Colloquio di lavoro: 5 domande da fare per essere assunti

Redazione Lavoro

26/12/2021

Porre le giuste domande nel corso di un colloquio di lavoro può mettere a proprio agio il candidato oltre a ottenere informazioni importanti in merito al ruolo per il quale ci si è candidati. Ecco 5 domande da fare per essere assunti.

Colloquio di lavoro: 5 domande da fare per essere assunti

Liza Kirkpatrick, il direttore del Career Management Center della Kellogg School of Management, ha stilato 5 domande che tutti i candidati dovrebbero fare durante un colloquio di lavoro. Superare la timidezza e sostenere la conversazione sono caratteristiche fondamentali per lasciare il segno e colpire il reclutatore.

Inoltre, porre le giuste domande durante un colloquio di lavoro è importante per ottenere le giuste informazioni in merito alla posizione per la quale ci si è candidati e per mettere a proprio agio sé stessi, sicuri della buona performance eseguita.

Quali sono le 5 domande che ogni candidato dovrebbe fare in sede di colloquio per ottenere un nuovo lavoro?

1) Quali sono le sfide più grandi che dovrò affrontare nei primi 90 giorni e come verrà misurato il successo?

Questa prima domanda è importante per tutti i candidati che ambiscono a un profilo di alto livello: nel caso in cui, invece, si trattasse di una posizione meno elevata, è bene evitare di sollevare la questione.

Novanta giorni è il periodo necessario per un’azienda per capire se il candidato scelto è quello giusto per quel posto oppure se il suo impegno o le sue capacità non rispecchiano le aspettative aziendali. Al termine del periodo di prova, quindi, si tirano le somme: conoscere in partenza le aspettative che l’azienda ha sul candidato e gli obiettivi che intende raggiungere è sicuramente un punto a proprio favore.

In questo modo, infatti, è possibile capire se le proprie capacità e conoscenze sono o meno sufficienti per svolgere il ruolo e le mansioni richieste. Se non si dovessero possedere tutte le qualità necessarie, però, non serve scoraggiarsi: anche sul campo si possono imparare moltissime skills, basta semplicemente avere voglia di mettersi in gioco.

2) C’è qualcosa nel mio background che ti frena nel proseguire questo colloquio?

La risposta a questa domanda potrebbe essere difficile da digerire, ma spesso è necessario sapere in partenza quello che il datore di lavoro pensa rispetto alle esperienze passate del candidato. La domanda, inoltre, è molto apprezzata in sede di colloquio, perché dimostra un senso di autocoscienza da parte del candidato stesso.

Qualora ci fossero state delle incomprensioni o dei pregiudizi errati nei confronti del candidato, questo è un ottimo modo per mettere in chiaro le cose sin dalla prima fase.

3) Come trova il mio profilo rispetto agli altri candidati contattati?

Una domanda che spesso si stenta ad avanzare proprio per la paura che la curiosità porti allo sviluppo di un pensiero sbagliato da parte del recruiter. In realtà questa domanda dimostra la consapevolezza di essere uno tra i tanti candidati contattati dall’azienda e al tempo stesso vuole far emergere quelle qualità uniche che ciascun candidato possiede.

Chiedendo un confronto del proprio profilo con le altre risorse, si possono mettere in luce i propri punti di forza e ciò di cui ci si sente più sicuri. Alternativamente, per le aree nelle quali è visibile una certa debolezza è possibile mettere in luce quanto appreso dalle precedenti esperienze di lavoro.

4) La pandemia ha causato eventi e crisi senza precedenti per molte aziende. Come hai affrontato la situazione, come manager?

Con questa domanda, oltre a portare l’attenzione sulla figura del manager, si cerca anche di capire in quale modo i diversi capi d’azienda hanno affrontato la crisi pandemica e quale sia la strategia migliore per affrontare questa crisi.

La risposta sarà onesta e autentica, magari riporterà eventuali problematiche riscontrate nel periodo pandemico oltre a mettere in luce quali siano state le mosse vincenti per affrontare la crisi. Al tempo stesso, il manager potrebbe avanzare la stessa domanda al candidato, interrogandolo sul suo modo di procedere di fronte alla pandemia.

5) Riflettendo sulla tua esperienza, cosa hai visto fare dall’azienda per promuovere la diversità, l’equità e l’inclusione?

L’obiettivo di questa domanda è chiaramente capire la posizione dell’azienda in merito a diversità, equità e inclusione, ma non è certo un modo per mettere in crisi il manager (come molti potrebbero pensare).

Ponendo questa domanda il candidato sarà in grado di valutare quali sono i valori dell’azienda e quali siano gli interventi introdotti per raggiungere un certo scopo.

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