Sorpresa Germania: la crescita non c’è, la recessione si avvicina

Violetta Silvestri

30 Gennaio 2023 - 11:12

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La Germania si contrae nel quarto trimestre 2022 e manda un messaggio poco rincuorante all’intera regione dell’Eurozona. I rischi di una recessione non sono scongiurati.

Sorpresa Germania: la crescita non c’è, la recessione si avvicina

Il Pil preliminare della Germania per il 4° trimestre 2022 era molto atteso, riuscendo a sorprendere con il ritorno dello spettro recessione.

In questa settimana cruciale per capire quale direzione prenderà l’economia di tutta l’Eurozona, il dato tedesco è il primo davvero importante a essere aggiornato.

I risultati dell’ufficio statistico nazionale contrastano con una stima secondo cui la produzione in Germania sarebbe rimasta stagnante nel quarto trimestre. Significano anche che una contrazione nel periodo fino a marzo produrrebbe comunque una recessione nella più grande economia dell’area dell’euro.

Perché la Germania ha archiviato il 2022 senza crescita e quale allerta per tutta l’Europa?

La Germania si contrae per questi motivi

L’economia tedesca si è inaspettatamente contratta nell’ultimo trimestre del 2022, con gli alti prezzi del gas e l’aumento degli oneri finanziari che hanno ridotto la domanda.

Il Pil è sceso dello 0,2% tra il terzo e il quarto trimestre del 2022, un forte rallentamento rispetto all’espansione dello 0,5% nel trimestre precedente e inferiore a una lettura piatta prevista in un sondaggio Reuters.

“Dopo che l’economia tedesca ha resistito bene nei primi tre trimestri nonostante le condizioni difficili, la produzione economica è leggermente diminuita nel quarto trimestre”, ha dichiarato lunedì Destatis, l’ufficio di statistica.

La diminuzione nel quarto trimestre significa che una recessione - comunemente definita come due trimestri consecutivi di contrazione - è diventata più probabile, poiché molti esperti prevedono che l’economia si ridurrà anche nel primo trimestre del 2023.

Il ministero dell’economia ha affermato che la situazione in Germania dovrebbe migliorare dalla primavera in poi. La scorsa settimana il governo tedesco ha rivisto al rialzo le sue previsioni economiche per il 2023 e ora prevede una crescita del Pil dello 0,2%, rispetto a una previsione autunnale di un calo dello 0,4%.

Diversi indicatori nelle ultime settimane avevano infatti indicato una crescente fiducia nella nazione, dopo un inverno mite e depositi di gas naturale ben riempiti che hanno quasi eliminato il rischio di carenze durante il periodo di riscaldamento. I prezzi all’ingrosso per la merce sono scesi dai livelli record, alimentando la speranza che l’inflazione si raffreddi prima di quanto si pensasse in precedenza.

La domanda, però, è appesantita poiché i prezzi in aumento continuano a colpire i consumatori. Tale tendenza è stata visibile anche in Svezia, la cui economia si è inaspettatamente contratta nel quarto trimestre, come hanno mostrato dati separati lunedì.

I produttori in Germania stanno assistendo a un calo degli ordini, sebbene la produzione sia supportata da un ampio arretrato e da un allentamento dei colli di bottiglia nell’offerta.

I segnali in arrivo dalla locomotiva europea, quindi, appaiono subito poco incoraggianti per l’intera zona euro.

Quale scenario per Germania e Eurozona?

La più grande economia della zona euro è stata colpita più duramente di altri Paesi europei dall’aumento dei prezzi del gas a causa della sua grande produzione manifatturiera.

“L’economia tedesca, con l’intensificarsi dei tassi di interesse più elevati e i prezzi che rimangono elevati, sarà nella migliore delle ipotesi piatta nella prima metà del 2023 e successivamente crescerà solo molto lentamente”, ha affermato Franziska Palmas, economista senior per l’Europa presso Capital Economics.

La Banca centrale europea, intanto, è determinata ad affrontare l’aumento dei prezzi con una politica monetaria restrittiva. È impostata per alzare i tassi di interesse di altri 50 punti base questa settimana, aggiungendosi a quella che è già la campagna di inasprimento più aggressiva della sua storia. Il pieno impatto di tali misure deve ancora essere percepito.

L’incertezza che è trapelata dal dato tedesco è un segnale chiaro che tutta l’Eurozona resta in balia di prezzi alti e crescita ancora debole.

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