Tasse in aumento in migliaia di Comuni: il regalo di Natale del Governo

Rosaria Imparato

20 Dicembre 2019 - 11:20

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Stop alla cedolare secca al 10% e alla riduzione IMU e TASI dal 2020 nei Comuni colpiti da calamità. Questo è l’aumento delle tasse che si verificherà se il Governo non proroga le agevolazioni relative allo stato di emergenza in migliaia di Municipi.

Tasse in aumento in migliaia di Comuni: il regalo di Natale del Governo

Tasse in aumento in migliaia di Comuni a partire dal 2020: questa sarà la situazione se il Governo non si preoccuperà della proroga delle agevolazioni per i Municipi colpiti da calamità.

Ad oggi infatti gli incentivi per i Comuni colpiti da eventi calamitosi sono previsti fino al 31 dicembre 2019, e nella Legge di Bilancio non si fa riferimento a eventuali proroghe.

La Manovra proroga e stabilizza la cedolare secca del 10% soltanto per i Comuni ad alta densità abitativa e con carenza di soluzioni abitative; a sorpresa, invece, non viene prorogata la tassazione ridotta prevista per gli immobili situati in città per le quali era stato deliberato uno stato d’emergenza.

L’unica speranza per gli abitanti di questi Comuni è che almeno nel Decreto Milleproroghe ci sia una misura che fermi l’aumento delle tasse.

Qualora non dovessero essere presi provvedimenti in merito, infatti, non sarebbe più applicata la cedolare secca al 10% e nemmeno la riduzione di IMU e TASI al 75%: una vera e propria stangata per i residenti delle zone colpite da catastrofi naturali come terremoti e alluvioni.

Tasse in aumento in migliaia di Comuni: il regalo di Natale del Governo

Il 2019 si chiude con una prospettiva allarmante per gli abitanti dei Comuni colpiti da calamità naturali: l’aumento delle tasse per il prossimo anno.

Le agevolazioni fiscali garantite ai Comuni colpite da disastri naturali terminano il 31 dicembre 2019 e nella Legge di Bilancio 2020 non c’è ombra di proroga.

Un bel regalo di Natale da parte del Governo a migliaia di Comuni, che allo stato attuale si trovano a dover far fronte ad un importante aumento delle tasse sugli affitti.

In particolare, sono due le agevolazioni che si perderebbero, come evidenziato da Ladislao Kowalski, coordinatore nazionale Centro Studi giuridici Uppi, con un articolo pubblicato sul Sole 24 Ore:

  • la cedolare secca al 10%;
  • la riduzione della doppia tassa sulla casa IMU e TASI al 75% sugli immobili affittati a canone concordato.

Ricordiamo che ad avere diritto alla tassazione agevolata sugli affitti sono i contribuenti che si trovano in tre tipologie di località:

  • nei Comuni per i quali è stato deliberato lo stato di emergenza in seguito ad eventi calamitosi, nei 5 anni precedenti la data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto legge numero 47 del 2014;
  • nei Comuni con carenze di disponibilità abitative, ovvero a Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Venezia, nei Comuni confinanti con gli stessi nonché gli altri capoluoghi di provincia;
  • nei Comuni ad alta tensione abitativa, individuati dal CIPE, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica.

Vediamo quali sono le situazioni che si potrebbero verificare per i Comuni colpiti da calamità naturali.

Tasse in aumento in migliaia di Comuni, stop alla cedolare secca 10% e riduzione IMU e TASI

Come anticipato, sono migliaia i Comuni colpiti da calamità naturali per i quali, allo stato attuale, dal 31 dicembre 2019 verranno meno le agevolazioni fiscali sugli affitti.

In caso di mancata proroga delle agevolazioni, i contribuenti che abitano in questi Municipi perderebbero due incentivi: il regime agevolato sull’affitto e la riduzione delle doppia tassa sulla cassa per gli immobili affittati con contratto a canone concordato.

Per quanto riguarda la tassa sul mattone, va considerato che la Legge di Bilancio 2020 ha eliminato la TASI per creare la nuova IMU, una fusione delle due imposte.

In teoria, la riduzione IMU e TASI potrebbe essere mantenuta qualora fosse inserita una disposizione che consente di mantenere l’agevolazione anche con il passaggio della cedolare secca dal 10 al 21 per cento.

Il regime fiscale agevolato sugli affitti, invece, si perderebbe sia in caso di contratto concordato, transitorio e studentesco già in corso, che per quelli stipulati dal 1° gennaio 2020.

In entrambi i casi, infatti, dal 2020 si passerebbe alla cedolare secca al 21%, cioè al regime ordinario.

Rimarrebbero invece in vigore i benefici per i conduttori.

Non resta che aspettare il testo ufficiale del Decreto Milleproroghe 2020 per vedere se saranno prese misure in merito alle agevolazioni derivate dallo stato di emergenza di migliaia di Comuni.

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