Con l’ultima riforma delle pensioni è stata prorogata anche Opzione donna, la misura di pensione anticipata pensata per le lavoratrici donne. Ecco le novità a riguardo.
Dopo mesi di battaglie e di attesa finalmente la notizia è ufficiale: Opzione donna, la misura di pensione anticipata pensata per le lavoratrici donne, è stata prorogata per tutto il 2019 permettendo a diverse lavoratrici rimaste escluse di poter accedere al prepensionamento.
La notizia è diventata ufficiale grazie all’approvazione da parte del Governo, avvenuta in settimana, del decreto legge che attua le norme in materia di pensioni.
Non solo la proroga, ma anche diverse novità in arrivo: con il decreto, infatti, non solo viene posticipata la data entro cui maturare i requisiti per accedere alla misura di pensione anticipata, ma vengono introdotte anche alcune novità a riguardo.
Vediamole insieme.
Opzione donna, le novità
Opzione donna è la misura di pensione anticipata che, anche grazie alle modifiche che sono state apportate tra il 2016/2017, ha consentito negli anni passati il prepensionamento di quelle lavoratrici che hanno raggiunto i 57 anni (58 se autonome) di età e i 35 anni di contributi. Tale requisito, per poter usufruire della misura, doveva essere raggiunto entro e non oltre il 31 dicembre 2015.
Con la proroga di Opzione donna approvata dal Governo non solo viene posticipata la decorrenza del termine per raggiungere i requisiti necessari ad andare in pensione anticipata, ma vengono incluse anche le lavoratrici che compiono 59 anni (58 le autonome) entro il 31 dicembre 2018 a condizione di aver raggiunto anche i 35 anni di contributi.
Questo significa che della proroga potranno usufruire anche le nate entro il 31 dicembre 1960 se entro il 31 dicembre 2018 hanno maturato 35 anni di contribuzione.
In base a quanto disposto nel decreto attuativo, resterà in vigore il meccanismo di slittamento delle finestre mobili e non verranno adeguati gli adeguamenti alle speranze di vita Istat.
Opzione donna, calcolo contributivo
E’ bene ricordare, tuttavia, che la scelta di usufruire della possibilità di andare in pensione anticipata tramite Opzione donna non è indolore.
Chi accede a tale regime di prepensionamento, infatti, accetta il calcolo dell’assegno pensionistico con il metodo contributivo, penalizzante da un punto di vista economico.
Si stima infatti che il calcolo contributivo porti a una decurtazione dell’assegno che si aggira intorno al 30%.
E’ vero anche che la decurtazione non può essere predeterminata ma dipendente da diversi fattori, quali l’età a cui si accede alla pensione, la carriera lavorativa e la tipologia di lavoro.
E’ provato infatti che, più bassa è l’età con cui si decide di accedere alla misura, maggiore sarà il taglio mentre le lavoratrici autonome risultano più penalizzate di quelle dipendenti.
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