Anche i canoni d’affitto aumentano per rivalutazione ISTAT, ecco di quanto nel 2023

Patrizia Del Pidio

18/01/2023

In aumento il costo del canone di locazione a causa dell’inflazione, vediamo quali contratti subiranno la rivalutazione e quali no.

Anche i canoni d’affitto aumentano per rivalutazione ISTAT, ecco di quanto nel 2023

L’inflazione non ha effetto solo sulle pensioni, la rivalutazione ISTAT, legata all’aumento dell’inflazione e dei prezzi influisce su molti altri elementi come, ad esempio, il canone di affitto. Anche la locazione che si paga al proprietario dell’appartamento è soggetta a rivalutazione annuale periodica. E questo perché anche quello è un costo che deve essere adeguato all’andamento dei prezzi. La rivalutazione ISTAT, di fatto, ha l’obiettivo di allineare tutti gli importi all’andamento dell’economia del Paese, anche quello dell’affitto.

Ma attenzione, non tutti i canoni di affitto sono adeguabili alla rivalutazione. Deve essere espressamente riportata nel contratto una clausola che prevede l’adeguamento del canone alle variazioni rilevate dall’ISTAT.

Quando l’adeguamento del canone d’affitto è obbligatorio?

L’adeguamento ISTAT sull’affitto che si paga mensilmente al proprietario dell’immobile non sempre è obbligatorio. Deve essere, come abbiamo anticipato, previsto da una apposita clausola nel contratto di locazione che specifichi che l’adeguamento all’indice ISTAT deve essere annuale. Se tale clausola manca nel contratto il proprietario dell’immobile non potrà pretendere alcun aumento.

Va ricordato, inoltre, che i contratti di affitto per i quali è applicata la cedolare secca sono esenti dalla rivalutazione annuale e rimarranno a prezzo bloccato per l’intera durata.

Di quanto aumenta il canone di locazione nel 2023?

In data 17 gennaio 2023 l’ISTAT ha pubblicato l’indice dei prezzi al consumo per le rivalutazioni monetarie sui dati di dicembre 2022. L’indice FOI di riferimento indica una variazione annua rispetto a dicembre 2021 pari all’11,3%. Per aggiornare il canone di affitto è necessario prendere a riferimento, però, l’indice ISTAT FOI del mese che precede la scadenza del contratto.

Di quanto aumenta il contratto di locazione? Solitamente è prevista una rivalutazione al 100% per i contratti di affitto che hanno una formula 4 anni + 4 anni (4+4) e del 75% nel caso di contratti di locazione commerciale (che di solito sono 6 + 6).

Ovviamente in sede di contratto le parti posso anche scegliere di concordare termini diversi e proprio per questo motivo a far fede è sempre quanto previsto dalla clausola presente sul contratto di locazione.

Come si calcola l’adeguamento?

Per calcolare l’adeguamento dell’importo da pagare mensilmente al proprietario dell’immobile, in ogni caso, è necessario moltiplicare il canone d’affitto annuo per l’indice ISTAT e poi moltiplicare il tutto per la percentuale di rivalutazione prevista. In questo modo si ottiene l’importo annuo rivalutato che, poi, andrà, diviso per 12 in modo da ottenere la locazione mensile da pagare.

Anche se quest’anno la rivalutazione porta ad un sicuro aumento del canone mensile dell’affitto, va sottolineato che la perequazione potrebbe dar luogo anche ad una diminuzione del prezzo. Solitamente le oscillazioni sono lievi e incidono pochissimo sull’importo. Ma quest’anno, complice la crisi e la pandemia, l’impennata dell’inflazione porterà gli affitti a subire un aumento piuttosto considerevole.

Si pensi soltanto che per chi paga un canone di locazione mensile di 1.000 euro l’aumento comporterà un esborso mensile maggiorato di 113 euro portando il costo del canone di locazione a 1.113 euro.

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