I buoni pasto con app mobile sono paragonabili ai ticket cartacei e seguono le stesse regole in merito alla detassazione ai fini Irpef, Ires e IVA. Ecco i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate.
I buoni pasto digitali tramite l’app mobile del proprio smartphone sono paragonabili ai ticket cartacei per i servizi di mensa aziendale anche dal punto di vista della detassazione.
L’Agenzia delle Entrate con il principio di diritto n. 3 dell’8 ottobre 2018 ha fornito precisazioni ai fini Irpef e Ires e dell’IVA riguardo il servizio sostitutivo di mensa aziendale reso tramite app mobile.
L’Agenzia ha chiarito che tali buoni pasto digitali sono assimilabili a quelli tradizionali per il servizio di mensa aziendale, pertanto ai fini Irpef non concorrono alla determinazione del reddito di lavoro dipendente.
Le Entrate hanno fornito inoltre chiarimenti per quel che concerne l’Ires e l’IVA in riferimento ai buoni pasto digitali.
Buoni pasto con app mobile: stessa detassazione Irpef, Ires e IVA
Con il principio di diritto n. 3 dell’8 ottobre 2018 l’Agenzia delle Entrate precisa che i buoni pasto digitali fruibili direttamente dal proprio cellulare tramite l’apposita app mobile, ai fini IVA e delle imposte dirette sono associabili ai vecchi ticket tradizionali.
Partendo da questo presupposto di cui al decreto n. 122/2017 del MISE in attuazione dell’art. 144, comma 5, del decreto legislativo n. 50 del 18 aprile 2016 (in vigore dal 9 settembre 2017), i buoni pasto digitali tramite app smartphone saranno disciplinati ai fini IVA e delle imposte dirette secondo quanto segue.
Ai fini Irpef la determinazione del reddito di lavoro dipendente avverrà alle condizioni di cui all’art. 51, comma 2, lettera c), del TUIR, laddove è disposto che:
“Non concorrono a formare il reddito […] le somministrazioni di vitto da parte del datore di lavoro, nonché quelle in mense organizzate direttamente dal datore di lavoro o gestite da terzi”.
Ai fini Ires il costo sostenuto dal datore di lavoro per gestire i servizi di mesa per cui vengono disposti i buoni pasto rappresenta un onere per l’acquisizione di un servizio complesso non riducibile alla semplice somministrazione di alimenti e bevande e dunque non subisce le limitazioni di deducibilità di cui all’articolo 109, comma 5, del TUIR.
Per quel che riguarda l’IVA l’Agenzia delle Entrate spiega che, fermi restando gli eventuali riflessi del recepimento in ambito nazionale della Direttiva UE 2016/1065 del 27 giugno 2016, sono applicabili le aliquote ridotte del 4% e del 10% previste nei nn. 37 e 121 della tabella A, allegata al Dpr 633/1972.
Buoni pasto digitai, con app e ticket: ecco chi puoi fruirne per il servizio mensa
Quali sono i lavoratori che possono beneficiare dei buoni pasto per il pranzo a lavoro? Che si tratti di ticket digitali, tradizionali o utilizzabili tramite app mobile, vediamo chi può fruirne per il servizio mensa aziendale e quali sono gli importi.
La normativa in materia di buoni pasto lo scorso anno ha introdotto importanti novità sull’utilizzo dei ticket per il pranzo.
Innanzitutto i buoni pasto sono cumulabili fino a un massimo di 8 e utilizzabili esclusivamente dal lavoratore dipendente interessato. Ne hanno diritto i dipendenti con contratto sia part-time che full-time.
I buoni pasto possono essere erogati dal datore di lavoro ma si tratta di un’opzione facoltativa e in generale non vige nessun obbligo che vincola l’azienda a fornire i ticket ai propri dipendenti, a meno che non vi sia un’apposita indicazione nel CCNL di riferimento.
Il decreto MISE del 2017 ha stabilito che i buoni pasto digitali sono paragonabili ai tradizionali ticket cartacei, ed ora l’Agenzia delle Entrate ha specificato che sono soggetti alle stesse regole quelli utilizzati tramite app mobile.
L’importo va dai 2 ai 10 euro per i lavoratori con contratto full-time mentre ai dipendenti con orario part-time in genere non vengono forniti buoni pasto.
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