L’Ue verso tetto a prezzo di energia e gas: cosa vuol dire e quanto si può risparmiare in bolletta

Stefano Rizzuti

30/05/2022

30/05/2022 - 10:42

condividi

Il Consiglio Ue potrebbe fissare un price cap per l’energia e il gas: cosa vuol dire, quali sarebbero le conseguenze e quanto si risparmierebbe in bolletta?

L’Ue verso tetto a prezzo di energia e gas: cosa vuol dire e quanto si può risparmiare in bolletta

Salta l’embargo del petrolio russo, si avvicina un price cap per il gas a livello europeo. Sono queste le due principali novità in vista del Consiglio Ue straordinario delle prossime ore. Da una parte non si trova l’accordo sullo stop all’importazione del petrolio russo, nonostante ci sia ancora ottimismo nella Commissione, dall’altra si punta a trovare un meccanismo per fissare il tetto massimo del gas.

L’unità dell’Ue sulle sanzioni alla Russia, però, traballa. Il sesto pacchetto non è ancora stato chiuso e gli incontri tra gli sherpa non hanno dato i frutti sperati. Sul petrolio resta l’opposizione dell’Ungheria, nonostante l’esenzione prevista per accontentare il presidente Viktor Orban,

Arriva invece un’apertura sul fronte del gas: la richiesta del presidente del Consiglio, Mario Draghi, di fissare un price cap potrebbe essere accolta. Che cosa vorrebbe dire per l’Italia e per l’Ue? E quali sarebbero le conseguenze e i vantaggi per i consumatori italiani?

Ue, niente accordo su embargo petrolio russo

Gli ambasciatori non hanno ancora trovato l’accordo sull’embargo al petrolio proposto dalla Commissione europea: nello schema d’intesa era prevista l’esenzione per il greggio proveniente dall’oleodotto che collega la Russia a Ungheria, Germania e Polonia. Ma neanche questo è bastato e nelle prossime ore ci saranno nuove riunioni per cercare un compromesso.

Con l’esenzione l’embargo del petrolio sembrava possibile, accontentando le richieste di Orban: il greggio sarebbe stato bloccato solo via mare da fine anno. Lo stop all’embargo del petrolio potrebbe rinviare il sesto pacchetto di sanzioni alla Russia che, difatti, non appare neanche nella bozza delle conclusioni del vertice.

Non perde però l’ottimismo Josep Borrell, Alto rappresentante per la Politica estera Ue: “Penso che nel pomeriggio potremo offrire un accordo ai capi di Stato e di governo”. A suo giudizio al Consiglio europeo non ci sarà il veto di Budapest e si troverà un accordo.

Il tetto europeo al prezzo del gas

Meglio sembra andare sul tetto per il prezzo del gas. La richiesta avanzata più volte da Draghi potrebbe essere accolta, fissando quindi un price cap temporaneo sull’energia. Stando alla bozza delle conclusioni, il Consiglio inviterà la Commissione Ue a valutare le modalità per frenare l’aumento dei prezzi dell’energia, comprendendo anche lo studio della “fattibilità dell’introduzione di tetti ai prezzi temporanei”.

Inoltre si invita l’esecutivo a “proseguire rapidamente i lavori per l’ottimizzazione del funzionamento del mercato dell’energia elettrica europea in modo da resistere alla futura volatilità dei prezzi”. Questo perché il prezzo dell’elettricità viene determinato in base alla fonte energetica più cara, che in questo momento è il gas, non tenendo conto delle diverse fonti e dei diversi prezzi.

L’idea del price cap è stata avanzata negli scorsi mesi da Chigi e prevede di fissare un massimale al costo del gas. Prima Draghi era solo in questa battaglia, poi si è aggiunto il sostegno di Francia e Spagna, ma con il veto della Germania. Ora anche Berlino sembra più favorevole e l’ipotesi di un tetto al prezzo dell’energia è più vicina, per quanto non certa.

Cosa succede con il price cap: le conseguenze in bolletta

Nel caso in cui dovesse essere approvata la proposta contenuta nella bozza, spetterà poi agli uffici della Commissione Ue il compito di studiare un meccanismo che permetta di evitare l’oscillazione dei prezzi. Qualsiasi soluzione, comunque, non piacerà al Cremlino (pur avendo un impatto limitato su Mosca) e soprattutto alle società produttrici ed esportatrici, che finora potevano beneficiare di quelli che vengono definiti extra-profitti.

Proviamo a spiegare perché a rimetterci sarebbero le aziende: solitamente i fornitori comprano il gas sulla base di prezzi fissati da contratti pluriennali, che non risentono degli effetti dei rialzi che abbiamo visto dall’inizio della guerra. Poi, però, vendono l’energia ai prezzi di mercato attuali, quindi molto più alti di quelli dei contratti.

Quanto si può risparmiare in bolletta

Cosa vuol dire questo, concretamente, per i cittadini? Intanto una decisione definitiva dovrebbe arrivare non prima di fine giugno e gli effetti si potrebbero quindi vedere a fine estate. Per capire quali sono le possibili conseguenze prendiamo l’esempio della Spagna, dove il tetto al prezzo dell’energia è già stato fissato nelle scorse settimane.

In Spagna non si potrà vendere il gas a più di 40 euro a megawattora. Secondo le stime del governo si produce un risparmio in bolletta del 40%. Simili i calcoli anche in Portogallo, dove è stato introdotto lo stesso meccanismo. Ci sarebbe, quindi, un risparmio in bolletta per i consumatori.

In realtà questo risparmio, in Spagna, è inferiore al 40% perché vanno calcolati anche i costi di compensazione per i produttori pagati in bolletta: secondo alcune stime, comunque, parliamo del 20-30% in meno di oggi. Va però precisato un altro dato: le stime sulla Spagna sono difficilmente assimilabili a quelle che potrebbero esserci in Italia perché molto dipende dalla situazione specifica della penisola iberica, dove gran parte dell’elettricità non arriva dal gas ma da altre fonti. In ogni caso, un tetto al prezzo potrebbe comportare un risparmio in bolletta anche in Italia.

Iscriviti a Money.it