Come il Fintech aiuta a risparmiare sulla pensione

Fintastico

20/06/2018

Trasparenza, concorrenza, previdenza più accessibile grazie ai robo-advisor e blockchain: ecco come il Fintech aiuta a risparmiare per la pensione.

Come il Fintech aiuta a risparmiare sulla pensione

Legge Fornero? Quota 100? Se ancora non sappiamo cosa riserverà il futuro prossimo ai fortunati che possono permettersi di preoccuparsi per la pensione, di una cosa possiamo essere certi: i rendimenti attesi con i conti correnti tradizionali sono attualmente veramente bassi, e per orientarsi tra piani di risparmio e accumulo serve una bussola ben indirizzata.

Anche se quello delle pensioni è uno dei settori più conservatori dell’ecosistema, l’uso delle nuove tecnologie può offrire enormi vantaggi e nuovi modi per affrontare le sfide di oggi e di domani. Ma in che modo i progressi tecnologici, e in particolare la tecnofinanza, possono aiutare a gestire le sfide relative al rischio, all’amministrazione e agli investimenti?

Consulenza finanziaria obiettiva e trasparente

L’avvento degli smartphone e l’uso globalizzato del web hanno permesso a soggetti terzi di offrire strumenti e app di confronto per il mercato delle pensioni, come Pension PlayPen o pensions.market, creando di fatto la concorrenza nel mercato tra i fornitori e dando molta più importanza allo status di consulenti.

La quantità di dati disponibili e accessibili a tutti rende i consumatori molto più informati e abili, e ha permesso negli ultimi anni, di abbassare le commissioni e costretto il mercato a proporre tariffe più regolate.

Il settore fintech sta in generale aumentando l’accessibilità agli investimenti pensionistici da parte di una più ampia base di consumatori: i robo-advisors, ovvero i consulenti automatizzati, sono più economici delle loro controparti umane e sono più accessibili. Secondo un rapporto dell’OCSE dal titolo “Robo-advice for pensions”, i robo-consulenti forniscono “consulenza finanziaria obiettiva, coerente e trasparente”, grazie all’uso di algoritmi imparziali che non possono essere influenzati. Questi sopprimono i conflitti di interesse, in particolare quelli derivanti dalle compensazioni ricevute dalle raccomandazioni degli esperti, che potrebbero mettere a repentaglio il rendimento degli investimenti pensionistici.

Anche se è ancora solo una piccola parte del mercato totale degli investimenti, i robo-advisors a livello globale hanno raccolto circa 225 miliardi di dollari di asset under management (AUM) a partire dal 2017, una cifra che dovrebbe salire a più di un trilione entro il 2021.

Più efficienza e migliore gestione dei dati

Oltre alla funzione di “calmiere” e di “apertura” del mercato, il fintech può aiutare anche ad aumentare l’efficienza dei regimi pensionistici e la progettazione dei prodotti. L’innovazione include migliori soluzioni di gestione del rischio, automazione dei processi di investimento e facilitazione della conformità normativa, ma anche una migliore gestione dei dati personali, tema molto sentito anche alla luce delle nuove direttive che sono entrate in vigore, una su tutte la “temibile” GDPR.

Parlando ad esempio di modalità di finanziamento dei piani pensionistici, fondamentale è saper prevedere gli sviluppi futuri e le modifiche prevedibili a qualsiasi fattore che possa influenzare i finanziamenti. Con i dati, questo diventa più facile da prevedere. Infatti i dati dei membri possono essere utilizzati per fornire proiezioni personalizzate, attraverso modalità che permettono di rispondere in modo più preciso e attento alle richieste dei clienti.

Blockchain per la pensione

Sempre secondo l’OCSE, in un altro rapporto dal titolo “Technology and Pension”, la tecnologia alla base della blockchain facilita transazioni più economiche e sicure e potrebbe avere delle applicazioni specifiche proprio per il settore delle pensioni. Ad esempio nella gestione del portafoglio: nel trading, riconciliazioni, gestione cambi, ribilanciamento del portafoglio. Inoltre la distributed ledger technology potrebbe aiutare a ottimizzare l’amministrazione delle pensioni, come le soluzioni di identificazione automatica e la registrazione e il trasferimento dei dati. Offrendo a tutti gli attori coinvolti l’accesso a un database unificato e a prova di manomissione, la necessità di riconciliazione dei trasferimenti/contributi sarebbe drasticamente ridotta.

Infine potrebbero utilizzare questa tecnologia anche le piattaforme online che abilitano le transazioni e permettono alle persone di monitorare la loro situazione pensionistica. L’Inps ha recentemente fatto passi da gigante per quanto riguarda la trasformazione digitale, e un esempio su tutti è sicuramente la cosiddetta “busta arancione” con la quale il contribuente è in grado di sapere quanto ragionevolmente può aspettarsi dal suo futuro assegno pensionistico. La busta non è più cartacea, ma rigorosamente online e dematerializzata.

Il settore previdenziale segue indubbiamente le principali tendenze fintech, ponendo i consumatori al centro del mercato. Fornisce quindi un approccio modulare volto a soddisfare l’ampia gamma di esigenze che variano da consumatore a consumatore, portando a partnership flessibili tra le parti interessate. A guidare questo cambiamento, è la “quota millennial” della clientela che sta rimodellando le esigenze e l’esperienza dei consumatori. Una migliore analisi dei dati finanziari e l’uso dei big data consentono piani di pensione più personalizzati per i consumatori, che possono così avere ora più controllo sulle loro vite finanziarie.

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