Assegno di inclusione, ecco perché la domanda è stata respinta

Simone Micocci

25 Gennaio 2024 - 10:06

Perché la domanda di Assegno di inclusione è stata respinta? Le ragioni possono essere diverse.

Assegno di inclusione, ecco perché la domanda è stata respinta

In queste ore l’Inps sta comunicando l’esito della domanda di Assegno di inclusione e per molti beneficiari il responso è negativo: la richiesta è stata respinta, spesso per mancanza del requisito economico.

Stando alle proteste nate sui social network sono in molti ad essere coinvolti in questa spiacevole situazione, i quali non capiscono perché la domanda di Assegno di inclusione è stata respinta. C’è chi non è in grado di darsi una spiegazione, specialmente alla luce del fatto che fino al mese scorso erano in possesso dei requisiti per beneficiare del Reddito di cittadinanza.

Apparentemente dal passaggio all’Assegno di inclusione non sono cambiati i requisiti per accedere al sostegno: ad esempio, il valore Isee è sempre di 9.360 euro, mentre il reddito familiare non deve superare i 6.000 euro (soglia che aumenta per le famiglie più numerose).

Perché quindi chi prendeva il Reddito di cittadinanza ha visto respingere la domanda di Assegno di inclusione? C’è chi punta il dito contro il governo Meloni ritenendo sia in atto un “complotto” ai loro danni e chi invece dà la colpa a dei “presunti errori commessi dall’Inps”.

La ragione in realtà potrebbe essere un’altra: ad esempio, bisogna ricordare che sono cambiati i criteri per il calcolo del parametro di scala di equivalenza, il che come vedremo di seguito potrebbe aver comportato il superamento delle soglie reddituali (e la conseguente “mancanza del requisito economico”).

Esito Assegno di inclusione, perché la domanda è stata respinta?

Lo stato della domanda di Assegno di inclusione sta per cambiare: in molti casi il responso è già arrivato, in altri lo sarà nelle prossime ore.

Al momento, nell’attesa dei dati ufficiali Inps, sembrano esserci molte domande respinte, o almeno così sembra leggendo le polemiche sorte in queste ore sui social network dove coloro a cui è stata preclusa la possibilità di accedere al nuovo Assegno di inclusione provano a cercare i motivi per quanto successo.

Dai vari commenti pubblicati in queste ore, non sembra esserci una ragione comune a tutti: ad esempio, ci sono persone a cui è stato respinto per mancanza dei requisiti economici, ma in altri casi c’è chi non potrà accedere alla prestazione anche con Isee e reddito pari a zero.

Per questo motivo è complicato dare una risposta per ogni singola situazione, poiché le ragioni che hanno portato al rifiuto possono essere diverse.

Di certo non ci sono complotti da parte del governo: la legge fissa chiaramente i requisiti per l’Assegno di inclusione e chi li soddisfa non avrà problemi ad accedere alla misura. Così come sono da escludere errori da parte dell’Inps; al massimo potreste aver commesso qualche sbaglio nel compilare la domanda, dimenticando di specificare che nel nucleo familiare ci sono condizioni di disagio che danno accesso al nuovo Assegno di inclusione.

Come capire qual è il problema (in modo da risolverlo)

Va detto che nel comunicare l’esito della domanda l’Inps è molto preciso nello specificare il problema che ha portato al respingimento della stessa. Nel dettaglio vengono indicate varie voci e a seconda dei problemi lamentati potrebbe esserci una ragione (e soluzione) differente.

