Bonus Renzi da restituire, al via le trattenute in busta paga: le istruzioni Noipa

Simone Micocci

23 Febbraio 2023 - 16:01

I dipendenti pubblici che nel 2022 hanno avuto un reddito tra i 15 e i 28 mila euro devono restituire il bonus Renzi pagato a gennaio e febbraio. Sarà Noipa a trattenere il debito dalla busta paga.

Bonus Renzi da restituire, al via le trattenute in busta paga: le istruzioni Noipa

Il bonus Renzi - o meglio detto il trattamento integrativo riconosciuto ai sensi del decreto n. 3/2020 - del valore di 100 euro al mese, spetta oggi solamente a coloro che hanno un reddito inferiore a 15.000 euro.

Può essere pagato direttamente in busta paga, oppure essere recuperato dal lavoratore in sede di dichiarazione dei redditi. Il primo metodo però può essere alquanto rischioso: laddove alla fine dell’anno il reddito percepito risulti superiore alla soglia massima prevista, allora il trattamento integrativo dovrà essere restituito.

A tal proposito, quest’anno a essere chiamati a restituire una parte del bonus Renzi sono anche molti dipendenti pubblici, per i quali - come vedremo di seguito - le novità introdotte dalla riforma fiscale 2022 sono stata applicate con qualche mese di ritardo.

Dipendenti pubblici, chi deve restituire il bonus Renzi

Nel dettaglio, a dover restituire il bonus di 100 euro sono coloro che lo hanno ricevuto nelle buste paga di gennaio e febbraio 2022 così come nell’anno precedente.

Il problema è che a gennaio 2022 sono cambiate le regole per l’erogazione del trattamento integrativo in oggetto, per il quale il limite di reddito è passato da 28.000 a 15.000 euro. Regole a cui Noipa si è adeguata solamente a marzo, continuando a erogare il bonus anche ai non aventi diritto in quanto con reddito superiore alla nuova soglia.

Di fatto, tutti coloro che hanno un reddito superiore a 15.000 euro ma inferiore a 28.000 euro, i quali “pagano” il ritardo di Noipa nell’adeguare i propri sistemi (va detto che era la stessa riforma fiscale a indicare marzo 2022 come termine ultimo per l’applicazione dei nuovi criteri di calcolo).

La restituzione riguarderà esclusivamente il trattamento integrativo erogato a gennaio e febbraio, per un totale quindi di 200 euro. La buona notizia è che perlomeno Noipa non effettuerà il recupero di tale somma in un’unica soluzione - rischiando così di alleggerire oltremisura la busta paga dei dipendenti pubblici - bensì in tante piccole rate mensili.

Bonus Renzi trattenuto in busta paga da Noipa, ecco come

Dopo il conguaglio di fine anno, quindi, è possibile che al dipendente con reddito fino a 28.000 euro ne risulti un debito di 200 euro, riferito appunto alle due mensilità di trattamento integrativo erogate nonostante il cambio dei requisiti apportato dalla riforma fiscale.

A tal proposito, i debiti risultanti dal conguaglio saranno trattenuti direttamente da Noipa, ma per quanto riguarda il trattamento integrativo verrà utilizzata una modalità straordinaria.

Anziché trattenere tutto in un’unica soluzione, infatti, il debito viene distribuito in 8 rate mensili, del valore quindi di 25 euro l’una. Il piano di recupero partirà già con lo stipendio di febbraio 2023, dal quale appunto risulterà trattenuto un importo di 25 euro netti. L’ultima rata, invece, ci sarà con lo stipendio di settembre.

No a sgravio e aumenti

Nella busta paga di febbraio 2023, però, non ci sarà l’applicazione dello sgravio contributivo del 2% (per redditi non superiori a 2.692 euro lordi) e del 3% (laddove la retribuzione risulti inferiore anche alla soglia di 1.923 euro).

Confermato e potenziato dall’ultima legge di Bilancio, per lo sgravio in busta paga Noipa ha bisogno ancora di qualche settimana di tempo. Lo stesso vale per un’altra novità della manovra: l’aumento dell’1,5% in favore dei dipendenti pubblici, una sorta di anticipo per il rinnovo di contratto 2022-2024.

Per il momento gli aumenti non vengono riconosciuti, ma avendo decorrenza da gennaio 2023 ne spetteranno tutti gli arretrati una volta che la situazione verrà sbloccata.

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