Un pensionato può fare da garante per un mutuo?

Claudio Garau

10 Febbraio 2023 - 12:56

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Aprire un mutuo significa dover rispettare un articolato percorso che porta alla firma del contratto di finanziamento. Il garante è una delle figure chiave: può esserlo un pensionato?

Un pensionato può fare da garante per un mutuo?

Tutti conosciamo, quanto meno a grandi linee, che cos’è un mutuo e a che cosa serve. Esso è un particolare contratto che prevede un finanziamento da restituirsi a rate in un certo numero di anni, versando un “sovrapprezzo” come tasso di interesse, fisso o variabile.

Qui di seguito intendiamo affrontare l’argomento mutui, prendendo in considerazione la figura del garante. D’altronde vero è che sono diversi gli elementi che le banche esaminano prima di accettare una domanda di mutuo. Gli istituti di credito di solito verificano che il richiedente abbia effettivamente i requisiti essenziali per poter riconsegnare la somma presa in prestito nel corso del tempo, e ci riferiamo alla solidità economica, all’affidabilità e alla capacità di onorare il debito, rimborsando con puntualità le rate del finanziamento. Attenzione però, ci sono più circostanze nelle quali le banche, per tutelarsi, hanno necessità di garanzie specifiche ed è qui che entra in gioco la figura del garante mutuo.

In particolare, il garante può essere un pensionato? E se sì, entro che limiti? Lo scopriremo assieme nel corso di questo articolo, cogliendo anche l’occasione per ricordare i tratti essenziali del contratto di mutuo e i passaggi che portano a firmarne uno. I dettagli.

Cos’è un mutuo ipotecario in breve: i passaggi chiave per ottenerlo

Facciamo chiarezza su alcuni termini e aspetti già noti ai più, ma su cui bisogna avere la piena consapevolezza per capire qual è la risposta corretta al quesito che ci siamo posti in apertura. Sottoscrivere un mutuo significa trovare un accordo con un istituto di credito, da cui si riceverà un prestito o finanziamento per l’acquisto di un immobile. Detto prestito dovrà poi essere restituito a rate con un certo interesse, sulla scorta di un accordo tra il mutuatario e l’istituto stesso. Entra in gioco quello che è chiamato ’piano di ammortamento’.

Per giungere ad aprire un mutuo è necessario passare da varie fasi, che esporremo di seguito in sintesi:

  • la presentazione della richiesta, nell’ambito della quale l’interessato e futuro mutuatario dovrà fornire la documentazione legata ai propri dati anagrafici, ai propri redditi e all’immobile per cui si vuole richiedere il finanziamento finalizzato all’acquisto;
  • l’analisi di fattibilità, effettuata dalla banca o da un intermediario, avente il preciso scopo di valutare il rischio di finanziamento. Si tratta di uno step preventivo con cui la quale la banca considera le caratteristiche del richiedente e il possesso di quest’ultimo dei requisiti basilari per accedere al credito;
  • la perizia dell’immobile, in modo da valutarne l’effettivo valore, sul quale poi viene fissato l’ammontare del mutuo;
  • la relazione notarile preliminare, vale a dire una relazione predisposta da un notaio a proposito dell’immobile in oggetto e la sua ’storia’ (passaggi di proprietà, mancanza di ipoteche e così via);
  • la delibera ufficiale del finanziamento, grazie alla quale il mutuatario ottiene notifica dell’approvazione del finanziamento;
  • il contratto di mutuo vero e proprio, che è sottoscritto sulla scorta di un accordo tra le parti e che include in modo preciso informazioni chiave legate, ad esempio, al TAEG, alla scadenza delle rate, e non solo.

Ricordiamo anche che, in linea generale, il valore più significativo per scoprire qual è il mutuo più idoneo alle proprie esigenze è il TAEG, ovvero un tasso che include sia gli interessi che le spese e le tasse. Mentre dopo aver attivato un mutuo, colui che lo ha richiesto dovrà sempre fare riferimento al suddetto piano di ammortamento del mutuo, che di fatto consiste nel programma di restituzione o rimborso a rate del debito contratto con la banca. Detto piano prevede in modo dettagliato la restituzione del capitale erogato dalla banca e degli interessi maturati.

L’ipoteca sul mutuo

C’è poi un altro particolare molto importante che è l’iscrizione dell’ipoteca da parte del notaio, la quale indica che, in caso di impossibilità di restituire il finanziamento, l’istituto di credito entrerà in possesso dell’immobile e potrà conseguentemente venderlo per rivalersi e ottenere ciò che non è stato in precedenza versato dal mutuatario - così come invece previsto nel contratto di mutuo.

Dal punto di vista tecnico, l’ipoteca consiste nell’unica forma di garanzia reale (ovvero su un bene) per l’attivazione del mutuo. Grazie all’ipoteca, infatti, l’istituto di credito ottiene un diritto di prelazione sul bene e dunque si protegge in ipotesi di insolvenza da parte del debitore / mutuatario. Ricordiamo anche che per sua natura il diritto di prelazione permette di soddisfare il credito vantato con precedenza rispetto ad altri creditori.

Di fatto l’ipoteca si ottiene con un’iscrizione ai registri immobiliari, secondo un’operazione che di solito è svolta da un notaio. Mentre il bene oggetto di ipoteca - che nel caso di un mutuo è la casa acquistata (o ristrutturata) - resta nella totale disponibilità del proprietario.

