Si può registrare il datore di lavoro?

Claudio Garau

01/08/2022

27/12/2022 - 14:49

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Vuoi registrare il datore di lavoro per tutelare i tuoi diritti e non sai se ciò è ammesso dalla legge? Vediamo se ciò è possibile e, se sì, entro quali limiti.

Si può registrare il datore di lavoro?

Registrare il datore di lavoro durante una conversazione potrebbe essere utile per una varietà di motivi diversi: pensiamo al caso delle minacce di licenziamento (le quali sono in grado di integrare un reato), ma pensiamo anche al caso del lavoro nero e alle prove che servono per dimostrarlo e ottenere giustizia come lavoratore. Se ti stai chiedendo se la legge ti consente di effettuare la registrazione audio, di seguito e nel corso di questo articolo vedremo di fare chiarezza sul tema.

Vero è che non pochi lavoratori subordinati, che si trovano in situazioni di contrasto con il loro capo, si chiedono se è possibile registrare la conversazione con quest’ultimo. Ecco perché non vi sono dubbi sull’importanza dell’argomento: con le tecnologie che ci sono oggi, registrare qualcuno o anche filmarlo a sua insaputa, è davvero un’operazione facilissima. Ciò che conta è però ben altro, e rileva sul fronte dei tuoi diritti di lavoratore.

Non è infatti raro il caso del cliente che non è riuscito a procurarsi il documento chiave per la causa contro il datore di lavoro, e al contempo non ha testimoni da indicare a sostegno delle sue pretese. Tuttavia grazie al suo smartphone ha potuto registrare il datore di lavoro. Il punto è: dette conversazioni possono essere utilizzate? Oppure deve ritenersi vietato fare la registrazione e quindi usarla in un processo civile o penale? Vediamolo insieme anche alla luce di quanto recentemente precisato dalla Corte di Cassazione.

Registrare una conversazione: il contesto di riferimento

Tieni presente anzitutto che la registrazione di una conversazione, senza che lo sappia la persona con cui stai comunicando in qualsiasi forma (in presenza, via web o via telefono), è permessa senza bisogno di informare l’interessato e di dover ottenere la sua autorizzazione. Tuttavia essa deve svolgersi alla presenza della persona che registra e la registrazione non deve svolgersi in un cosiddetto luogo di privata dimora (ad es. durante una cena con il capo a casa sua). A detto luogo è oggi equiparato peraltro lo studio professionale.

Non dimenticare però che è vietata la divulgazione a terzi, non autorizzata, dei contenuti così registrati. Oggi peraltro sappiamo che con internet è molto facile e veloce rendere note a molte persone informazioni e dati anche privati.

Ebbene, ciò in linea di massima non ti è consentito ed anzi la violazione della privacy dell’interlocutore legittimerebbe quest’ultimo a fare richiesta di risarcimento dei danni patiti, in conseguenza della diffusione illecita dei contenuti stessi.

Le eccezioni alla regola della tutela della privacy in tema di registrazioni audio

Proprio così: sono le stesse norme sulla riservatezza a stabilire delle eccezioni, le quali prevedono la facoltà di trattare i dati senza il sì dell’interessato, ma ciò nello specifico caso in cui il trattamento miri ad accertare, esercitare o difendere un diritto in sede giudiziaria. Pertanto come lavoratore non potrai registrare il datore di lavoro per i più svariati motivi, ma potrai farlo soltanto per tutelarti poi in tribunale contro di lui - usando detti file audio per sostenere le tue domande e aver maggiori possibilità di vincere la causa civile o penale.

È il Codice privacy che ti permette di registrare una conversazione tra presenti, anche senza il sì dell’interlocutore. Ciò vale laddove il trattamento dei dati così ottenuti sia orientato a far valere o difendere un tuo diritto.

In dette circostanze, ricorda però che i dati debbono essere trattati soltanto per queste finalità e per il periodo strettamente necessaria a tutelarti in corso di causa. Come vedremo ora, la Cassazione si è perfettamente collocata su questa linea.

La Cassazione fa luce sull’effettivo diritto di registrare il datore di lavoro

La Cassazione spesso è molto utile con le sue sentenze, non tanto perché risolve casi che riguardano specifiche persone coinvolte in una controversia, quanto piuttosto perché offre orientamenti giurisprudenziali che servono a fare ulteriore chiarezza o a ribadire regole di legge molto importanti. Proprio come sul tema della possibilità di registrare il datore di lavoro.

