Si può andare in pensione dopo la Naspi versando i contributi volontari?

Claudio Garau

12/09/2022

12/09/2022 - 14:40

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I contributi volontari sono utili al raggiungimento del requisito contributivo per accedere alla pensione, ma possono essere versati dopo il periodo di copertura della Naspi?

Si può andare in pensione dopo la Naspi versando i contributi volontari?

Oggi il mondo del lavoro è denso di incertezze e di incognite sul futuro, anche perché il caro energia e l’aumento generalizzato dei prezzi complicano di molto la vita a moltissimi imprenditori. Ciò vale specialmente per coloro che hanno assunto un gran numero di dipendenti e sono costretti a destreggiarsi tra scadenze fiscali, pagamenti dello stipendio e dei contributi e quant’altro. Insomma, lo spettro della perdita del lavoro potrebbe materializzarsi e costringere chi aveva avuto finora un’occupazione stabile, a cercare un nuovo lavoro per riconquistare quel reddito necessario ad affrontare le varie spese quotidiane.

Di seguito intendiamo vedere da vicino una questione che non poche persone, e specialmente coloro che non sono più giovanissime e hanno molti anni di esperienza lavorativa e contribuzione alle spalle, potrebbero porsi.

Si può uscire definitivamente dal mondo del lavoro, conseguendo la pensione (anticipata), dopo la Naspi e dunque pagando i contributi volontari per raggiungere l’ambito traguardo? La legge consente questa sorta di ’escamotage’ al lavoratore che, non per sua responsabilità o colpa, si trova improvvisamente senza lavoro e dunque senza stipendio? Lo scopriremo insieme, nel corso di questo articolo, non prima però di aver richiamato in sintesi i concetti di Naspi e di contributi volontari, per aver ben chiaro il contesto di riferimento. I dettagli.

Cos’è la Naspi in sintesi

Come anticipato in apertura, prima di rispondere al quesito è preferibile ricordare quali sono le finalità di Naspi e contributi volontari. La prima è la sigla di Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, una prestazione erogata a chi ha perso il lavoro e che in pratica rappresenta una indennità mensile di disoccupazione, nei confronti di chi aveva un contratto di lavoro subordinato.

Di fatto rientra nel quadro dei cosiddetti ’ammortizzatori sociali’. In pratica, se sei un lavoratore dipendente e hai perso il lavoro non per colpa tua, la Naspi verrà in tuo soccorso per darti un mano con il pagamento delle spese quotidiane nel periodo in cui cercherai una nuova occupazione.

Lo indica l’Inps nel proprio sito web: la Naspi è stata istituita dall’art. 1 d. lgs. n. 22 del 2015 allo scopo di sostituire le anteriori prestazioni di disoccupazione ASpI e MiniASpI. L’indennità opera in rapporto agli eventi di disoccupazione involontaria, verificatisi dal primo maggio 2015. La prestazione non è però automatica, ma dovrai attivarti per ottenerla con domanda ad hoc - all’indomani della perdita involontaria del lavoro.

Durata della Naspi e contributi figurativi collegati

In relazione al quesito del nostro articolo, quanto spiegato da Inps sul suo portale istituzionale è piuttosto utile: nel sito si trova infatti scritto che la durata della Naspi corrisponde alla metà delle settimane di contributi degli ultimi 4 anni. Ma sono esclusi dal conteggio i periodi di contribuzione, che già sono stati contati per altre indennità di disoccupazione e i lassi di tempo che hanno condotto a indennizzi goduti in modo anticipato.

Un dettaglio molto importante che non devi dimenticare è anche il seguente: nel caso in cui il lavoratore sia titolare d’indennità di disoccupazione Naspi, i contributi figurativi sono assegnati in via automatica dall’Inps senza obbligo di presentare richiesta ad hoc. In altre parole, i periodi in cui si prende la Naspi sono coperti da contribuzione figurativa, ovvero quei contributi che non sono pagati dal lavoratore, trattandosi di periodi assicurativi ’abbonati’ gratuitamente dallo Stato. Infatti, come vedremo più avanti, ha senso chiedersi del versamento dei contributi volontari, soltanto con riferimento al periodo successivo a quello di fruizione della Naspi.