Il garante del mutuo ipotecario

Non di rado, quando una persona chiede di aprire un mutuo, al momento di inoltrare la domanda di mutuo, viene richiesta la firma di un garante, detto anche fidejussore. Quest’ultimo occorre a tutelare l’istituto di credito in caso di inadempienze del mutuatario. Infatti, qualora il privato che ha richiesto il finanziamento non restituisse il dovuto, la banca avrà il diritto di chiedere al garante il rimborso delle rate al posto del mutuatario.

La prassi dell’ambito ci insegna che la banca non di rado chiede, specialmente se il finanziamento è consistente, di abbinare alla garanzia ipotecaria sopra menzionata anche altre garanzie supplementari, come appunto la fidejussione. Ricordiamo che questa garanzia è accessoria, in quanto resta valida esclusivamente se il contratto al quale è correlata è anch’esso valido.

Una delle situazioni più comuni di questo tipo, ad esempio, è quella che vede i genitori fare da garante per un figlio giovane che intende acquistare un’abitazione per sé e/o per la sua famiglia.

Quando serve un garante?

Di solito la figura del garante viene richiesta quando le capacità finanziarie del mutuatario non vengono ritenute ’sufficienti’ dall’istituto di credito per concedere il mutuo. Si tratta, quindi, di una forma di garanzia aggiuntiva che è finalizzata a proteggere il credito in caso di inadempimento del debitore. In tal modo la banca può rivalersi su un’altra persona qualora il debitore, in futuro, non fosse in possesso di un patrimonio o reddito cui far riferimento.

Ricapitolando, sono questi i punti chiave della garanzia di cui stiamo parlando:

  • si tratta in ogni caso un impegno vincolante, e di conseguenza il garante deve essere perfettamente conscio dei rischi in cui andrà a trovarsi, come anche della propria solvibilità, ovvero della capacità di far fronte all’impegno finanziario assunto;
  • è previsto un limite di importo, oltre il quale il garante non è tenuto a rispondere dei versamenti al posto del mutuatario;
  • la fideiussione cessa con l’estinzione del debito legato al mutuo;
  • in ogni caso il fideiussore / garante ha diritto di regresso, ovvero ha la possibilità di richiedere al debitore di restituirgli quanto versato per suo conto. In pratica il fideiussore si sostituisce in un certo senso alla banca perché dovrà agire contro il mutuatario per conseguire la cifra, che era destinata all’istituto e che ora deve essere versata a lui, siccome ha saldato il debito al posto del mutuatario.

Il garante sottoscrive il contratto di mutuo accettandone tutte le clausole, proprio come se fosse il mutuatario. Egli inoltre dichiara di poter sostenere la spesa della rata ed è obbligato a presentare tutti i documenti necessari per conseguire il finanziamento.

Il pensionato può essere garante?

Veniamo a questo punto al quesito iniziale. Ricordiamo anzitutto che alla banca non interessa il grado di relazione con il debitore / mutuatario, ovvero il garante può essere un familiare, un amico o ogni altra persona che sia disposta ad accettare questo ruolo e che dia adeguate garanzie economiche. Infatti ciò che rileva allo scopo dell’accettazione del garante da parte della banca è l’effettiva consistenza del suo patrimonio, vale a dire la reale capacità del garante di saldare l’insoluto del mutuatario.

Ecco perché non dobbiamo sorprenderci del fatto che per fare da garante in caso di mutuo ipotecario, la persona prescelta deve provare di rispondere a specifici requisiti, riguardanti il reddito, il patrimonio e l’età.

In linea generale possiamo così affermare che non serve soltanto il possesso di un patrimonio o reddito solido, che possa coprire la possibile insolvenza del debitore, ma anche un’età idonea. Il garante può dunque certamente essere un pensionato, ma alla condizione che questi non abbia più di 75 anni di età alla data dell’estinzione del mutuo.

Vero è però che negli ultimi anni non poche banche hanno innalzato il tetto a 80-85 anni. E, in ipotesi di decesso, l’impegno preso dal fideiussore passa agli eredi. Specifichiamo anche che qualsiasi garante, compreso il pensionato, non si sostituisce al mutuatario, ma semplicemente subentra soltanto laddove quest’ultimo non riesca a versare la rata del finanziamento.

Due garanti diversi: è possibile?

Inoltre non vi sono particolari limiti alla nomina, perché potenzialmente si può nominare più di una figura che faccia da garante. Ad esempio, si potrebbero nominare entrambi i propri genitori - anche pensionati - e renderli ambedue garanti.

Infine non dimentichiamo che un altro aspetto che le banche esaminano con attenzione, prima di accettare un garante, è quello delle garanzie eventualmente già date. Infatti un fideiussore che avesse già dato la propria garanzia ad altri - pensiamo ad es. al genitore pensionato che è già garante per il mutuo di un altro figlio - avrebbe meno chance di poter garantire un nuovo mutuo. Il motivo è semplice: gli enti erogatori considerano di primaria importanza l’ipotesi più pessimistica, ovvero qui quella per la quale tutti i prestiti per cui si è garanti non siano rimborsati dai rispettivi mutuatari contemporaneamente.

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