Vaccino Covid: quali Paesi lo avranno prima (e dov’è l’Italia)

Fiammetta Rubini

11/12/2020

02/12/2022 - 11:01

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Vaccino coronavirus: è lotta a chi lo riceverà per primo. Tutti i Paesi vogliono assicurarsi in anticipo centinaia di milioni di dosi, con la posta in gioco che non potrebbe essere più alta.

Vaccino Covid: quali Paesi lo avranno prima (e dov’è l’Italia)

C’è grande attesa per il vaccino anti-coronavirus, con diversi Paesi che si stanno mobilitando per averlo il prima possibile.

Tra maxi accordi tra Big Pharm e governi, e finanziamenti miliardari, quella per il vaccino contro il Covid si configura sempre di più come una lotta a chi arriverà per primo e ne riceverà di più. Arrivare primi al vaccino anti-Covid potrebbe diventare una nuova moneta di potere geopolitico, come lo sono ora il petrolio e le armi nucleari. I governi vi faranno affidamento per rilanciare le loro economie e garantire la stabilità politica.

Ecco quali sono i Paesi che si stanno avvantaggiando in questa corsa e dove si colloca l’Italia.

Vaccino Covid: i primi Paesi a riceverlo

L’ago della bilancia pende a favore dei Paesi ricchi, quelli che possono creare vaccini, testarli, produrli e imbottigliarli, oltre che di quelli che hanno maggiori risorse economiche da investire in accordi di distribuzione.

Le vaccinazioni sono ufficialmente partite in Gran Bretagna, prima in Europa, in Cina e negli Emirati Arabi, la Russia ha annunciato l’avvio del programma di vaccinazioni con il vaccino Sputnik V registrato ad agosto, e già migliaia di persone sono in lista d’attesa per riceverlo questo weekend. Intanto anche gli Stati Uniti sarebbero pronti a ricevere il vaccino Pfizer: superata l’impasse, il comitato consultivo della FDA potrebbe concedere l’autorizzazione per l’uso di emergenza da sabato 12 dicembre.

Intanto si prepara la Germania, che si sta affrettando a creare centinaia di centri di vaccinazione di massa: il piano prevede il via delle vaccinazioni a inizio gennaio 2021, ed entro primavera i vaccini anti-Covid saranno disponibili presso gli studi medici.

A gennaio anche la Francia inizierà la somministrazione del primo milione di dosi di vaccino ai residenti delle case di cura e ai membri del personale; a febbraio la campagna vaccinazioni sarà estesa a circa 14 milioni di anziani e persone con patologie pregresse, e in primavera 2021 al resto della popolazione.

Per l’Italia la data cruciale è il 15 gennaio: si vaccineranno prima le categorie più esposte, quindi operatori sanitari e socio sanitari e ospiti delle Rsa. Con l’arrivo delle nuove dosi, da marzo si aprirà alle altre categorie come over 80 e over 60.

Gran Bretagna

Il primo Paese in Europa è stata la Gran Bretagna, che ha iniziato a vaccinare i suoi cittadini a partire dagli anziani nelle case di riposo e il personale medico, con il vaccino Pfizer-BioNtech. La società ha firmato accordi anticipati con l’Ue per circa 200 milioni di dosi iniziali, a cui potrà essere aggiunta una seconda tranche di 100 milioni di flaconi. L’Italia riceverà 27 milioni di dosi all’inizio, con la distribuzione che prenderà il via a metà gennaio 2021.

Perché il Regno Unito ha avuto il vaccino anti-Covid prima degli altri? La risposta è semplice: ha saltato l’ultimo step di valutazione del farmaco, bypassando l’Ema (Agenzia Europea per i medicinali). Una scelta che tutti i Paesi membri dell’Ue potevano fare (non è merito della Brexit, come ha detto Matteo Salvini, in quanto la Gran Bretagna è ancora membro UE fino al 31 dicembre), ma nei fatti è una pratica sconsigliata per ragioni legate alla sicurezza.

Cina ed Emirati Arabi

Un Paese che ha già approvato diversi vaccini anti-Covid per l’uso d’emergenza e iniziato a vaccinare quasi un milione di persone è la Cina.

I vaccini sviluppati in Cina sono in gran parte basati sull’inattivazione del virus e alcuni di questi presentano un vantaggio rispetto a quello di Pfizer: possono essere conservati in normali frigoriferi e non a -70 °C. I vaccini cinesi sono il CoronaVac, sviluppato da Sinovac Life Sciences, che è un vaccino inattivato e viene fornito anche con un adiuvante, un immunostimolante che viene somministrato per migliorare la risposta protettiva. La sperimentazione è alla fase 3 e coinvolge anche altri Paesi come Brasile, Indonesia e Turchia. Gli altri vaccini sono quelli prodotti da Sinopharm, entrambi alla fase 3 della sperimentazione. Gli Emirati Arabi ne hanno concesso l’uso di emergenza a settembre, a seguito di test su 31mila partecipanti, ma prima della messa in commercio sono necessari ulteriori test.

I Paesi che rischiano di restare indietro

Gli esperti di salute pubblica globale chiedono a gran voce che i Paesi ricchi considerino i vaccini anti Covid-19 un bene pubblico globale e di destinare finanziamenti e dosi ai Paesi più poveri. “Non solo i viaggiatori non vaccinati possono continuare a diffondere il virus, ma i nostri stessi interessi economici nazionali dipendono da popolazioni straniere sane che mantengono le catene di approvvigionamento globali”, ha detto Ruth Faden, esperta di bioetica presso la Johns Hopkins University. “I paesi ricchi si stanno concentrando principalmente sulla protezione delle proprie popolazioni ma è da miopi pensare che sia solo una questione nazionale”.

Il timore delle agenzie sanitarie globali, che puntano a distribuire equamente il vaccino anti-coronavirus in tutto il mondo, è che gli accordi stretti tra alcuni Paesi con aziende come Pfizer, BioNtech, AstraZeneca e Moderna possano minare lo scopo, assicurandosi milioni di dosi per i propri cittadini a scapito dei Paesi più poveri o a rischio.

“Sarebbe ridicolo se le persone a basso rischio nei Paesi ricchi ricevessero il vaccino prima degli operatori sanitari in Sudafrica”, ha detto Christopher Elias, a capo della divisione dello sviluppo globale della Fondazione Bill & Melinda Gates.

Tuttavia il denaro e gli interessi nazionali possono vincere sul bene del mondo. Gli Stati Uniti e l’Europa, in particolare, stanno facendo ordini anticipati per centinaia di milioni di dosi di vaccini di successo, lasciando potenzialmente le briciole alle parti più povere del mondo. Secondo Medici Senza Frontiere “questa lotta globale ad accumulare vaccini dai Paesi ricchi può alimentare una pericolosa tendenza del nazionalismo dei vaccini”.

Per evitare uno scenario del genere l’OMS e altre organizzazioni internazionali hanno istituito COVAX (Covid-19 Vaccine Global Access), un meccanismo avanzato di impegno sul mercato per i vaccini anti-coronavirus. Lo scopo è garantire un accesso rapido ed equo ai vaccini in tutto il mondo e tutti i Paesi sono invitati a partecipare. Si tratta di uno strumento di gestione del rischio che aumenta le probabilità che uno o più vaccini di successo saranno disponibili in grandi quantità rapidamente dopo l’approvazione normativa per qualsiasi Paese che ne abbia bisogno.

I governi possono accedere a un ampio portafoglio di vaccini candidati utilizzando una gamma di piattaforme tecnologiche creando così un mercato più ampio per garantire la sicurezza della domanda.

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