Come è fatta la rivoluzionaria batteria di una Tesla (video)

Marco Lasala

12 Luglio 2022 - 12:08

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È il riferimento per i produttori di auto elettriche, così c’è chi, al fine di scoprirne i segreti, ha smontato il pacco batteria di una Tesla Model Y scoprendo una tecnologia...

Tesla Model Y è un’auto elettrica dall’aspetto e contenuti futuristici. Nonostante sia stata presentata qualche anno fa, questa tecnologica quattro porte ancora oggi è il riferimento nel segmento delle auto elettriche, così allo scopo di carpire i segreti, c’è chi ha provato a sezionare il suo pacco batteria.

Esclusivamente sulla Model Y sono utilizzate le cosiddette “celle 4680”, soluzione che secondo il produttore automobilistico americano, sarebbe frutto di una tecnologia straordinaria, così un grazie al supporto di un Team di ricercatori della University of California (San Diego), è stata sezionata la batteria di una Tesla, allo scopo di analizzare tutti i componenti.

Le 4680 sono delle celle cilindriche di grandi dimensioni, sono larghe 46 millimetri per un’altezza di 80 millimetri e con una densità energetica decisamente maggiore rispetto alle celle presenti sulle comuni auto elettriche.

Cosa ha di rivoluzionario la batteria montata sulla Tesla Model Y?

Le celle 4680 sono mediamente sei volte più potenti delle celle 2170 e riescono ad accumulare una grande quantità di energia (cinque volte superiore), garantendo così un’autonomia maggiore. Il segreto non è tanto dunque nella qualità costruttiva, comune a un “pacco batteria tradizionale” ma nelle loro dimensioni, essendo le più grandi in circolazione, riescono anche ad accumulare una maggiore quantità di energia per una resa, in termini chilometrici, di circa il 16% in più rispetto alle celle tradizionali.

Il Team della University of California di San Diego ha iniziato così ad aprire il robusto alloggiamento in acciaio che le contiene: le celle 4680 hanno un’architettura cell-to-pack, ovvero sono totalmente assenti componenti intermedi tra i moduli, ciò implica che l’involucro esterno svolge una funzione ancora più importante perché parte strutturale della riserva energetica.

Una volta aperto il contenitore in acciaio i ricercatori hanno notato la presenza di un grosso disco in rame (chiamato “fiore”), collegato direttamente al polo negativo (anodo) della cella, un altro fiore in alluminio presente sulla parte superiore della cella è collegato al polo positivo (catodo). Lungo tutta la lunghezza della cella è presente il “jolly roll”, si tratta di tre fogli sovrapposti e arrotolati, che hanno la forma di una spirale e immersi nell’elettrolita.

Ciò che più colpisce rispetto a quanto si potrebbe comunemente pensare, è la relativa semplicità costruttiva della cella 4680, nessuna complicazione, l’obiettivo è la massima resa possibile, il fine è quello di sfruttare il massimo spazio disponibile all’interno del pianale della Model Y, per stivare un pacco batterie dalle dimensioni generose che sia in grado di accumulare quanta più energia possibile al fine di assicurare all’auto elettrica, la massima autonomia possibile.

Le celle 4680 equipaggiano esclusivamente le Tesla Model Y prodotte in Texas

Solo nella Gigafactory di Austin viene adottata questa soluzione, il produttore americano assicura che ben presto anche le altre Model Y che saranno assemblate negli altri stabilimenti sparsi nel mondo, sarà utilizzata la stessa tecnologia.

Diverse aziende sono impegnate nella realizzazione di nuove soluzioni per la produzione di pacchi batterie sempre più leggeri e capienti, senza ombra di dubbio, dopo aver scoperto quanta semplicità c’è dietro un progetto così vincente, è anche ora di considerare quanto Tesla sia avanti rispetto alla concorrenza europea.

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