Aumenta la Tari, quanto si paga in più e dove

Giorgia Bonamoneta

7 Maggio 2023 - 18:00

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Tari in aumento su tutto il territorio. In alcune località la tassa sui rifiuti toccherà il +20%. Ecco dove si pagherà di più.

Aumenta la Tari, quanto si paga in più e dove

Aumenta la tassa sui rifiuti in tutta Italia. Negli ultimi cinque anni la Tari è cresciuta del +7% e sono sempre di più i Comuni che richiedono a rialzo le tariffe per la raccolta dei rifiuti. In diverse località si parla di una vera e propria stangata, come a Napoli dove l’aumento si attesta intorno al +20%. È proprio il Mezzogiorno a pagare il conto più salato per la spesa dei rifiuti. Ivana Veronese, segretaria confederale Uil, ha monitorato l’andamento delle tariffe per lo smaltimento dei rifiuti e ha spiegato che la Tari pesa soprattutto sul bilancio delle famiglie del Centro-Sud.

La correlazione è semplice e tristemente nota: dove il servizio è meno efficace il costo dello smaltimento dei rifiuti è più alto. Anche se il Sud è il più colpito, l’andamento è in crescita in tutto il Paese, da Nord a Sud, con una media del +6,7% a livello nazionale.

Ma perché si paga di più la Tari? Tra le motivazioni un aumento della raccolta indifferenziata, che si contrappone alla sempre maggiore necessità di una raccolta differenziata e un generale aumento dei prezzi. Eppure all’aumentare dei costi non aumenta in molti casi la qualità o la quantità del servizio, soprattutto in alcune città dove si paga di più l’aumento.

Dove è aumentata la Tari? Le località dove pesa di più la tassa sui rifiuti

In generale la tassa sui rifiuti è aumentata su tutto il territorio nazionale, ma ci sono delle località dove l’incremento si sente di più. In alcuni casi è stato raccontato che l’aumento inizierà soltanto nel 2024, una magra consolazione che durerà per i prossimi sei mesi. La tassa è aumentata a Napoli, Perugia, Torino, Padova e Ancona e non solo. A Roma invece la tariffa è scesa per le utenze non domestiche e domestiche e la quota potrebbe rimanere ferma in attesa del termovalorizzatore, al quale seguirà, secondo il sindaco Roberto Gualtieri, una riduzione del 20% della tassa sullo smaltimento dei rifiuti.

In gran parte d’Italia però l’andamento è al rialzo, così come accadrà a Napoli con un aumento del +20% e a Perugia, dove questa settimana la giunta ha deliberato un amento del +4,2% per le utenze domestiche e del +4,7% per utenze non domestiche. Anche a Torino la Tari aumenterà del +1,20% e a Padova del +3,63% per utenze domestiche e del 2,89% per le utenze non domestiche, un amento che appare basso se non si aggiunge l’aumento dello scorso anno pari già al +7%.

Grandi e piccoli comuni verso l’aumento: l’andamento della Tari nel tempo

Non c’è molta differenza tra grandi e piccoli comuni, perché in entrambi i casi si parla di un aumento del costo della tassa sui rifiuti. A Viterbo per esempio la tassa aumenterà del +10% e a Castel Maggiore (in Emilia-Romagna) scatterà un aumento del +3%.

In generale quindi l’andamento della tassa di rifiuti è in perenne crescita e dal 2017 al 2021 è cresciuta del +6,7% a livello nazionale. Nel 2017 le famiglie in media hanno pagato una tassa di 290 euro, nel 2020 di 305 euro, mentre nel 2021 il costo medio era di 309 euro.

Gli ultimi dati sulla Tari risalgono al 2021 e raccontano di un costo medio piuttosto elevato. Sul podio Agrigento con 488 euro di spesa famiglia, a seguire Crotone con 475 euro e Pisa con 473 euro. Non va meglio a Reggio Calabria con 460 euro a famiglia e Napoli con oltre 440 euro. Spia rossa anche per Roma, dove nel 2021 il costo medio della tassa dei rifiuti si aggirava intorno ai 325 euro, Meno cara invece a Palermo con 280 euro e Firenze con 240 euro.

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