Cosa sono i contributi volontari in breve

L’aggettivo già ci suggerisce che tipo di contributi sono quelli che qui interessano. E ancora una volta è il sito dell’Inps che spiega l’argomento in modo chiaro e limpido. L’istituto infatti ci indica che:

  • i contributi volontari non solo altro che quelle tipologie di contributi pagati su domanda - e dunque su specifica iniziativa - del lavoratore subordinato o autonomo,
  • che intende proseguire la contribuzione, allo scopo di conseguire il diritto alla pensione, in ipotesi di interruzione o cessazione del rapporto di lavoro.

Nel mondo della previdenza, ben comprendiamo allora l’esistenza dei contributi volontari: d’altronde, nel corso della vita lavorativa - ed anzi oggi più che mai - possono avvenire fatti che interrompono temporaneamente o definitivamente l’esperienza di lavoro e, perciò, la copertura assicurativa in essere. Ecco perché, come ricorda l’Inps nel suo sito, la legge indica la possibilità di pagare ulteriori contributi previdenziali, che si sommeranno a quelli già accumulati per conquistare il diritto alla pensione o anche per incrementarla, se sono già stati ottenuti i requisiti contributivi richiesti.

In ogni caso, l’istituto di previdenza però ricorda che occorre richiedere l’autorizzazione alla prosecuzione volontaria per invalidità, vecchiaia e superstiti. Ciò infatti è una precondizione per poi versare i contributi volontari.

Versamento dei contributi volontari a seguito della Naspi: è possibile?

Eccoci dunque al quesito del nostro articolo: il riferimento va in particolare a coloro che perdono l’occupazione quando non sono più giovanissimi, tanto da porsi in una condizione di rischio di non conseguire un pensionamento anticipato. Proprio così: se il licenziamento giunge prima dell’ottenimento dei requisiti contributivi, è assolutamente legittimo chiedersi se, fruita la Naspi, il lavoratore può comunque versare i contributi volontari per poter accedere alla pensione - ’agganciandosi’ così al trattamento previdenziale pur senza più un lavoro.

Ebbene, la risposta è positiva: al fine di raggiungere il requisito contributivo per la pensione, se hai perso il lavoro involontariamente e dunque hai diritto alla Naspi, potrai certamente versare i contributi volontari perché la legge non te lo vieta in alcuna norma. Presta attenzione però a due condizioni per poter fare ciò:

  • il lavoratore o la lavoratrice dovranno aspettare il termine del periodo di copertura della Naspi, per la contribuzione figurativa che caratterizza quest’ultima;
  • i contributi volontari saranno versabili dopo averne domandato all’Inps la citata autorizzazione.

Tuttavia c’è un altro punto che dobbiamo ricordare per aver ben chiaro il meccanismo. Al fine di non perdere il diritto a pensionarsi in questa maniera, è fondamentale conservare lo status di disoccupato/a. E se questo è importante mentre si percepisce la Naspi, diventa, invece, essenziale al termine dell’indennità di disoccupazione quando non sarà possibile accettare neanche un giorno di lavoro con contratto senza abbandonare lo status in questione.

Pagamento dei contributi volontari: alcune precisazioni

I contributi volontari possono essere pagati, effettuando l’accesso al servizio “Versamenti volontari” del Portale dei pagamenti dell’istituto di previdenza, attraverso la modalità online, ovvero la modalità “Pagamento online PagoPA”. Questa consente di versare i volontari sfruttando la carta di credito o debito, conto corrente o differenti metodi di pagamento innovativi disponibili sul sistema PagoPA. Si può anche usare l’avviso di pagamento PagoPA , che consente di pagare i contributi presso tutti i prestatori di servizi di pagamento rientranti nel circuito PagoPA (es. edicole, bar o tabaccherie).

Ricordiamo infine che, in base alle regole vigenti, i contributi volontari non possono essere pagati dall’interessato in una sola soluzione ma piuttosto a scadenze predefinite, trimestre dopo trimestre. Pertanto, colui che li versa dovrà di fatto attendere il passare del tempo prima di raggiungere il diritto all’agognato trattamento pensionistico.

Per ulteriori dettagli sui contributi volontari, rimandiamo alla pagina ad hoc del sito web dell’Inps.

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