29 giugno (San Pietro e Paolo) in busta paga: quando è festivo, cosa spetta e come viene pagato

Simone Micocci

27 Giugno 2023 - 14:31

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San Pietro e Paolo è festivo? Cosa spetta in busta paga? Dipende dal luogo di lavoro: di seguito una guida con tutti i chiarimenti.

29 giugno (San Pietro e Paolo) in busta paga: quando è festivo, cosa spetta e come viene pagato

La giornata dei Santi Pietro e Paolo, che cade ogni anno di 29 giugno, viene trattata differentemente a seconda di dove si presta attività lavorativa.

Fino gli anni ‘70, infatti, il 29 giugno era considerato una festività nazionale, al pari di altre giornate come il 25 aprile e il 2 giugno (qui l’elenco completo). Tuttavia, con l’approvazione della legge n. 54 del 1977 il giorno dedicato ai Santi Pietro e Paolo non è stato più considerato come festivo, rientrando di fatto nel novero delle festività soppresse.

Oggi, quindi, il 29 giugno non è festivo per la generalità dei lavoratori dipendenti (per i quali comunque c’è un vantaggio in busta paga) con la sola eccezione di quelli che sono impiegati nel Comune di Roma o comunque in aziende che hanno sede legale nella Capitale. Per questi, infatti, valgono le regole solitamente previste per il giorno del patrono, con la possibilità quindi di astenersi dall’attività lavorativa mantenendo il pieno diritto alla retribuzione. È stato il Dpr n. 792 del 1985 a ripristinare la festività di San Pietro e Paolo, riservandola appunto ai lavoratori impiegati a Roma.

Il 29 giugno 2023 è festivo?

Visto quanto detto sopra, possiamo ricapitolare dicendo che oggi il 29 giugno è considerato:

  • al pari di qualsiasi altro giorno festivo per chi lavora a Roma, visto che San Pietro e Paolo sono i santi patroni della Capitale;
  • una festività soppressa per chi lavora nel resto d’Italia.

Quindi, operai e impiegati che lavorano a Roma non sono obbligati a prestare servizio per la festività del 29 giugno; in caso contrario spetta loro una maggiorazione percentuale in busta paga a seconda del contratto collettivo nazionale del lavoro applicato.

Nel resto d’Italia San Pietro e Paolo viene riconosciuta invece come ex festività soppressa e quindi con 8 ore di permessi retribuiti in più in busta paga.

Vediamo allora, sulla base di quanto anticipato, come viene pagata la giornata di giovedì 29 giugno in busta paga a seconda dei casi.

Festività di San Pietro e Paolo in busta paga per chi lavora a Roma

Come anticipato a Roma giovedì 29 giugno 2023 si celebra San Pietro e Paolo in quanto santi patroni e per questo motivo è considerato un giorno festivo a tutti gli effetti. Gli uffici pubblici resteranno chiusi e a molti lavoratori verrà concesso di restare a casa usufruendo del giorno di festa.

Tuttavia in alcune settori verrà richiesto ai dipendenti di lavorare; in tal caso si applica la stessa normativa prevista per le altre festività previste dal nostro ordinamento e quindi sarà il lavoratore a decidere se accettare oppure no la richiesta dell’azienda.

Il lavoratore dipendente che decide di lavorare nel giorno di festa nella città di Roma ha diritto a essere pagato con una retribuzione maggiorata rispetto a quella normalmente percepita. La maggiorazione però non è fissa, ma come abbiamo anticipato dipende dal Ccnl di riferimento; ad esempio il Ccnl Commercio riconosce un incremento del 30% per il lavoro festivo.

Per capire in che modo verrà pagata la giornata di lavoro, quindi, dovete far riferimento al Ccnl del vostro settore di riferimento.

Il 29 giugno in busta paga per chi non lavora a Roma

Quanto appena detto tuttavia cambia per coloro che non lavorano in un’azienda di Roma, ma nel resto d’Italia. A questi, infatti, la legge non riconosce il diritto ad assentarsi dal lavoro per la festa dei Santi Pietro e Paolo.

Tuttavia leggendo la busta paga molti potrebbero aver notato la voce “festività soppresse” dove sono indicati tutti quei giorni di festa non più riconosciuti dalla legge. Tra questi figura la giornata del 29 giugno, ma anche quella del 19 marzo (S. Giuseppe), 13 maggio (Ascensione) e 4 novembre (Unità nazionale).

Ebbene, quando l’ex festività cade in un giorno infrasettimanale, come il 29 giugno 2023 che è un giovedì, il dipendente al di fuori della città di Roma ha diritto a dei permessi retribuiti di cui può godere quando vuole.

Prendendo come esempio nuovamente il contratto del Commercio vediamo chiaramente che questo stabilisce che un lavoratore full time ha diritto nell’anno a 32 ore totali di permessi retribuiti per ex festività. Ancora vediamo, nello stesso Ccnl, che viene stabilito quanto segue:

“I permessi non fruiti entro l’anno di maturazione decadranno e saranno pagati con la retribuzione di fatto, in atto al momento della scadenza, oppure potranno essere fruiti in epoca successiva e comunque non oltre il 30 giugno dell’anno successivo.”

Qualora non ne usufruisca, allora il permesso non goduto verrebbe retribuito in busta paga, solitamente nelle mensilità di dicembre o gennaio dell’anno successivo.

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