Vaccini per tutti, o la pandemia non finirà: ma a che punto è il mondo?

Violetta Silvestri

22 Maggio 2021 - 10:00

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Dal G20 al Fondo Monetario Internazionale il monito è solo uno: vaccinare tutto il mondo e subito, altrimenti la pandemia non finirà. Ma a che punto siamo con l’immunizzazione globale? Come fare per dare vaccini a tutti? Alcune risposte.

Vaccini per tutti, o la pandemia non finirà: ma a che punto è il mondo?

Il vaccino come ancora di salvezza per il mondo, ma a una condizione: che arrivi a tutti. Perché se è vero che la pandemia è stata globale e non ha riconosciuto confini, allora anche la cura dovrà essere distibuita in modo omogeneo.

Che l’immunizzazione debba essere disponibile per ogni Paese, anche il più povero, è ormai un ritornello che si ripete da tempo. Ma ora che le grandi economie del mondo scalpitano per tornare a una normalità ancora troppo abbozzata, l’argomento sta diventando più pressante.

Il Fondo Monetario Internazionale e il Global Health Summit del G20 lo hanno ripetuto in queste ore: vaccini per tutti e presto. Ma a che punto siamo nel mondo?

Vaccini: nel mondo solo il 9,5% ha ricevuto una dose

Il Fondo monetario internazionale ha parlato chiaro: occorrono almeno 50 miliardi di dollari per garantire un lancio più rapido dei vaccini contro il coronavirus.

Non solo per la salute, ma anche per il rilancio economico globale, che potrebbe valere rendimenti di 9.000 miliardi di dollari.

Per questo, il FMI ha dichiarato che il 40% della popolazione mondiale deve essere vaccinata entro la fine dell’anno e almeno il 60% entro giugno 2022. Finora, invece, soltanto il 9,5% circa della popolazione mondiale ha ricevuto almeno una dose.

“Nessun Paese può tornare alla normalità fino a quando tutti gli Stati non saranno in grado di sconfiggere la pandemia, ha sottolineato il fondo.

Occorre dunque fare uno sforzo globale e investire altri 50 miliardi di dollari per sostenere il programma di vaccinazione globale. Questa quantità aggiuntiva verrebbe utilizzata per aumentare la copertura del vaccino tramite COVAX (partnership internazionale che vuole garantire un’equa distribuzione delle dosi) al 30% del globo, procurando test ed espandendo la capacità di produzione di vaccini.

Come fare? Almeno 35 miliardi di dollari potrebbero arrivare da donatori pubblici, privati ​​e multilaterali, con il resto proveniente dai Governi, potenzialmente supportati da agenzie multilaterali.

Secondo il FMI, 15 miliardi di dollari sono già resi disponibili dalle strutture di finanziamento Covid-19 create dalle banche di sviluppo, come la Banca mondiale e la Banca asiatica di sviluppo.

Dal G20 l’impegno a vaccinare tutti e subito

Nelle stesse ore - più o meno - in cui si è pronunciato il FMI, è arrivato anche il messaggio del G20 nella cornice del Global Health Summit di Roma.

Il nostro presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha dato voce all’urgenza di questo tempo pandemico: “Vaccinare tutti, ovunque, adesso”

L’equa distribuzione delle dosi è diventata un imperativo categorico, tanto che è tornata in auge la proposta dello stop dei brevetti.

Inoltre, Pfizer, Moderna e Johnson&Johnson hanno annunciato la messa a disposizione di 3,5 miliardi di dosi per i Paesi poveri nel periodo 2021-2022. I vaccini non saranno donati, ma venduti a prezzo di costo o ridotto per le nazioni meno abbienti.

Poi, verrà rafforzato il programma COVAX con l’arrivo di altre 100 milioni di dosi entro il 2021.

Francia e Germania ne daranno 30 milioni. L’Italia si è impegnata per 15, oltre a elargire 300 milioni di euro di risorse per sostenere i Paesi in via di sviluppo, in particolare in Africa, a fabbricare vaccini a livello nazionale grazie anche alle aziende farmaceutiche italiane.

Si arriverà all’obiettivo sperato in questo modo, ovvero vaccinare più persone possibili nel mondo tutto, non solo nelle nazioni più sviluppate? L’interrogativo resta, la certezza, però, è che solo con la salute garantita a livello globale si uscirà da questa crisi epocale.

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