Superbonus, quanto risparmia sulla bolletta di gas e luce chi ha già fatto i lavori

Giacomo Andreoli

21 Febbraio 2023 - 16:47

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Secondo Nomisma chi ha beneficiato del Superbonus, con i lavori di efficientamento energetico in casa, avrà un corposo risparmio sulla bolletta di gas e luce rispetto agli altri cittadini.

Superbonus, quanto risparmia sulla bolletta di gas e luce chi ha già fatto i lavori

Chi ha beneficiato del Superbonus avrà degli importanti risparmi sulla bolletta di gas e luce rispetto agli altri cittadini. A dirlo è uno studio di Nomisma, che segnala anche come ci sia stata una riduzione importante delle emissioni dannose di Co2, proprio grazie ai lavori in casa. La diminuzione è stimata in 1,42 milioni di tonnellate.

La notizia arriva a meno di una settimana dalla decisione del governo Meloni di bloccare la cessione del credito e lo sconto in fattura per tutti i bonus edilizi. Secondo Giorgia Meloni questi sostegni, in primis il Superbonus, stavano costando migliaia di euro per ogni italiano, con prezzi gonfiati, truffe e problemi per i conti pubblici.

Al momento dunque, per i nuovi lavori si dovranno anticipare subito i soldi alle imprese edilizie, per poi riprenderli con le detrazioni nella dichiarazione dei redditi.

Superbonus, quanto risparmia in bolletta chi ha fatto i lavori

Per Nomisma chi ha fatto i lavori in casa con il Superbonus, considerando anche il periodo straordinario di aumento dei costi dell’energia, avrà un risparmio in bolletta di 964 euro all’anno.

Lo studio evidenzia anche una riduzione del costo in bolletta del 15,5% per un solo salto di classe energetica, 30,9% per un salto di 2 classi energetiche e del 46,4% per un salto di 3 classi. Per il bilancio delle famiglie, tra lavori ed effetti in bolletta, i risparmi sarebbero pari circa 29 miliardi di euro.

L’impatto economico del Superbonus dal 2020 a oggi

Più in generale l’impatto economico complessivo del Superbonus 110% sull’economia nazionale sarebbe stato pari a 195,2 miliardi di euro, con un effetto diretto di 87,7 miliardi oltre a 39,6 miliardi di effetti indiretti e 67,8 miliardi di indotto.

In termini di impatto sociale, sempre secondo lo studio di Nomisma, l’incremento è di 641.000 occupati nel settore delle costruzioni e di 351.000 occupati nei settori collegati.

Per valutare gli effetti finanziari del provvedimento, Nomisma segnala come già nel 2021 un’analisi prodotta dal Consiglio nazionale degli ingegneri (Cni) evidenziava che il disavanzo per le casse dello Stato sarebbe stato compensato dalla generazione di Pil.

Lo studio indicava come complessivamente un carattere di sostenibilità della misura sarebbe stato prevedibile in un orizzonte di 4 o 5 anni, quindi nel 2024/2025.

La riduzione delle emissioni inquinanti

Complessivamente, poi, l’incremento del valore degli immobili oggetto di riqualificazione, nell’ipotesi che tutte le unità immobiliari riqualificate rientrino nelle classi energetiche inferiori, supererebbe i 7 miliardi di euro.

Quanto all’impatto ambientale, dai risultati dello studio, emergerebbe una riduzione in alcuni casi del 40% delle emissioni dannose, con punte fino al 70% degli edifici nelle città. L’investimento per la transizione ecologica attraverso il Superbonus sarebbe di 59 euro per tonnellata di Co2, contro i 52 euro per i trasporti e i 95 per l’industria.

Il giudizio di Banca d’Italia sul Superbonus

Da Banca d’Italia, poi, il capo del servizio assistenza e consulenza fiscale Giacomo Ricotti spiega che “il Superbonus ha avuto un impatto assai significativo sul settore delle costruzioni e circa la metà degli investimenti che hanno beneficiato del Superbonus non si sarebbero cioè verificati in assenza dell’incentivo”.

Tuttavia, secondo Ricotti, gli oneri della misura per il bilancio pubblico restano ingenti e sono cresciuti, riflettendo la forte accelerazione nel ricorso alla misura.

L’economista ha poi aggiunto che “qualunque intervento di revisione delle agevolazioni esistenti ha effetti sul bilancio e se non coperto da nuove entrate o minori spese va valutato in termini di finanza pubblica perché il debito è alto: nel medio periodo i margini per la politica di bilancio sono contenuti e vanno adoperati al meglio per incentivare la crescita”.

Infine ha spiegato che dopo l’introduzione del Superbonus “in una prima fase, caratterizzata da una circolazione dei crediti d’imposta praticamente illimitata, si sono registrati ingenti volumi di frodi”. Le successive limitazioni al numero e alla tipologia di cessioni, fino all’ultima, hanno “contribuito al raggiungimento di questo obiettivo, ma hanno finito per penalizzare anche le imprese virtuose”.

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