Nel dettaglio, l’analisi dell’Inps riguarda i seguenti aspetti:

  • Controlli preliminari: se l’esito è negativo potrebbe essere perché i dati comunicati nella domanda, o comunque nell’Isee, non concordano con le informazioni in possesso dell’Inps o comunque recuperate dalle banche dati a sua disposizione (come dall’Agenzia delle entrate, ma anche dai Comuni).
  • Verifica residenza: qui solitamente viene specificata la ragione che ha portato all’esito negativo dei controlli preliminari. Ad esempio, se la residenza comunicata nella Dsu ai fini Isee non è la stessa presente negli archivi del Comune, oppure se non risulta la residenza in Italia da almeno 5 anni, di cui gli ultimi 2 in maniera continuativa.
  • Controlli anagrafici: vale lo stesso di quanto detto sopra. Se l’esito è respinto per controlli anagrafici è perché ci sono dei vizi nella domanda che ne impediscono l’accoglimento. Problemi che di solito possono essere facilmente risolti presentando un nuovo Isee e correggendo l’errore.
  • Verifica cittadinanza: ricordiamo che l’Adi spetta solo al cittadino europeo o un suo familiare, che deve essere titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero essere cittadino di paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, ovvero titolare dello status di protezione internazionale. In mancanza di questi requisiti la domanda non è accolta.
  • Verifica beni durevoli: se l’esito del controllo è negativo è perché consultando gli archivi a sua disposizione l’Inps ha accertato che nel nucleo ci sono componenti intestatari di autoveicoli di cilindrata superiore ai 1.600 cc o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc immatricolati la prima volta nei 36 mesi antecedenti la richiesta, come pure di navi o imbarcazioni da diporto.
  • Verifica Isee: se l’esito è negativo potrebbe essere perché il valore dell’attestazione supera la soglia prevista, o anche solo se il reddito familiare è superiore al limite indicato. In tal caso viene scritto che la domanda di Assegno di inclusione è stata respinta per “mancanza del requisito economico”, il che potrebbe succedere anche a coloro che soddisfavano i requisiti per accedere al Reddito di cittadinanza. Con la nuova misura, infatti, i componenti maggiorenni occupabili non sono considerati nel parametro di scala di equivalenza e ciò può aver comportato una riduzione della soglia reddituale da non superare. Lo stesso vale per i figli minori, i quali pur essendo considerati hanno una minore incidenza sul parametro di scala di equivalenza.
  • Verifica attività lavorativa: se nello stato della domanda dell’Adi leggete che è stata omessa la dichiarazione dell’attività lavorativa è perché nel nucleo familiare ci sono componenti che hanno iniziato a lavorare dopo il periodo preso in considerazione nell’Isee con cui è stata fatta la richiesta della prestazione. In tal caso, infatti, oltre alla domanda Adi andava compilato anche il modello Adi-Com Ridotto.
  • Verifica dimissioni volontarie: se l’esito è negativo è perché nel nucleo familiare ci sono persone che hanno rassegnato le dimissioni nei 12 mesi precedenti alla domanda e non ne è stata data comunicazione all’Inps;
  • Composizione nucleo: laddove si legga “assenza di beneficiari nel nucleo” è perché l’Inps non ha accertato la presenza di persone in stato di bisogno tale da beneficiare dell’Assegno di inclusione. Ricordiamo infatti che a differenza del Reddito di cittadinanza questo spetta solo in presenza nel nucleo di almeno un minore, un ultrasessantenne o persone con disabilità. Tutte situazioni che devono emergere chiaramente dalla Dsu ai fini Isee, altrimenti comportano il respingimento della domanda. Ma l’Adi spetta anche in presenza di componenti in condizione di svantaggio purché inseriti in un programma di cura e assistenza dei servizi socio sanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione. A tal proposito, è bene ricordare che “la condizione di svantaggio e l’inserimento in programmi di cura e assistenza dei servizi sociosanitari certificati dalle pubbliche Amministrazioni devono sussistere prima della presentazione della domanda dell’Adi”, quindi se viene a mancare questa condizione la domanda verrà ovviamente respinta.
Esito dei controlli Assegno di inclusione (esempio) Esito dei controlli Assegno di inclusione (esempio) Il riepilogo dell'Inps con tutte le informazioni che possono aver portato al respingimento

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