Perché il green pass non è obbligatorio sui mezzi pubblici locali?

Simone Micocci

29 Settembre 2021 - 13:06

Nonostante un anno e mezzo di pandemia, sui mezzi pubblici persistono i soliti assembramenti. Eppure questo resta uno di quei pochi ambiti in cui il green pass non è obbligatorio.

Perché il green pass non è obbligatorio sui mezzi pubblici locali?

Perché il green pass è obbligatorio in tutti quei posti dove sono frequenti gli assembramenti ma non sui mezzi pubblici? È una domanda che dobbiamo farci, visto che ancora oggi - dopo più di un anno e mezzo di pandemia - sono frequenti gli assembramenti su treni regionali, autobus cittadini, metropolitane.

Immagini che non possono non provocare lo sdegno di tutti coloro che ad esempio dal 15 ottobre prossimo dovranno necessariamente avere il green pass per poter stare sul posto di lavoro. Pensiamo al paradosso di chi si trova a dividere l’ufficio con appena due colleghi e con spazi molto ampi: questo ha la sicurezza che sul posto di lavoro tutti sono in possesso della certificazione verde, ma poi nel tragitto che lo porta a casa si troverà a prendere un autobus affollato, con la minima possibilità di movimento, dove potrebbero esserci anche persone senza certificazione.

D’altronde gli assembramenti sopra i mezzi pubblici sono da sempre presi come esempio da coloro che non sono d’accordo con divieti e obblighi imposti dal Governo per la gestione della pandemia: che senso ha chiudere piscine e palestre se poi il contagio avviene sui mezzi pubblici? Perché il green pass è obbligatorio per le lunghe tratte, dove nei mezzi di trasporto è più semplice garantire il distanziamento, e non quando ci si sposta in città? Domande che a oggi sono senza risposta, o quasi.

Perché il green pass non è obbligatorio sui mezzi pubblici locali

Per evitare polemiche sarebbe bastato ascoltare l’opinione pubblica includendo anche i mezzi pubblici locali nella lista dei servizi per i quali è necessariamente richiesto il green pass. Così non è stato, dunque ad oggi la certificazione è obbligatoria solo per:

  • aerei;
  • navi e traghetti interregionali a esclusione dello Stretto di Messina;
  • treni di tipo Intercity, Intercity Notte e Alta Velocità;
  • autobus che collegano più di due Regioni;
  • autobus adibiti a servizio di noleggio con conducente, a eccezione di quelli aggiuntivi al servizio pubblico locale e regionale.

Per i mezzi pubblici cittadini e regionali vi era stata una mezza proposta, che tuttavia non si è poi realizzata. E a quanto pare il Governo non ha neppure in programma una tale decisione, come confermato a inizio settembre dal Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Enrico Giovannini.

Questo, rispondendo a chi gli chiedeva di una tale possibilità, ha risposto in questo modo:

Sul piano organizzativo non sarebbe gestibile, ne abbiamo discusso con le Regioni nei mesi scorsi.

Niente green pass sui mezzi pubblici, dunque, in quanto “sul piano organizzativo non sarebbe gestibile”. A cosa fa riferimento Giovannini? Probabilmente al fatto che effettuare i controlli non sarebbe così semplice come in altri contesti. Ed effettivamente, specialmente nelle ore di punta, chiedere che ci possa essere un controllore che verifichi uno a uno i passeggeri può essere alquanto proibitivo.

Niente green pass sui mezzi pubblici: davvero non ci sono alternative?

La motivazione data dal Ministro dei Trasporti non convince. D’altronde, è vero che controllare uno a uno i passeggeri sarebbe complicato, ma si poteva comunque procedere con delle verifiche a campione.

Sarebbe stato sufficiente un obbligo, con annessa sanzione, per far sì che una parte di coloro che sono senza green pass rinunciassero alla possibilità di prendere quel mezzo.

Non sarebbe stato abbastanza, ovvio, ma siamo sicuri che nel contempo l’obbligo del green pass non venga aggirato anche in altri settori? Ci sono diverse situazioni in cui chi è senza certificazione viene comunque ammesso a mangiare al ristorante al chiuso, o viene autorizzato ad allenarsi in palestra.

Personalmente, pur conducendo una vita normale, sono stato soggetto a controlli solamente in casi sporadici. Anche perché, va detto, così come sui mezzi pubblici anche in altri contesti il controllo del green pass per tutti coloro che usufruiscono di un determinato servizio non è così semplice come si potrebbe pensare.

Non vedo, dunque, chissà che differenza tra mezzi pubblici locali e altri ambiti.

Come diceva Michel Foucault nella sua opera più importante, “Sorvegliare e punire”, la “sorveglianza deve essere costante nei suoi effetti anche se discontinua nella sua azione”. Anche la minima possibilità di controllo, con annesso il rischio di subire una sanzione, sarebbe stata sicuramente più efficiente di quanto succede oggi, dove i mezzi pubblici restano uno dei luoghi in cui il contagio potrebbe diffondersi più velocemente.

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