Negli USA il coronavirus fa ancora paura. E Trump spera nel muro in Messico

Violetta Silvestri

24/06/2020

13/04/2021 - 10:45

condividi

Negli USA è ancora allerta coronavirus. A confermarlo l’ultima dichiarazione di Fauci, che smentisce Trump sui test e mette in guardia la nazione. Intanto, il presidente USA, sempre più disorientato, si appella al muro in Messico

Negli USA il coronavirus fa ancora paura. E Trump spera nel muro in Messico

USA ancora in balia del coronavirus. Preoccupa il picco di contagi alcuni Stati, che stanno registrando anche il record nei ricoveri ospedalieri.

L’epidemia non ha ancora allentato definitivamente e in modo omogeneo la sua forza sull’ampio territorio statunitense. In evidenza, soprattutto, un incremento di positivi dove le restrizioni sono state allentate in modo meno controllato.

Anthony Fauci ha messo in guardia la nazione, contraddicendo Trump sulla necessità di fare più test. Intanto, il presidente USA si è appellato al muro in Messico per fermare il virus.

Contagi in crescita negli USA: la situazione

Gli Stai Uniti stanno assistendo a un “aumento preoccupante di casi di coronavirus” in alcuni territori: questa l’ultima dichiarazione di Anthony Fauci, l’esperto di malattie infettive non amato da Trump.

I prossimi giorni saranno fondamentali per capire la reale situazione statunitense. Il numero di nuove infezioni quotidiane è in aumento in oltre la metà di tutti gli Stati americani.

Insieme con l’Arizona, il Nevada e il Texas hanno appena registrato il record di un giorno per i nuovi casi di coronavirus. Altri Stati, tra cui California, Carolina del Sud, Utah, Mississippi e Louisiana, hanno visto un’impennata dei contagiati e del lavoro ospedaliero.

Lunedì 22 giugno, la Florida ha superato i 100.000 casi. L’ospedale di Homestead ha avvertito che la sua unità di terapia intensiva era al completo, secondo NBC. La Florida ha confermato 3.200 nuovi positivi martedì 23 giugno, che ha segnato il sesto giorno di oltre 25.000 casi.

In assenza di un obbligo statale di indossare mascherine, diverse città hanno emesso propri ordini imponendo maschere in pubblico.

Il Texas ha temporaneamente revocato le licenze per l’alcol da diverse aziende che stavano infrangendo le regole di allontanamento sociale.

Martedì 23 giugno il governatore di Washington ha ordinato ai residenti di indossare mascherine in pubblico dopo che lo Stato nord-occidentale degli Stati Uniti ha visto i suoi test positivi aumentare del 35% la scorsa settimana.

Dalla fine di maggio, l’Arizona è emersa come uno dei punti caldi più attivi della nazione per la diffusione di COVID-19, con tendenze inquietanti in diversi parametri di riferimento, tra cui la percentuale di test che si dimostrano positivi per il virus, che è il più alto della nazione .

Alcuni governatori hanno affermato che potrebbero essere costretti ad annunciare nuove misure di blocco.

La confusione di Trump sul coronavirus

Trump ha fretta di chiudere la partita contro il coronavirus ma non sta dimostrando di avere una vera strategia per fermare l’emergenza sanitaria.

Durante il suo deludente comizio a Tulsa ha ipotizzato di fare meno test per cercare di registrare meno casi. Un metodo discutibile, subito smentito da Fauci, il quale ha invece sottolineato che si faranno più tamponi.

La confusione di Trump sull’epidemia negli USA è nuovamente emersa nella sua visita al confine con il Messico, dinanzi all’imponente muro fatto costruire per arginare i migranti messicani.

Orgoglioso dell’opera da lui fortemente appoggiata, Trump ha esclamato: “Il muro ha fermato tutto, ha fermato anche la COVID-19”.

I fatti, in realtà, mostrano che la storia non sta andando proprio così e una barriera di cemento, seppur imponente, non potrà affatto fermare la disperazione umana e un virus, che necessita di altri sistemi per essere arginato. Gli USA sembrano ancora lontani dal risolvere l’epidemia.

Iscriviti a Money.it