Stipendi più alti, come aumenta la busta paga con la nuova Irpef: per chi e di quanto

Stefano Rizzuti

10 Marzo 2023 - 12:29

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La riforma fiscale, con la revisione delle aliquote Irpef, cambierà completamente gli stipendi di molti lavoratori dipendenti: per chi aumenterà la busta paga e di quanto.

Stipendi più alti, come aumenta la busta paga con la nuova Irpef: per chi e di quanto

L’obiettivo è arrivare alla flat tax per tutti, ma per il momento il governo Meloni si accontenta di ridurre le aliquote Irpef da quattro a tre. La riforma fiscale porterà una rivoluzione sul fronte delle tasse da pagare per i lavoratori dipendenti, con inevitabili conseguenze in busta paga per milioni di italiani.

La certezza è che gli scaglioni passeranno dai quattro attuali a tre, attraverso la delega fiscale attesa in Consiglio dei ministri nei prossimi giorni. Le nuove aliquote arriverebbe insieme a una riforma delle detrazioni, ineludibile soprattutto per evitare che la riforma vada a discapito dei redditi medio-bassi.

Come cambieranno gli stipendi una volta entrata in vigore (probabilmente nel 2024) la riforma dell’Irpef? Il Corriere della Sera ha effettuato alcune simulazioni con i consulenti del lavoro, per capire cosa succederà in busta paga e chi ci guadagnerà di più (e chi rischia di rimetterci).

Gli scaglioni Irpef oggi

Attualmente le aliquote Irpef sono quattro. Ecco come sono divisi i vari scaglioni:

  • Fino a 15mila euro di reddito il prelievo è del 23%;
  • Da 15mila a 28mila euro è del 25%;
  • Da 28mila e 50mila euro è del 35%;
  • Sopra i 50mila euro è del 43%.

Come cambia la busta paga con la prima ipotesi

La simulazione viene effettuata sulla base di tre diverse ipotesi. La prima prevede che il primo e il quarto scaglione restino uguali, con un accorpamento del secondo e del terzo e un’aliquota al 27% per chi guadagna tra 15mila e 50mila euro. In questo caso ci guadagnerebbero di più coloro i quali guadagnano tra i 28mila e i 50mila euro, con una riduzione del prelievo di sette punti percentuali.

Verrebbero invece penalizzati i redditi tra 15mila e 28mila euro, che pagherebbero il 2% in più. Per chi guadagna 20mila euro, oggi il versamento dell’Irpef è pari a 4.700 euro e salirebbe a 4.800, 100 euro in più di oggi. Per i redditi di 35mila euro, invece, si passerebbe da 9.150 euro di prelievo a 8.850, ovvero 300 euro in meno. Con 50mila euro il beneficio è ancora maggiore: si passerebbe da 14.400 euro a 12.900, quindi un risparmio di 1.500 euro. Ci guadagna anche chi ha un reddito da 60mila euro: si passa da 18.700 euro di prelievi Irpef a 17.200, quindi di nuovo 1.500 euro in meno.

Stipendi, la seconda ipotesi di Irpef

Una seconda simulazione considera queste aliquote: un primo scaglione fino a 28mila euro al 23%, un secondo da 28mila a 50mila euro con il 33% e un terzo scaglione sopra i 50mila con Irpef al 43%. Per i redditi di 20mila euro si passerebbe da 4.700 a 4.600 di prelievi Irpef, quindi con 100 euro in meno.

Per i redditi fino a 35mila euro il versamento scende da 9.150 euro a 8.750, quindi circa 400 euro in meno. A 50mila euro di reddito lo sgravio sarà di 700 euro, così come per chi guadagna 60mila euro.

Riforma dell’Irpef, la terza ipotesi per i nuovi stipendi

Un’altra ipotesi, di cui finora si è parlato meno, è quella di un’aliquota al 20% per le prime due fasce, fino a 28mila euro. Poi la fascia da 28mila a 50mila euro pagherebbe il 35% di Irpef e non cambierebbe nulla sopra i 50mila. Questa ipotesi è in realtà poco probabile, ma porterebbe un risparmio di 700 euro per chi ne guadagna 20mila.

Per un reddito di 35mila euro si passerebbe da 9.150 euro di Irpef a 8.050, ovvero 1.100 euro di risparmio. Per i redditi da 50mila euro il risparmio sarebbe di 1.100 euro, scendendo da 14.400 a 13.300. Stessa cifra che verserebbe in meno chi guadagna 60mila euro.

La riforma dell’Irpef: dalle coperture al quoziente familiare

Per mettere in campo una riforma di questo genere, qualunque sia il modello da seguire, servono tante risorse. Che il governo vorrebbe trovare in gran parte dalla revisione delle tax expenditures: vorrebbe dire ridurre i bonus e le detrazioni fiscali. C’è poi un altro elemento da considerare: il sistema del quoziente familiare, che potrebbe essere messo in campo per considerare anche i carichi familiari facendo pagare meno chi ha più figli.

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