Come funziona la tassazione sul conto corrente bancario?

Redazione

16 Febbraio 2023 - 19:18

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Come funziona la tassazione del conto corrente bancario, quali sono le imposte e quanto si paga.

Come funziona la tassazione sul conto corrente bancario?

Come funziona la tassazione sul conto corrente bancario? Quali sono le imposte e gli importi da considerare?

Se hai uno o più conti corrente è importante sapere come funziona la tassazione, quali sono le imposte e soprattutto gli importi da pagare. Generalmente, oltre al canone della banca che può prevedere un costo fisso mensile o annuale per la gestione del conto corrente, la tassazione di un conto corrente bancario prevede solamente l’imposta di bollo.

Ecco come funziona la tassazione sul conto e quanto si paga.

Tassazione conto corrente bancario

L’imposta di bollo sui conti correnti bancari è stata introdotta dall’articolo 19 del Decreto Legge 201/2011 - il famoso Decreto Salva Italia varato dal Governo Monti nel 2011 - che ha modificato la disciplina generale prevista dal d.p.r. 642/1972, e in particolare l’articolo 13, commi 2-bis e 2-ter.

Le modifiche sono entrate in vigore dal 1° gennaio 2012 ed hanno previsto i seguenti importi dell’imposta di bollo:

  • 34,20 euro per le persone fisiche;
  • 100,00 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche.

L’imposta di bollo come sopra definita non si applica solo ai conti correnti bancari, ma anche agli estratti di conto corrente postale e ai rendiconti dei libretti di risparmio sia bancari che postali.

La misura dell’imposta risulta differenziata in considerazione della natura giuridica, persona fisica ovvero soggetto diverso, del cliente intestatario del conto corrente o del libretto di risparmio.

Esenzione dall’imposta di bollo 2023 sui conti correnti bancari
L’articolo 19 del decreto ha, inoltre, previsto, tramite una modifica alla nota 3-bis all’articolo 13 della Tariffa, l’esenzione dall’imposta di bollo a favore dei clienti persone fisiche che si applica quando la giacenza media risultante dagli estratti e dai libretti è complessivamente non superiore a euro 5.000.

L’imposta di bollo 2023 si paga su tutti i conti correnti qualora la giacenza media cumulata sia superiore a 5mila euro

Cosa succede se il contribuente risparmiatore ha più conti correnti la cui giacenza media complessiva sia superiore a 5mila euro ma dove, per esempio, singoli rapporti stiano al di sotto di questo valore?

La risposta si trova sempre nel Decreto del 2011: in questo caso l’imposta di bollo si paga per ciascuna rendicontazione.

In particolare, nel caso di più rapporti di conto corrente o libretti di risparmio intrattenuti con la medesima banca, con Poste Italiane S.p.A. o con Cassa depositi e Prestiti, con medesima periodicità di rendicontazione, occorre cumulare la giacenza media relativa a ciascun rapporto; se tale valore è superiore a 5.000 euro l’imposta deve essere applicata per ciascuna rendicontazione.

Nel caso invece, di diversa periodicità di rendicontazione, al fine di verificare se possa trovare applicazione l’esenzione dall’imposta di bollo, occorre valutare, al momento in cui si procede alla rendicontazione di uno dei rapporti considerati, la giacenza media complessiva degli altri rapporti detenuti, determinata in considerazione del medesimo periodo temporale, ancorché per gli altri rapporti non si proceda alla rendicontazione.

La ritenuta sugli interessi attivi bancari 2023

La seconda importante forma di tassazione sui conti correnti bancari è la ritenuta che grava sugli interessi attivi maturati rispetto alle somme ivi contenute.

Al momento, infatti, sui (bassi) guadagni derivanti dagli interessi attivi sui conti correnti bancari il contribuente si vede trattenuto il 26 per cento dell’importo lordo a titolo di ritenuta a titolo di imposta (definitiva).

L’aliquota è decisamente molto alta, soprattutto se la si considera in termini relativi rispetto ad altre tipologie di rendite. Per esempio, sui buoni fruttiferi l’aliquota è pari al 12 per cento.

In effetti, nel corso degli ultimi vent’anni sono stati fatti diversi tentativi di riduzione dell’aliquota, che fino al 2013 era pari al 20 per cento.

Successivamente, l’articolo 3, comma 7, lettera b) del DL 66/2014 ha previsto l’attuale livello di ritenuta sugli interessi attivi relativi ai conti correnti bancari e postali pari al 26 per cento.

Dal punto di vista formale si tratta di veri e propri redditi di capitale e in quanto tali rientranti nelle previsioni di cui agli articoli 44 e 45 del TUIR.

Si tratta peraltro di importi che non devono essere riportati in dichiarazione dei redditi, in quanto il contribuente li percepisce dalla banca direttamente al netto della ritenuta. Sarà poi la banca stessa a versare l’importo della ritenuta all’Agenzia delle Entrate in qualità di sostituto d’imposta.

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