Controllo email aziendale: è reato se la posta elettronica è protetta da password

Chiara Troncarelli

29 Aprile 2016 - 14:30

Sul tema è intervenuta la Cassazione che ha condannato un lavoratore per accesso abusivo alla casella di posta elettronica di un collega che era protetta da password.

Controllo email aziendale: è reato se la posta elettronica è protetta da password

Si può controllare la mail aziendale di un dipendente?

Accedere alla casella di posta di un lavoratore costituisce un reato di natura penale se la mail aziendale è protetta da una password.

È quanto ha stabilito la Cassazione, sezione penale, nella sentenza n. 13057/2016, confermando la condanna già inflitta in Corte di Appello ad un dipendente pubblico che aveva più volte letto la posta elettronica di un collega e scaricato alcuni documenti.

Quale reato commette chi legge la mail aziendale di un collega?

Secondo la Suprema Corte, si commette il reato di accesso abusivo a sistema informatico ogni volta che una casella e-mail è protetta da una password personale, anche quando la posta elettronica fa parte di un sistema informatico aziendale.

La Cassazione ha infatti chiarito che

“la casella mail rappresenta un sistema informatico rilevante ai sensi dell’art. 615 ter del codice penale”

specificando poi come le caselle mail rappresentino il domicilio informatico del dipendente, pertanto gli accessi non autorizzati integrano il reato di accesso abusivo al sistema informatico.

Cosa sono i sistemi informatici?

La Cassazione ha chiarito che il legislatore con l’espressione «sistemi informatici» ha voluto fare riferimento a

“concetti già diffusi ed elaborati nel mondo dell’economia, della tecnica e della comunicazione”

per poter offrire strumenti di tutela contro

“nuove forme di aggressione alla sfera personale, rese possibili dallo sviluppo della scienza”.

I sistemi informatici rappresentano quindi una

“espansione ideale dell’area di rispetto pertinente al soggetto interessato, garantita dall’art. 14 della Costituzione e penalmente tutelata nei suoi aspetti più essenziali e tradizionali dagli artt. 614 e 615 c.p.”

La privacy va tutelata anche in ufficio

Se quindi la mail aziendale è un vero e proprio domicilio costituzionalmente inviolabile, fondamentale è dunque la presenza di una password personalizzata dall’utente.

In questo modo infatti emerge chiaramente la volontà di non condividere il contenuto delle proprie e-mail, rendendo di fatto tale spazio virtuale privato e riservato. Tale principio vale anche nel caso di indirizzi di posta elettronica aziendali ed opera anche nei confronti dei propri superiori: l’apposizione della password infatti, così come ha statuito la Cassazione

“dimostra che a quella casella è collegato un ius excludendi di cui anche i superiori devono tener conto”.

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