Taglio alle bollette, ma scuole chiuse un giorno a settimana in autunno: così l’Italia rischia di pagare l’emergenza gas

Giacomo Andreoli

27 Agosto 2022 - 10:20

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Giorgia Meloni propone di parametrare le bollette del 2022 su quelle del 2021 e dice che così si possono tagliare i costi del 30%, nel frattempo si ragiona sull’ipotesi di un giorno in meno a scuola.

Taglio alle bollette, ma scuole chiuse un giorno a settimana in autunno: così l’Italia rischia di pagare l’emergenza gas

Il prezzo del gas continua ad essere alle stelle e visto il legame con l’energia elettrica, il costo delle bollette rischia di diventare insostenibile per le famiglie e le imprese italiane. I prezzi, come confermato da Arera, sono destinati almeno a raddoppiare ad ottobre. Per questo sale il pressing dei partiti sul dimissionario governo Draghi per un intervento straordinario, con sostegni mirati per aiutare i cittadini e le aziende a rischio chiusura.

Confcommercio, infatti, stima che se la crisi energetica proseguirà in questo modo, con il metano oltre i 300 euro a megawattora (contro i 40-70 di un anno fa), 120mila imprese potrebbero dichiarare il fallimento, portando a 370mila licenziamenti. Non solo: il caro bollette potrebbe trascinare ancora più in alto l’inflazione e portare a una vera e propria crisi alimentare.

Coldiretti, per questo, ha lanciato l’allarme di 2,6 milioni di italiani che nei prossimi mesi sono a rischio fame, costretti a chiedere aiuto per mangiare.

L’ipotesi dei prezzi amministrati

Mentre il governo lavora a un nuovo decreto con sostegni più corposi alle imprese e maggiori aiuti ai nuclei familiari, a partire da quelli in difficoltà, il segretario del Pd Enrico Letta ha proposto prezzi amministrati dell’energia elettrica per dodici mesi e un tetto italiano al prezzo del gas.

Una via simile a quella spagnola e portoghese, Paesi dove è stato fissato un prezzo massimo per il gas a 40 euro al megawattora, con i governi che pagheranno più di 8 miliardi alle aziende energetiche per coprire la differenza tra il tetto e il prezzo di mercato. Bruxelles, però, ha dato libera a questa opzione perché le due nazioni mancano di interconnessioni con il resto d’Europa: appena il 3% dell’energia viene importato o esportato.

In Italia invece, prezzi amministrati con aiuto statale per mettere la differenza, rischierebbero di attivare il meccanismo di solidarietà europeo, per cui saremmo costretti a vendere parte del gas calmierato agli altri Stati.

Il piano straordinario europeo

L’Unione Europea, nel frattempo, radunerà in via emergenziale i ministri dell’Energia dei 27: sarà messo in campo molto probabilmente un nuovo piano straordinario e l’obiettivo è arrivare almeno allo scorporo del prezzo dell’energia elettrica (anche delle rinnovabili) da quello del gas.

I Paesi del Mediterraneo, con l’ok della Germania, spingono per il price cap. Il meccanismo di tetto massimo europeo obbligherebbe gli operatori a non comprare metano oltre un certo prezzo (escludendo i Paesi diversi dalla Russia che ci forniscono gas, come Qatar, Stati Uniti, Egitto, Algeria e Azerbaijan), con fondi e garanzie dell’Ue a coprire la differenza.

Le nazioni del Nord, guidate dai falchi olandesi, però, non cedono: sono contrarie perché convinte che il meccanismo possa non funzionare. Amsterdam, poi, ospita il mercato Ttf che sta diventando il più rilevante in Europa proprio per la questione del gas.

Bollette alle stelle, la proposta di Giorgia Meloni

In questa situazione, secondo il sottosegretario all’Economia, il leghista Federico Freni, il governo italiano dovrebbe stanziare dai 20 ai 25 miliardi di euro per “stare tranquilli fino alla fine dell’anno”. Questi soldi al momento non ci sono e per trovarli andrebbe fatto uno scostamento di bilancio, che il presidente del Consiglio Mario Draghi ha sempre voluto evitare.

Da qui la proposta di Giorgia Meloni, la più accreditata per la premiership dopo le elezioni del prossimo 25 settembre. “Propongo una cosa per cui non serve lo scostamento - ha detto la leader di Fratelli d’Italia - parametriamo le bollette di quest’anno su quelle dell’anno scorso e tagliamo tutti gli oneri allo Stato. Lo Stato non ci può guadagnare sul caro bollette. Pronta ad approvarla lunedì: può tagliare il costo delle bollette del 30%”.

In pratica: ridurre le entrate, con un problema da gestire nel medio periodo, ma far risparmiare i cittadini e le imprese nell’immediato.

L’ipotesi settimana corta a scuola

Nel frattempo in alcuni comuni italiani si sta ragionando sulla possibile riduzione della settimana scolastica. In pratica togliere un giorno per risparmiare sui consumi di gas e luce, all’interno del più vasto piano italiano per ridurre l’energia utilizzata. L’ipotesi c’è anche in altri Paesi: in Inghilterra, ad esempio, si sta parlato addirittura di ridurre le lezioni in classe a soli tre giorni.

Da noi le scelte di risparmio energetico, per ora, restano in mano alle scuole o agli enti territoriali responsabili degli edifici scolastici e del riscaldamento. Il primo a lanciare l’idea della settimana corta era stato a giugno Giuseppe Bonelli, direttore dell’Ufficio scolastico territoriale di Brescia, che chiedeva di coinvolgere i 39 istituti superiori della zona.

L’idea ora è condivisa dal vicepresidente della provincia di Verona David Di Michele (Fratelli d’Italia), mentre a Benevento il sindaco Clemente Mastella ha convocato i presidi e con loro ha parlato anche di questa opzione. Per applicare l’orario ridotto in tutto il Paese bisogna però passare alle lezioni di cinquanta minuti e ci vorrebbe un’apposita legge nazionale.

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