronavirus. Queste sono:

  • pazienti ospedalizzati;
  • soggetti fragili;
  • operatori sanitari esposti a rischio;
  • soggetti con infezione respiratoria ricoverati in RSA

Inoltre, la nota ha evidenziato che nelle aree dove si presentano ancora pochi casi di contagiati, i test vanno eseguiti anche sui pazienti affetti da infezione respiratoria. Naturalmente, laddove esistono risorse sufficienti.

Il ministero, comunque, ha ribadito che i tamponi possono essere effettuati soltanto con una prescrizione medica o ospedaliera.

Al fine di ottimizzare le risorse, inoltre, si chiede di eseguire un solo tampone sulle persone positive, aspettando la scomparsa dei sintomi prima di sottoporle a nuovo test.

Via libera ai test rapidi: i dettagli

I test rapidi sono stati legittimati dal ministero della Salute. La circolare, infatti, ha stabilito che ben 11 tamponi veloci sono considerati validi e quindi le regioni possono procedere con questa strumento diagnostico per individuare infezioni in tempi ristretti.

L’ente regionale che ottiene il test deve poi processarlo in laboratori specificatamente indicati dal ministero.

I tamponi rapidi sono test molecolari che consentono di rilevare geni virali nelle secrezioni respiratori in tempi brevi. Risultano, quindi, molto efficaci nella ricerca repentina di nuovi positivi.

La circolare ha disposto che nelle regioni con più alta diffusione di coronavirus è possibile anche fare uso di laboratori mobili o delle cosiddette drive-in clinics . In questo modo, operatori sanitari autorizzati possono eseguire il tampone direttamente dal finestrino dell’automobile.

I tamponi attualmente eseguiti in Italia sono più di 619.000, come annunciato dalla Protezione Civile nella conferenza stampa del 3 aprile.

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