Servizio militare obbligatorio in Italia, questa Regione dice no (ma non c’è ancora una proposta ufficiale)

Giorgia Bonamoneta

14 Gennaio 2023 - 18:30

condividi

Non c’è ancora una proposta ufficiale, ma una Regione ha già decreto il no alla leva obbligatoria in ogni sua forma. Ecco quale e perché.

Servizio militare obbligatorio in Italia, questa Regione dice no (ma non c’è ancora una proposta ufficiale)

Anche se non c’è ancora una proposta ufficiale, il servizio militare obbligatorio in Italia è un tema sempre molto discusso. Non solo il ministro Matteo Salvini l’ha rilanciato in passato, anche il presidente del Senato Ignazio La Russa ha detto la sua sul disegno di legge che mira a istituire una sorta di “mini leva”.

C’è chi questa rinnovata volontà di ripristinare un tipo di servizio militare per i giovani non lo apprezza affatto e la provincia di Bolzano si è già espressa in tal senso. Sembra infatti che il Consiglio provinciale si sia dichiarato contrario al ripristino di qualsiasi forma della leva obbligatoria in Italia, anche alla proposta della “mini leva” presentata e giustificata dallo stesso presidente del Senato.

Durante la presentazione della mozione è stato ricordato come Ignazio La Russa sia un passaggio dal passato discutibile e che fu anche il suggeritore del saluto romano al posto della stretta di mano durante la pandemia di coronavirus. L’intervento ricorda anche come la provincia di Bolzano abbia accolto nel 2005 la sospensione del servizio di leva in Italia con entusiasmo, perché generazioni di giovani altoatesini avevano dovuto giurare fedeltà a uno Stato che non era il loro e il servizio militare era inteso come un’imposizione e una perdita di tempo.

Dall’altra parte La Russa ha promosso la proposta della “mini leva” chiedendo ai giovani non solo di imparare che cos’è l’amore per la patria, ma anche il senso civico e il dovere di aiutare gli altri in difficoltà. Si tratterebbe quindi di una proposta non tanto di leva militare, quanto di “servizio civile” sul territorio.

La proposta della mini leva rigettata dall’Alto Adige: no alle leva obbligatoria in qualsiasi forma

26 voti favorevoli, 4 negativi e 2 astensioni sono i risultati della mozione contro la leva obbligatoria in qualsiasi forma votata nel Consiglio provinciale di Bolzano. Con questa la provincia di Bolzano dice “no alla leva obbligatoria” e lo fa raccontando la parte scomoda dietro il servizio di leva in Italia. Non soltanto l’obbligo di giurare fedeltà a uno Stato che non era il loro per i giovani altoatesini, ma anche l’aspetto di bullismo e il senso di imposizione all’interno delle caserme.

Una realtà che i rappresentanti del centrodestra come Massimo Bessone (Lega) e il consigliere di Fratelli d’Italia Marco Galateo hanno rigettato. Secondo Bessone durante il militare ha imparato molte cose, ricordando anche come lo stesso Kompatscher - governatore del Sud Tirolo - abbia più volte detto di come il servizio di leva fosse stata l’occasione per migliorare il proprio italiano. Lo stesso Kompatscher ha però aggiunto che la decisione della sospensione del servizio di leva obbligatorio fosse giusta perché costava tanto e portava pochi benefici alla difesa.

È con queste premesse, ma soprattutto con l’incalzante discorso di Sven Knoll sul rischio del servizio militare che il Consiglio ha infine preso la decisione di dire no all’obbligo di qualsiasi forma di leva militare.

La proposta di La Russa sulla mini leva è inutile e rischiosa?

Dal discorso emerso nel Consiglio provinciale di Bolzano si evince che la leva militare sarebbe oggi un errore, ma è davvero così? Va sottolineato che la proposta di Ignazio La Russa non è quella di reintrodurre la leva obbligatoria, quanto una “mini leva” di 40 giorni e volontaria che sia più simile a un servizio civile rispetto a un servizio militare. Per incentivare i giovani alla partecipazione della mini leva sono stati previsti una serie di incentivi come crediti per la maturità o per la laurea, che La Russa stesso ha definito “come un esame in più o un vantaggio a livello di formazione”, oltre che un punteggio aggiuntivo per tutti i concorsi pubblici.

L’obiettivo proposto da La Russa è quello di:

Far sì che i giovani dai 16 ai 25 anni possano, se vogliono, passare 40 giorni della loro estate a imparare cosa è non solo l’amore per l’Italia, l’amore per la Patria, ma il senso civico, il dovere che ciascuno di noi ha di aiutare gli altri in difficoltà. Sarebbe un enorme servizio all’Italia.

Le preoccupazioni però non mancano, non soltanto sul tema della sua utilità quanto sulla possibilità che una mini leva possa essere un’operazione rischiosa. Ci si può infatti domandare chi sarebbero i giovani interessati ai 40 giorni di addestramento e se questi, una volta ottenute delle competenze militari, possano rientrare all’interno di un gruppo sociale in maniera neutrale.

L’aspetto pratico dell’utilità della leva di 40 giorni è quello più condivisibile. Con un esercito di professionisti, a cosa serve addestrare per 40 giorni dei giovani tra i 16 e i25 anni? Quali sono i costi di questo “campeggio militare”, ma quale soprattutto lo scopo? Perché se si vuole trasmettere amore di patria e senso civico si può ragionare su altre tipologie di educazione rispetto a quella militare che suona come anacronistica.

Iscriviti a Money.it