Voto a 16 anni: pro e contro della proposta di Letta

Isabella Policarpio

16/03/2021

16/03/2021 - 20:49

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Votare alle elezioni a 16 anni è la proposta tornata in auge con l’elezione di Letta a segretario del PD. In molti Paesi del mondo è già realtà. Quali sono pro e contro di votare prima della maggiore età?

Voto a 16 anni: pro e contro della proposta di Letta

Il voto a 16 anni potrebbe tornare nell’agenda del PD, dato che a proporlo era stato proprio Enrico Letta - il neo segretario - nel 2019.

L’idea di estendere il diritto di voto ai sedicenni non è una novità e nemmeno un’esclusiva italiana: sia in Europa che nel resto del mondo ci sono diversi Stati che hanno ampliato la platea elettorale ammettendo i minori di 18 anni.

La Costituzione, all’articolo 2, stabilisce che il diritto di voto attivo di acquisisce al compimento del diciottesimo anno di età, momento che - per tradizione - segna la “maturità” dei cittadini. Tuttavia anche i 16 anni assumono rilievo legale in diversi ambiti: ad esempio si può iniziare a lavorare, avere una relazione consensuale con un maggiorenne e convolare a nozze (a certe condizioni).

Se ancora non sai che posizione avere nei confronti di questa proposta, ecco pro e contro del voto a 16 anni.

Diritto di voto a 16 anni: a volerlo non è soltanto il PD

Il voto a 16 anni, anche se è tornato in auge con l’elezione di Letta, non è una esclusiva del PD. Anzi, fu proposta nel 2007 da Veltroni, nel 2011 da Boeri e nel 2015 dalla Lega nord.

Inoltre, negli ultimi anni, è stato uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5 stelle, secondo i quali il diritto di voto dovrebbe essere abbassato addirittura a 14 anni.

Come mai in molti sperano nel voto a 16 anni? Senza dubbio abbassare l’età dei votanti consentirebbe di ampliare notevolmente l’elettorato e frenare il triste trend che vede sempre meno cittadini recarsi alle urne.

Abbassare l’età del diritto di voto: i pro

Oltre all’ampliamento del numero degli elettori, il voto a 16 anni potrebbe “bilanciare” il gap generazionale che si verifica ad ogni tornata elettorale. L’età media degli aventi diritto pende inesorabilmente verso la terza età, per questo ammettere i sedicenni al voto potrebbe “riequilibrare” tale scompenso.

Inoltre si avrebbe il vantaggio di avere elettori entusiasti e portatori di una nuova coscienza politica, perlopiù estranea ad adulti e anziani: ad esempio avrebbero più peso la tutela dell’ambiente e la digitalizzazione, argomenti strategici per la ripresa dell’economia italiana nell’ottica della sostenibilità (e secondo le indicazioni dell’Europa).

I contro

Non tutti sono d’accordo con la proposta di Enrico Letta. Gli scettici si basano su queste argomentazioni: in primo luogo la distanza, soprattutto riguardo la consapevolezza politica, tra i 16 e i 18 anni, e per secondo il fatto che sono gli stessi sedicenni ad essere dubbiosi o disinteressi riguardo al diritto di voto.

Tra i contro ci sarebbe il fatto che un sedicenne è nel pieno dell’età evolutiva, sia fisica che morale, e quindi il suo convincimento politico non è completamente formato.

In quali Paesi si vota a 16 anni

Esiste una lunga lista di Paesi, in Europa e nel mondo, in cui votare a 16 o 17 anni è realtà.

L’ampliamento del diritto di voto è avvenuto negli ultimi 15-10 anni in quasi tutti gli Stati dell’America latina: Argentina, Cuba, Brasile ed Ecuador.

In ambito europeo, invece, i sedicenni possono votare nel cantone di Glarona in Svizzera, in alcuni Lander della Germania, in Austria, Grecia e a Malta.

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