Assegno di inclusione, come aumentarlo di almeno 350 euro al mese

Simone Micocci

29 Dicembre 2023 - 11:25

L’Assegno di inclusione è compatibile (e cumulabile) con il Supporto per la formazione e il lavoro. Ecco come fare per aggiungere almeno 350 euro all’integrazione mensile.

Assegno di inclusione, come aumentarlo di almeno 350 euro al mese

L’Assegno di inclusione (Adi), la nuova misura che da gennaio 2024 entrerà in vigore per sostituire il Reddito di cittadinanza, è compatibile e interamente cumulabile con il Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl), sostegno rivolto ai componenti di età compresa tra i 18 e i 59 anni che sono nella condizione di poter lavorare.

Condizione essenziale per godere del Supporto per la formazione e il lavoro, con il quale spetta un sostegno d’importo pari a 350 euro al mese a patto di partecipare alle iniziative di orientamento al lavoro e formazione previste dal patto di servizio personalizzato, è quella di non essere percettore dell’Assegno di inclusione o comunque di non essere compreso nel parametro di scala di equivalenza.

Ciò significa che una persona occupabile che fa parte di un nucleo familiare percettore dell’Adi, potrà comunque fare domanda per il Supporto. In questo modo all’integrazione mensile garantita dall’Assegno si aggiungono altri 350 euro per ogni componente occupabile che partecipa alla politica attiva. 700 euro al mese se due, 1.050 euro se tre, e così via.

A tal proposito, ecco quali sono le condizioni per poter incrementare l’Assegno di inclusione con il Supporto per la formazione e il lavoro e come fare concretamente per assicurarsi l’aumento.

Assegno di inclusione, chi può fare anche domanda per il Supporto per la formazione e il lavoro

Da dicembre 2023 è possibile fare domanda per l’Assegno di inclusione, la misura che per molti aspetti (dai requisiti all’importo) rimanda al Reddito di cittadinanza con la differenza che è riservata ai nuclei familiari in cui è presente almeno un componente disabile, minore oppure over 60.

L’altra differenza è che con l’Assegno di inclusione i componenti di età compresa tra i 18 e i 59 anni non disabili e senza carichi di cura (sono considerati tali coloro che si prendono cura di un componente con disabilità o non autosufficiente, di un minore di età inferiore a 3 anni o di almeno 3 minori indipendentemente dall’età) non sono considerati nel parametro di scala di equivalenza, ossia quel valore che determina l’importo dell’integrazione in base al numero dei componenti.

Una differenza che in molti casi può comportare una riduzione dell’importo dell’integrazione (fino a 200 euro al mese per ogni componente occupabile) e persino il rischio di non poter accedere alla misura.

Se con il Reddito di cittadinanza il limite era di 6.000 euro per la persona sola aumentabile di uno 0,40 per ogni componente maggiorenne indipendentemente se occupabile o meno, con l’Assegno di inclusione lo 0,40 spetta solo se non occupabile.

Questo significa che un nucleo composto da due persone, di cui un over 60 e un occupabile di 55 anni, aveva diritto a un’integrazione di 8.400 euro l’anno, mentre con l’Assegno di inclusione scende a 6.000 euro l’anno.

Se quindi nel primo caso si aveva diritto a un sostengo fino a 700 euro al mese, con l’Adi si riduce a 500 euro.

Tuttavia, come anticipato, per il componente occupabile vi è la possibilità di prendere parte a una diversa misura di politica attiva: il Supporto per la formazione e il lavoro, con il quale aggiungere all’integrazione un sostegno mensile di 350 euro.

Ciò, però, è possibile solo quando l’Isee familiare è pari o inferiore a 6.000 euro (mentre per l’Adi il limite è di 9.360 euro).

Come aumentare l’Assegno di inclusione con il Supporto per la formazione e il lavoro

Per cumulare l’Assegno di inclusione con il Supporto per la formazione e il lavoro bisogna fare due domande separate.

Da una parte la richiesta per l’Assegno di inclusione con la sottoscrizione del Patto di attivazione digitale da parte di tutti i componenti del nucleo eccetto quelli occupabili in quanto non considerati nel parametro di scala di equivalenza, dall’altra la richiesta per il Supporto per la formazione e il lavoro con tutto l’iter che ne consegue.

A differenza dell’Assegno di inclusione, infatti, con il Sfl il pagamento della somma spettante non è automatico una volta accolta la domanda. Bisogna prima completare i seguenti passaggi:

  • Presentare domanda di Sfl all’Inps in via telematica
  • Iscriversi al Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa (Siisl)
  • Sottoscrivere il Patto di attivazione digitale (Pad) all’esito positivo dell’istruttoria della domanda
  • Sottoscrivere il Patto di servizio personalizzato
  • Frequentare un corso o altra iniziativa di attivazione lavorativa

Solo una volta completato anche l’ultimo step, frequentando un corso o un’altra iniziativa di attivazione lavorativa (qui l’elenco completo) si ha diritto a un bonus di 350 euro che è bene sottolineare ha una durata ridotta rispetto all’Assegno di inclusione: quest’ultimo, infatti, spetta per 18 mesi rinnovabili ogni volta (senza limite) per altri 12 mesi, mentre il sostegno del Supporto per la formazione e il lavoro ha una durata limitata a un anno senza possibilità di rinnovo.

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