Russia, balzo dei ricavi dalla vendita del petrolio: il grafico della settimana

Luca Fiore

18 Giugno 2022 - 09:00

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L’incremento delle quotazioni ha permesso alla Russia di registrare una crescita a due cifre degli introiti in arrivo dalla vendita di petrolio. A compensare il calo dello shopping europeo ci stanno pensando Cina e India.

Russia, balzo dei ricavi dalla vendita del petrolio: il grafico della settimana

A dispetto di volumi in contrazione, nel mese di maggio la Russia ha incassato circa 20 miliardi di dollari dalle esportazioni di petrolio. A dirlo è l’International energy agency (Iea), l’associazione con sede a Parigi che raggruppa i Paesi consumatori di petrolio.

“In presenza di un incremento del petrolio e dei prodotti collegati, i ricavi della Russia sono stimati in aumento di 1,7 miliardi a circa 20 miliardi”, si legge sul report mensile dell’Agenzia.

Nonostante volumi in calo, la crescita del fatturato, salito dell’11% rispetto ad aprile, è riconducibile all’incremento dei prezzi del petrolio Brent. Il benchmark globale ha visto le quotazioni crescere del 4,5% dell’ultimo mese, del 27,4% in tre mesi e di quasi 60 punti percentuali da inizio anno.

Petrolio Russia: in Europa quasi la metà dell’export

Secondo le statistiche dell’Iea, l’incremento delle quotazioni ha fatto il paio con un export in calo di circa 3 punti percentuali.

Questa contrazione delle esportazioni è dovuta, rileva l’agenzia, ai minori flussi di prodotti petroliferi, mentre il petrolio russo spedito a maggio è cresciuto di quasi 500 mila barili al giorno grazie alle maggiori consegne in Asia.

Il blocco resta la prima destinazione per il greggio in arrivo da Mosca (44%). In seconda posizione troviamo la Cina (26%) ed in terza l’India (11,7%).

A chi è venduto il petrolio russo. Fonte: Bloomberg

Il Regno di mezzo ha portato lo shopping, per la prima volta, in quota 2 milioni di barili mentre la terza posizione del subcontinente è stata guadagnata a scapito della Germania.

I due fattori che hanno frenato la crescita

Le entrate in valuta locale derivanti dalla vendita di prodotti petroliferi sarebbero potute essere maggiori se non fosse stato per due elementi:
i prezzi praticati a Cina ed India, l’aiuto in arrivo dai due Paesi più popolosi del pianeta non è proprio disinteressato, visto che Cina e India acquistano il petrolio made in Russia con uno sconto di circa il 30%.
l’apprezzamento del rublo, il controllo dei capitali imposto dalle autorità russe in un mese ha fatto scendere l’incrocio Usd/Rub di 13 punti percentuali.

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