Trading: leva diretta vs leva effettiva

C. G.

3 Settembre 2018 - 15:42

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Effetto leva nel trading: perché può rappresentare una maledizione e una benedizione allo stesso tempo e quali opportunità offre veramente?

Trading: leva diretta vs leva effettiva

Questo articolo spiega cosa significa l’effetto leva nel trading. Perché può rappresentare una maledizione e una benedizione allo stesso tempo e quali opportunità offre veramente? La risposta a queste e altre domande nel seguente articolo.

L’approfondimento è a cura di Traders’ Magazine Italia

Nel trading in Forex e CFD, posizioni di importo rilevante possono essere negoziate con un capitale relativamente piccolo. A questo scopo, il broker richiede solo un cosiddetto margine, che è una sorta di deposito a garanzia delle operazioni aperte. Per molti broker, il margine richiesto per ciascun prodotto è fisso; a volte invece la scelta è lasciata al trader.

In primo luogo, occorre distinguere tra i due tipi di leva finanziaria. Da un lato, c’è la “leva diretta” che indica semplicemente il rapporto tra volume degli scambi e investimento iniziale. La formula è:

Leva diretta = volume di trading/margine

Facciamo un esempio pratico: il trader A negozia un margine dell’1%, mentre il trader B dello 0,5%. Entrambi negoziano un lotto standard di 100.000 euro nei confronti del dollaro USA (cfr. Tabella 1).

La seconda, molto più importante, leva finanziaria è il rapporto tra il volume di trading e la dimensione del conto. Questa è generalmente definita “leva effettiva”. La formula è:

Leva effettiva = volume di trading/saldo totale dei conti

Fonte: elaborazione dell’autore

Atteniamoci all’esempio precedente dei trader A e B con le rispettive posizioni in euro nei confronti del dollaro statunitense. Supponiamo che il Trader A abbia un saldo complessivo di 25.000 euro e che il Trader B ne abbia uno di 5.000 euro (vedi tabella 1).

Notiamo che il margine iniziale che deve essere affettivamente depositato non ha alcuna rilevanza ai fini del calcolo della leva effettiva. La leva diretta è quindi trascurabile. È rilevante solo quando si tratta di calcolare la “margin call” o quando i trader cercano di operare con un rapporto di leva effettiva troppo alto.

La margin call è in realtà una misura di sicurezza del broker per proteggersi da ulteriori perdite del cliente. O è il dovere delle autorità di vigilanza, che ai fini di tutelare il cliente possono decidere di ridurre la possibilità di utilizzo della leva alzando i requisiti di margine per gli operatori. Tuttavia, in normali condizioni di mercato, con movimenti di prezzo nella norma, un trader esperto non dovrebbe mai passare attraverso l’esperienza di una margin call.

Allo stesso modo anche i trader inesperti dovrebbero sempre assicurarsi che vi sia un sufficiente cuscinetto nel proprio conto e ordini di stop-loss in una posizione aperta molto tempo prima di ricevere la margin call. In definitiva, la margin call si verifica solo quando abbiamo investito troppo (over-leverage) rispetto al capitale disponibile.

La leva effettiva

Quindi, l’attenzione rimane sulla leva effettiva. Con l’aumento del rischio, anche il rischio del trading tende a crescere. La cosa più importante, tuttavia, di cui tutti dovremmo essere sempre consapevoli, è il fatto che il nostro stress è messo alla prova proporzionalmente in relazione alla leva effettiva. Vorremmo dimostrarlo utilizzando l’esempio precedente.

Il trader A ha un conto di 25.000 euro, una leva diretta di 100 e una leva effettiva di quattro nella sua posizione aperta EUR/USD. Trader B ha un conto di 5.000 euro, una leva diretta di 200 e nella sua posizione aperta EUR/USD una leva effettiva di 20. A prima vista, molti di noi inizialmente non vedranno nulla di problematico in questa situazione.

Ora supponiamo che entrambe le posizioni non si comportino come previsto e i trader subiscano una perdita di 250 euro ciascuno. Con un volume di negoziazione pari a 100.000 euro nei confronti del dollaro USA, è sufficiente un solo movimento contrario alle nostre aspettative di circa 27 pips. Il trader A, con la sua posizione aperta, ha subito una perdita pari solo all’1% (250 euro rispetto a 25.000 euro). Il trader B, invece, è già in perdita del 5% e rischia di perdere il controllo della negoziazione. La dimensione della posizione scelta non è proporzionale al suo conto di trading.

Benché la sua leva effettiva sia “solo” 20, chiaramente è ancora troppo alta.
Possiamo dunque generalizzare dicendo che la leva effettiva dovrebbe essere la più piccola possibile? Sì e no, non è così semplice.

Rimaniamo con il Trader B, che ha cambiato la sua strategia passando allo scalping e ora deve fare i conti con una distanza di stop di soli nove pips. La leva effettiva è ancora 20. Tuttavia, il suo rischio di trading di 250 euro è diminuito grazie al posizionamento dello stop-loss a circa 83 euro. In altre parole, in relazione alla dimensione del suo conto, questo rappresenta l’1,67%, un valore abbastanza accettabile nel trading.

Di conseguenza, oltre al rischio di leva effettiva bisogna fare i conti con il rischio di mercato, vale a dire quanti punti o pips di perdita massima possiamo ritenere accettabili in una posizione.

Conclusione

Accanto ad una strategia appropriata, è di fondamentale importanza conoscere e osservare la leva effettiva. Soprattutto per i principianti, è consigliabile mantenere la leva la più bassa possibile e capitalizzare correttamente il conto. Trader esperti in grado di affrontare il rischio e operare in maniera molto disciplinata, invece, possono scegliere una leva effettiva più alta.

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