Serie A: ritiro e screening, ecco come può ripartire

Leonardo Pasquali

16/04/2020

Il calcio italiano vuole ripartire, sarà data priorità alla Serie A. Si studia un piano per poter tornare a giocare attraverso ritiri e screening.

Serie A: ritiro e screening, ecco come può ripartire

La Serie A potrebbe riaprire i battenti. La Commissione medico scientifica della FIGC sta studiando un protocollo sanitario per far ripartire i principali campionati.

Due le misure su cui si sta riflettendo: uno screening per evitare contagi all’interno del ‘gruppo squadra’ e un ritiro simile a quello estivo.

Solo una volta stabilite le modalità strategiche si potrà convergere su una data per tornare a giocare. A questo proposito sul tavolo sono già presenti diverse ipotesi.

Serie A può ripartire con screening e ritiri

Il professor Paolo Zeppilli che presiede la Commissione medico scientifica della FIGC è al lavoro per mettere a punto un protocollo sanitario di garanzia per far ripartire prima il campionato di Serie A, solo successivamente Serie B e Serie C.

L’emergenza coronavirus ha paralizzato il mondo del calcio e si sta cercando la strategia migliore per tornare a giocare. Questa potrebbe snodarsi in due fasi distinte: screening e ritiro. Entrambe saranno precedute dalla creazione di un ‘gruppo squadra’ ben definito e composto da calciatori, staff tecnico, medici, fisioterapisti, magazzinieri e personale societario.

La prima fase partirà a 72-96 ore dall’inizio del ritiro. Verrà eseguito un test molecolare rapido e un test sierologico, un’anamnesi accurata, una visita clinica ed esami strumentali e del sangue. Poi si passerà al ritiro chiuso, sul modello di quello estivo. In questo modo lo stato di salute di tutti gli elementi potrà essere verificato dal medico sociale, fondamentali saranno le operazioni di sanificazione degli ambienti. Un percorso simile sarà studiato anche per gli arbitri.

Si attende il parere del Governo

Il documento che verrà finalizzato in questi giorni dal professor Zeppilli sarà poi inviato al presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, che a sua volta lo sottoporrà al Governo. L’ultima parola spetterà al Ministro per lo Sport, Vincenzo Spadafora, e a quello della Salute, Roberto Speranza.

Questo invece il parere di Giovanni Rezza, epidemiologo e dirigente per la ricerca presso l’Istituto Superiore della Sanità:

“Essendo il calcio uno sport di contatto, c’è un certo rischio di trasmissione. Siamo quasi a maggio e se dovessi dare un parere tecnico non sarebbe favorevole”.

Per quanto riguarda le ipotesi sulla data in cui si potrà riprendere a giocare si naviga ancora a vista. Gli allenamenti potrebbero riniziare dopo il 3 maggio se l’esecutivo darà l’ok ed eventualmente il campionato potrebbe ripartire solo un mese e mezzo più tardi, a metà giugno. Chiaramente non è possibile al momento fornire indicazioni più specifiche, visto che molto dipenderà dall’andamento dell’epidemia nelle prossime settimane.

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