Arretrati nuovo contratto dipendenti pubblici: quando arrivano i soldi e importi

Simone Micocci

22 Dicembre 2021 - 10:31

Dipendenti pubblici, in arrivo un maxi assegno con gli arretrati del rinnovo di contratto. Ecco quanto spetta e quando è previsto l’arrivo dei soldi.

Arretrati nuovo contratto dipendenti pubblici: quando arrivano i soldi e importi

Il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici porta con sé aumenti di stipendio per gli anni 2019, 2020 e 2021 (e successivi); di conseguenza, dal momento che gli incrementi partiranno solamente nel 2022, bisognerà riconoscere gli arretrati non pagati nell’ultimo triennio.

La modalità di pagamento è la stessa di quella già prevista per l’ultimo rinnovo del contratto: ci sarà un assegno una tantum comprensivo di tutti gli arretrati non erogati che tuttavia non dovrebbe essere pagato a breve. Un assegno che in media potrebbe anche avvicinarsi ai 2.000,00€.

Ricordiamo, comunque, che per il momento l’accordo sul rinnovo del contratto è stato firmato solamente per il comparto funzioni centrali, di cui fanno parte ministeri, agenzie ed enti pubblici non economici come INPS e INAIL. Quanto segue, dunque, vale solamente per i dipendenti pubblici che appartengono al suddetto comparto.

Arretrati degli aumenti di stipendio non pagati: quanto spetta

Come confermato dai sindacati, con il rinnovo del contratto ci sarà uno stipendio a regime, quindi a partire dal 2021, che varia dal 3,78% al 4,15% della parte tabellare della retribuzione. La percentuale più alta spetta per le fasce retributive più basse; queste, infatti, potranno beneficiare dell’effetto contabile dovuto al consolidamento dell’elemento perequativo.

Si tratta di aumenti medi e lordi di 117,00€, un netto medio di circa 90,00€ secondo quanto rilevato dai sindacati. Nell’assegno una tantum con cui verranno pagati gli arretrati, quindi, ci sarà sicuramente l’aumento di stipendio non riconosciuto nel 2021, che appunto equivale a 117,00€ moltiplicati per tredici mensilità. In media, quindi, si tratta di 1.521€ lordi, 1.170,00€ netti.

A questa somma, che ricordiamo essere un valore medio e dunque ci saranno dipendenti pubblici che prenderanno di più e altri di meno (tutto dipende dallo stipendio percepito), si aggiungono poi gli arretrati non corrisposti per il 2019 e 2020, quando tuttavia la misura dell’incremento era più bassa.

Per il biennio 2019-2020, il calcolo degli arretrati è il seguente:

  • 1,3% della parte fissa dello stipendio per il 2019;
  • 2,01% della parte fissa dello stipendio per il 2020.

Da queste percentuali bisognerà però sottrarre quanto già percepito a titolo d’indennità di vacanza contrattuale, ossia uno 0,3% dello stipendio dalla primavera del 2019 e dello 0,5% dal luglio 2021.

A queste tre quote - arretrati 2019, 2020 e 2021 - si aggiungono poi eventuali mensilità del 2022 qualora gli aumenti non dovessero partire già da gennaio 2022.

In totale si tratta di arretrati da 10 miliardi di euro, cifra di cui lo Stato già dispone perché stanziata appositamente per il rinnovo contrattuale dalle Leggi di Bilancio degli anni scorsi.

Dipendenti pubblici: quando arrivano gli arretrati dell’aumento di stipendio?

Sempre i sindacati hanno fatto una previsione su quando questo maxi assegno potrebbe essere pagato ai dipendenti pubblici. Se per il comparto Funzioni centrali l’aumento di stipendio dovrebbe esserci già nella busta paga di gennaio 2022, per il maxi assegno con gli arretrati bisognerà attendere la primavera.

Secondo il programma definito a margine dell’accordo, infatti, per il calcolo e il pagamento dell’assegno una tantum degli arretrati bisognerà attendere almeno fino ai primi giorni di aprile 2022.

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