Tetto al prezzo del gas, cosa succederà dopo le elezioni: l’Italia ci rinuncerà?

Stefano Rizzuti

10/09/2022

14/09/2022 - 16:37

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Quali sono le posizioni dei partiti sul tetto europeo al prezzo del gas e cosa succederà dopo le elezioni politiche del 25 settembre con la nascita di un nuovo governo?

Tetto al prezzo del gas, cosa succederà dopo le elezioni: l’Italia ci rinuncerà?

La crisi energetica e il rischio di un inverno con razionamenti e riduzione dei consumi del gas saranno tra le prime sfide del prossimo governo, quello che uscirà fuori dalle elezioni politiche del 25 settembre. La sfida, in realtà, va affrontata già da ora e tutti chiedono un intervento urgente contro i rincari dei prezzi di gas e luce.

Sul fatto che sia necessario intervenire ora tutti i partiti sono d’accordo e per questo un decreto del governo uscente, guidato da Mario Draghi, arriverà nei prossimi giorni. Ma già su questo non mancano le divisioni, in particolare sulle modalità per affrontare l’emergenza a livello comunitario, a partire dall’ipotesi di imporre un tetto al prezzo del gas.

La certezza, comunque, è che il governo interverrà con un provvedimento contro il caro bollette: un nuovo decreto Aiuti da circa 12 miliardi di euro, probabilmente. Il Consiglio dei ministri ha già approvato la relazione al Parlamento che aggiorna gli obiettivi programmatici di finanza pubblica con maggiori entrate pari a 6,2 miliardi.

Ora il governo presenterà la relazione alla Camere per l’autorizzazione a utilizzare queste risorse per il nuovo decreto. Ma poi bisogna andare oltre e pensare ai prossimi mesi, magari con il tetto europeo al prezzo del gas, come chiede anche il capo dello Stato Sergio Mattarella, che ritiene questa iniziativa urgentissima. Ma quali sono le posizioni dei partiti sul tema? Cosa faranno in caso di vittoria elettorale?

Tetto al prezzo del gas, chi è favorevole

A sostenere l’introduzione del tetto al prezzo del gas (russo e non solo) è sicuramente il governo uscente, a partire dal presidente Draghi. Tra i fautori c’è anche il ministro degli Esteri e leader di Impegno Civico, Luigi Di Maio, secondo il quale l’ostacolo principale al price cap ora è Matteo Salvini, che sembra voler frenare sull’iniziativa europea.

Posizione simile a Di Maio anche per il segretario del Pd, Enrico Letta, che ha chiesto al centrodestra di prendere le distanze da Salvini. Favorevoli al tetto europeo al prezzo del gas ci sono anche gli altri partiti della maggioranza Draghi: Italia Viva, Forza Italia e Movimento 5 Stelle.

La divisione nel centrodestra sul price cap al gas

La coalizione di centrodestra appare invece divisa sul tetto al prezzo del gas europeo. Sicuramente favorevole è Fratelli d’Italia, con Giorgia Meloni che esprime però dubbi per le posizioni di Germania e Olanda che sembrano avere perplessità sulla misura. Fi sostiene la necessità di un intervento comunitario. Ma resta la probabile contrarietà di Salvini, che con le sue posizioni contrarie alle sanzioni alla Russia - ritenute “inefficaci” - sembra mettere in discussione anche il price cap per il gas.

Il tetto al prezzo del gas: cosa succede in Ue?

Dall’Ue arrivano al momento rassicurazioni attraverso le parole del commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, che ritiene urgente il pacchetto energia atteso per i prossimi giorni. Intanto dall’Italia spinge per un’azione rapida il leader di Azione, Carlo Calenda, secondo cui l’Ue sta reagendo con lentezza.

Anche per Benedetto Della Vedova (+Europa) c’è una certa lentezza nella risposta comunitaria, anche perché mancano gli strumenti adeguati, come la figura di un commissario all’Energia con reali poteri. C’è poi un’altra ipotesi, considerata per esempio da Letta: in caso di mancato accordo in Ue, allora servono risposte italiane. Altro tema su cui è ancora presto per capire cosa farà il nuovo governo, in attesa di una decisione a livello comunitario.

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