Termosifoni, cosa rischia chi non rispetta gli orari di accensione?

Luna Luciano

27 Gennaio 2023 - 23:52

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Per far fronte alla crisi energetica e l’aumento dei prezzi sono stati emanati dei provvedimenti che riducono l’orario di accensione. Ecco cosa accade a chi non risposta gli orari.

Termosifoni, cosa rischia chi non rispetta gli orari di accensione?

Per far fronte alla crisi energetica e all’aumento dei prezzi, ogni regione, provincia e/o comune ha stabilito quante ore i termosifoni possono essere accesi, riscaldando quindi l’abitazione.

Bisogna premettere che gli orari variano a seconda della zona in cui il Comune si trova, più la fascia (zona di riferimento) è fredda e più a lungo si potranno tenere i termosifoni accesi, basti pensare che a Palermo è possibile accendere i riscaldamenti per sole 7 ore contro le 13 ore di Milano.

Eppure, nonostante le disposizioni comunali e regionali, molti cittadini tendono a non rispettare gli orari, tenendo i termosifoni accesi per più ore rispetto a quelle prestabilite, come denunciato da una ditta di Roma, dove è stato emanato un provvedimento piuttosto chiaro per gli orari di accensione. E se la preoccupazione maggiore di questi cittadini è rimanere al caldo, forse è bene che si inizino a preoccupare delle conseguenze.

Infatti, come spiegato al Messaggero in un’intervista rilasciata dall’ avvocato civilista Gabriele Calvetto, chi viola le disposizioni, non rispettando gli orari, potrebbe ricevere una multa piuttosto salata. È quindi opportuno approfondire la questione, capendo quante ore i termosifoni possono essere accesi e cosa rischia chi non rispetta gli orari. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Termosifoni, quante ore possono essere accesi: il caso di Roma

I furbetti sono sempre esistiti, come chi cerca di staccare il contacalorie dal termosifone, ma non solo. Di fronte all’improvviso gelo che ha avvolto l’Italia (in ritardo rispetto l’alternarsi delle stagioni, con temperature primaverili fino a poche settimane fa) molte persone hanno deciso di non rispettare quanto emanato dal sindaco di Roma: Roberto Gualtieri.

Stando a quanto si può leggere dal provvedimento firmato dal sindaco della Capitale, a partire dal 21 novembre 2022 al 31 marzo 2023 i caloriferi potranno essere accesi nella fascia compresa tra le ore 5.00 e le ore 23.00 per un massimo di 10 ore al giorno.

Eppure, come ha denunciato un tecnico di una ditta di manutenzione che opera nella Capitale ci sono cittadini che non rispettano le indicazioni del Campidoglio: “In alcuni appartamenti i termosifoni sono accesi oltre l’orario consentito, ci è capitato di verificare le violazioni più di una volta”. Questo accade perché pur violando consapevolmente le norme - e a volte anche inconsapevolmente a causa di dimenticanze giornaliere - non tutti conoscono le conseguenze di tali azioni.

Termosifoni, cosa rischia chi non rispetta gli orari di accensione?

Come spiegato dall’avvocato civilista Gabriele Calvetto, principalmente i rischi a cui va incontro il cittadino o l’amministratore delegato è una multa abbastanza salata.

Infatti, il nuovo decreto non ha modificato le sanzioni - stabilite dal decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192 così come aggiornato dal dpr n. 74 del 2013 - previste per chi non si adegua alle regole per l’accensione, la chiusura e la temperatura degli impianti di riscaldamento. E il rischio maggiore è quello di ricevere una multa dal valore di 3mila euro a carico del proprietario, l’amministratore del condominioo l’eventuale terzo che se ne è assunta la responsabilità, qualora non provveda alle operazioni di controllo e manutenzione degli impianti di climatizzazione”.

In ogni caso, di fronte al mancato pagamento delle spese di riscaldamento, l’amministratore può agire in Tribunale nei confronti del proprietario dell’appartamento per il recupero coattivo delle relative spese. Inoltre, di fronte a un condominio moroso c’è sempre il rischio che alcuni servizi vengano sospesi - ad eccezione di quelli ritenuti essenziali come l’acqua.

È bene quindi accertarsi di seguire le linee guida del proprio Comune, e nel caso in cui ci si trovi in un condominio di accordarsi con gli altri condomini su un riscaldamento centralizzato e scegliere di risparmiare sulle bollette chiedendo al proprio amministratore delegato alcune accortezze.

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