La sentenza n. 31204 dello scorso anno ci indica infatti qual è la strada da seguire in proposito e qual è la libertà di azione del lavoratore in tal senso. Quindi se stai valutando come comportarti e se intendi registrare il datore di lavoro per far emergere qualche irregolarità con una prova schiacciante, ti è certamente utile conoscere in generale questo provvedimento.

Ebbene, con detta sentenza questo giudice ha deciso una controversia di lavoro riguardante anche l’utilizzabilità o meno in causa di registrazioni compiute dal lavoratore, nell’ambito di alcune conversazioni con il proprio superiore gerarchico - senza ovviamente che quest’ultimo sapesse nulla in proposito. Insomma, prevale in ogni caso il diritto di difesa del lavoratore e di veder tutelate le proprie ragioni oppure il diritto alla riservatezza del datore di lavoro?

In linea generale, vero è che la registrazione di conversazioni con colleghi e superiori - di nascosto e dunque senza il loro assenso - dà luogo ad una grave violazione del diritto alla privacy, che potrebbe condurre anche ad un licenziamento per giusta causa. E ben sappiamo quanto oggi il tema della protezione dei dati personali e della privacy individuale sia sentito, almeno sul piano delle regole di legge.

Tuttavia attenzione perché la Cassazione ha sottolineato alcune situazioni che derogano al divieto generale, quindi per te che sei lavoratore la strada della registrazione del datore di lavoro resta percorribile in alcune ipotesi.

Per la Cassazione l’utilizzo della registrazione a fini difensivi non necessita del consenso dei presenti

Sono molto chiare le parole usate dalla Suprema Corte per definire il margine di esercizio di quello che può essere definito un vero e proprio diritto a registrare il datore di lavoro.

“L’utilizzo a fini difensivi di registrazioni di colloqui tra il dipendente e i colleghi di lavoro non necessita del consenso dei presenti, in ragione dell’imprescindibile necessità di bilanciare le contrapposte istanze di riservatezza da una parte e della tutela giurisdizionale del diritto dall’altra”, sono le parole usate da questo giudice - che ci lasciano subito intendere quale sia la linea da adottare a tutela del lavoratore.

Perciò - prosegue la Corte - “è necessario contemperare la norma sul consenso al trattamento dei dati con le formalità previste dal codice di procedura civile per la tutela dei diritti in giudizio: con la conseguenza della legittimità della condotta del lavoratore che abbia effettuato tali registrazioni per tutelare la propria posizione all’interno dell’azienda e per precostituirsi un mezzo di prova”.

Secondo la giurisprudenza prevale il diritto di difesa su quello alla riservatezza

Pertanto se intendi provare l’esistenza del lavoro nero perché vuoi trovare una via d’uscita rispetto alle conseguenze negative che derivano da tale irregolarità (anzitutto sul fronte contributivo ma non solo), sappi che il provvedimento della Cassazione sostiene di fatto la tua linea di azione. Analogamente, se vuoi provare minacce di licenziamento, ricatti, molestie di vario tipo nonché abusi del capo, sarai autorizzato a farlo tramite registrazione audio, nonostante le norme in generale lo vietino.

Ciò perché registrare il datore di lavoro va incontro “se pertinente alla tesi difensiva e non eccedente le sue finalità, alle necessità conseguenti al legittimo esercizio di un diritto”. Attenzione però a non dimenticare che, in base alle regole vigenti, puoi registrare il datore di lavoro soltanto se prendi parte alla conversazione. Ovvero: non te ne puoi andare lasciando il registratore acceso, sperando poi di usare quel file in giudizio.

Infine, come lavoratore che vuole tutelarsi in giudizio - contro un comportamento del datore di lavoro che non ritieni rispettoso dei tuoi diritti - ricorda dunque che è proprio il tuo diritto di difesa a prevalere rispetto a quello relativo alla protezione delle libertà personale, della riservatezza e della sfera privata - anche del capo.

In buona sostanza, se registrare il datore di lavoro ti serve per avere una prova in più in giudizio (civile o penale), e magari proprio quella decisiva per vedere accolte le tue richieste, allora potrai registrare ed usare questi file audio. Anzi per il tuo avvocato si tratterà di materiale molto interessante per gli sviluppi della causa.

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