Terza dose, al via da oggi per i 40enni. Poi l’obbligo vaccinale, il piano di Draghi

Emiliana Costa

22/11/2021

22/11/2021 - 10:20

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Al via oggi, 22 novembre, la terza dose per la fascia 40-59 anni. Ma resta alto il numero degli over 50 non vaccinati. Il piano del governo per l’obbligo vaccinale.

Terza dose, al via da oggi per i 40enni. Poi l’obbligo vaccinale, il piano di Draghi

Al via da oggi, 22 novembre, la terza dose per i cittadini nelle fascia di età 40-59 anni. La nuova fase della campagna vaccinale si apre in tutta Italia, dalla Lombardia alla Sicilia. In anticipo rispetto alla data indicata inizialmente del primo dicembre. Possono accedere alla dose booster tutti coloro che hanno completato da sei mesi il ciclo primario di vaccinazione.

Se la campagna per la terza dose proseguirà in maniera spedita, al ridosso delle feste di Natale negli hub vaccinali l’attività potrebbe riprendere a pieno regime come durante il periodo estivo. Tuttavia, c’è un crollo per quanto riguarda le prenotazioni delle prime dosi. Circa 2,6 milioni di over 50 non sono ancora immunizzati e per convincerli il governo potrebbe ricorrere all’obbligo vaccinale. Ma entriamo nel dettaglio.

Via alla terza dose per i 40enni

Partono oggi le somministrazioni della terza dose per la fascia 40-59 anni. Gli over 40 si aggiungono dunque alle categorie fragili, agli over 60 (purché siano passati sei mesi dalla seconda dose) e a chi si è vaccinato con il vaccino Johnson&Johnson (purché siano passati almeno 6 mesi dalla somministrazione della prima dose), per i quali le prenotazioni erano già aperte.

Per la terza dose, in Italia, sono stati autorizzati solo vaccini mRna, quindi Pfizer e Moderna. Coloro, dunque, che erano stati vaccinati con Astrazeneca e Johnson&Johnson, per il booster ricorreranno all’eterologa.

Rischio di «ingorgo» per le prenotazioni della terza dose

Nel periodo a ridosso delle feste di Natale, c’è il rischio che si verifichi un "collo di bottiglia" per quanto riguarda le vaccinazioni. La copertura vaccinale infatti scende a distanza di sei mesi e le famiglie potrebbero precipitarsi proprio prima delle vacanze per sentirsi libere poi di viaggiare. Non è tutto.

Il coordinatore del Cts Franco Locatelli ha ventilato l’ipotesi di anticipo a 5 mesi per la terza dose, per limitare i contagi. L’indice Rt a 1,21 significa un’inevitabile crescita di casi. E bisogna correre ai ripari, perché a distanza di sei mesi l’efficacia vaccinale scende in quasi tutte le fasce di età. Il presidente dell’Istituto Superiore di sanità Silvio Brusaferro ha spiegato che tra i 40 e i 79 anni la possibilità di prevenire il contagio dopo sei mesi dalla seconda dose scende in media dal 70 al 36-39 per cento. Vuol dire che il rischio di contagiarsi raddoppia rispetto a chi ha avuto il richiamo meno di sei mesi fa.

Il commissario straordinario per l’emergenza Covid Francesco Figliuolo ha assicurato che sono in arrivo oltre 8,6 milioni di dosi (4 di Pfizer, 4,6 di Moderna) entro fine anno. Che si sommano alla riserva attuale di 6,9 milioni conservate nei frigoriferi. Ma se si consentirà l’anticipo, le dosi rischiano di essere insufficienti. Dal momento che entro fine anno vanno coperti 16 milioni di italiani over 40 con la terza dose.

Non solo. Se l’Ema, come è probabile, sdoganerà a breve i vaccini a mRna per i bambini tra i 5 e gli 11 anni, servirà un numero maggiore di dosi. E la cifra cresce ancora con la possibile estensione della terza dose a tutti gli over 18. Secondo fonti del Corriere della Sera, sono in corso negoziati con l’Unione europea per un possibile anticipo dei lotti rispetto alla scadenze immaginate.

Il governo valuta l’obbligo vaccinale per alcune categorie

In Italia i non vaccinati sono oltre 7 milioni di persone, considerati gli over 12. Di cui 2,6 milioni di over 50. Nonostante dal 15 ottobre ci sia l’obbligo di green pass nei luoghi di lavoro, il numero di nuovi vaccinati è crollato da 440mila (nella settimana 11-17 ottobre) a 127.361 nell’ultima, 18mila in media al giorno.

Per accelerare la campagna vaccinale, il governo sta valutando l’introduzione dell’obbligo vaccinale, come è già avvenuto in Austria. Ma per imporlo, ci vogliono più forniture delle attuali. Per questa ragione, il sottosegretario alla Salute Andrea Costa avrebbe parlato di un’estensione progressiva a partire dalle categorie più esposte al pubblico, come insegnanti e forze dell’ordine. Se si decidesse subito per l’obbligo, mancherebbero dosi e i tempi non ristretti della campagna vaccinale violerebbero alcuni diritti costituzionali.

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