Super dollaro dopo la Fed: biglietto verde al top dal 2020, quali previsioni?

Violetta Silvestri

27 Gennaio 2022 - 15:28

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Il biglietto verde continua a sovraperformare i suoi rivali: le osservazioni da falco di Jerome Powell hanno alzato i rendimenti dei titoli del Tesoro USA e spinto il rafforzamento del dollaro.

Super dollaro dopo la Fed: biglietto verde al top dal 2020, quali previsioni?

Il dollaro USA è salito al suo livello più alto in quasi 18 mesi, quando trader hanno reagito al rifiuto di Powell di escludere una serie aggressiva di aumenti dei tassi di interesse quest’anno.

Il giorno dopo che la Fed ha lasciato intendere di essere pronta al rialzo dei tassi a marzo per contenere l’inflazione, i mercati monetari si sono mossi per quotare fino a cinque incrementi di un quarto di punto entro la fine del 2022.

Questo contesto ha vivacizzato i rialzisti del dollaro: l’indice del biglietto verde, che misura il suo valore rispetto alle altre principali valute, è salito a 97,120, il più alto livello da luglio 2020.

Dollaro sempre più forte? Cosa aspettarsi

Mentre si scrive, l’indice del dollaro segna 97,120 punti, dopo aver toccato un massimo intraday di 97,26.

Di conseguenza, l’euro crolla dello 0,75% a $ 1,1156, il minimo da giugno 2020. Il biglietto verde ha anche raggiunto i livelli più alti di oltre un anno verso il dollaro neozelandese, un picco di sette settimane contro quello australiano ed è ampiamente aumentato rispetto alle valute dei mercati emergenti.

La banca centrale ha dato un tono più aggressivo e ha segnalato un aumento dei tassi a marzo durante la sua prima riunione del 2022, suggerendo al contempo che quest’anno potrebbero verificarsi interventi più frequenti e maggiori.

Inoltre, una crescita del PIL statunitense più forte del previsto per il quarto trimestre ha mostrato che l’economia americana rimane solida.

Secondo i modelli macro globali di Trading Economics, guardando al futuro, la stima è che il dollaro tra 12 mesi verrà scambiato a 97,33.

Le valutazioni di ING sottolineano che il dibattito chiave per i mercati FX nei prossimi mesi sarà se cercare solo un rafforzamento del dollaro rispetto ai titoli a basso rendimento (JPY, EUR e CHF) o acquistare dollari contro tutto.

Sul fronte cambio EUR/USD, gli stessi analisti mettono in evidenza che fino a quando la BCE non deciderà di intervenire sull’inflazione e la considererà transitoria, la coppia sarà sotto pressione.

“Manteniamo un target di 1,10 per la fine del 1Q22 e un target di 1,08 per la fine del 2Q22.”, hanno scritto gli esperti ING.

Da tenere in osservazione, inoltre, l’impatto delle tensioni ucraine con l’andamento dell’Eurozona, economico e finanziario.

“La prospettiva di un’interruzione dell’approvvigionamento energetico o almeno di un’ulteriore impennata dei prezzi danneggerà l’industria europea e i consumatori e favorirà la geografia e l’indipendenza energetica del dollaro”, secondo gli analisti.

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