Di quanto sarà il prossimo aumento delle pensioni? Dimenticate le cifre degli ultimi anni, incrementi di qualche decina di euro.
In attesa di conoscere in maniera più approfondita l’andamento dell’inflazione, possiamo già farci un’idea su quale sarà il prossimo aumento delle pensioni, come pure dei trattamenti assistenziali come pensioni di invalidità civile e Assegno sociale.
A rispondere alla curiosità di coloro che si chiedono di quanto aumenteranno le pensioni il prossimo anno ci ha pensato il Documento di economia e finanza approvato martedì 9 aprile dal Consiglio dei ministri, all’interno del quale viene data una stima provvisoria di quello che sarà il tasso di inflazione accertato nel 2024, il quale verrà appunto utilizzato per la prossima rivalutazione.
Come noto, infatti, ogni inizio anno i trattamenti previdenziali e assistenziali vengono adeguati al costo della vita, così da contenere la svalutazione. A inizio 2024 l’incremento è stato del 5,4%, percentuale che è stata confermata anche dall’Istat (e per questo non ci sarà alcun conguaglio il prossimo gennaio).
Tuttavia, la stagione dei maxi aumenti delle pensioni sembra essere conclusa: con il rallentamento dell’inflazione (il che è una buona notizia ovviamente), i prossimi incrementi torneranno a essere limitati a qualche decina di euro.
Il Documento di economia e finanza
Nel Def approvato dal Consiglio dei ministri all’inizio del mese scorso, il Pil per il 2024 è stato fissato al +1%, in ribasso rispetto alla stima della Nadef (dove era dell’1,2%). Un dato che tuttavia sembra essere comunque troppo ottimistico, come confermano le previsioni di Bankitalia.
Nel quadro tendenziale, invece, il debito quest’anno dovrebbe essere al 137,8%, salvo poi aumentare al 138,9% nel 2025 e al 139,8% nel 2026.
Un Documento di economia e finanza che quindi non lascia presagire nulla di buono per la prossima legge di Bilancio, dove la priorità - confermata dal ministro dell’Economia - sarà comunque rappresentata dalla conferma dello sgravio contributivo in busta paga che da solo vale circa 10 miliardi di euro. Ragion per cui le probabilità che venga approvata nel contempo una riforma delle pensioni sembrano essere alquanto remote, per quanto ci sono fonti governative, come ad esempio il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, che non si arrendono alla possibilità che il 2025 possa essere l’anno dell’estensione di Quota 41 a tutti i lavoratori.
La speranza è che nel frattempo la Bce possa allentare i tassi di interesse, dando maggiore spazio di manovra all’Italia. D’altronde i dati dell’inflazione giustificherebbero una tale decisione, in quanto la percentuale è ormai scesa al di sotto della soglia del 2%.
Per il 2024 - dato di cui tenere conto per la prossima rivalutazione delle pensioni - l’inflazione attesa è dell’1,6%, per poi risalire all’1,9% tanto nel 2025 quanto nel 2026.
Di quanto aumentano le pensioni nel 2025
Secondo le stime del governo, quindi, l’inflazione registrata nel 2024 sarà pari all’1,6%, in forte ribasso rispetto al 5,4% di quest’anno (persino 8,1% l’anno prima). Una buona notizia quindi per le famiglie, per quanto comunque ciò limiti gli aumenti di tutte quelle prestazioni rivalutate annualmente, comprese le pensioni, i trattamenti assistenziali in favore degli invalidi civili e l’Assegno unico.
Laddove la percentuale dell’1,6% venisse confermata, quindi, ne risulterebbe un aumento di appena 16 euro, lordi, per chi prende 1.000 euro di pensione, 24 euro con assegno pari a 1.500 euro.
Con una pensione di 2.000 euro, ne spettano invece 32. Ma attenzione, perché per il momento nel 2025 non è confermata la rivalutazione parziale che il governo ha introdotto per il biennio 2023-2024 allo scopo di contenere i costi dell’operazione. E dal momento che l’inflazione è tornata a un livello accettabile potrebbe non esserci ragione per proseguire in tal senso, anche alla luce della possibilità che la Corta Costituzionale possa esprimersi contro i tagli della rivalutazione.
A tal proposito, tornerebbe in vigore quel sistema per cui:
- fino a 4 volte il trattamento minimo, quindi 2.394,44 euro, la rivalutazione è al 100% del tasso;
- tra le 4 e le 5 volte (2.993,05 euro), invece, la rivalutazione è al 90% del tasso;
- infine, sopra le 5 volte si riduce al 75%.
E a differenza del sistema voluto dal governo Meloni, la percentuale ridotta si applica solamente per la parte che eccede ogni scaglione. Ad esempio, un assegno di 3.000 euro godrebbe comunque di un aumento pari a 47 euro circa.
Se invece dovesse essere confermato il sistema utilizzato per l’ultima rivalutazione, sopra le 4 volte il trattamento minimo gli aumenti saranno più contenuti.
Fascia assegno | Da | A | Indice di perequazione | Tasso d’inflazione stimato | Rivalutazione |
Fino a quattro volte il trattamento minimo | --- | 2.394,44 euro | 100% | 1,6% | 1,6% |
Oltre 4 e fino a 5 volte il trattamento minimo | 2.394,44 euro* | 2.993,05 euro | 85% | 1,6% | 1,36% |
Oltre 5 e fino a 6 volte il trattamento minimo | 2.993,05 euro* | 3.591,66 euro | 53% | 1,6% | 0,848% |
Oltre 6 e fino a 8 volte il trattamento minimo | 3.591,66 euro* | 4.788,88 euro | 47% | 1,6% | 0,752% |
Oltre 8 e fino a 10 volte il trattamento minimo | 4.788,88 euro* | 5.986,10 euro | 37% | 1,6% | 0,592% |
Oltre 10 volte il minimo | 5.986,10 euro* | - | 22% | 1,6% | 0,352% |
* Per le pensioni d’importo superiore alla soglia limite ma comunque inferiore a tale limite incrementato della quota di rivalutazione automatica spettante per la fascia precedente, l’aumento di rivalutazione è attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato.
Ad esempio, con 3.000 euro di pensione l’aumento sarebbe di circa 25 euro, molto meno rispetto a quanto verrebbe garantito con un ritorno alle vecchie regole.
Aumento pensioni minime, di invalidità e Assegno sociale
Possiamo anche vedere in che modo la rivalutazione dell’1,6% inciderebbe sulla pensione minima: oggi pari a 597,22 euro, ma che per effetto della rivalutazione straordinaria finanziata dalla legge di Bilancio 2023 può salire fino a 614,77 euro. Stando alle stime attuali, nel 2025 la quota potrebbe arrivare a 608,18 euro, circa 7.906 euro l’anno.
Resta da capire cosa ne sarà della rivalutazione straordinaria, per il momento non finanziata per il prossimo anno ma che se confermata permetterebbe di raggiungere la soglia dei 625 euro.
Per quanto riguarda le pensioni di invalidità civile, attualmente di 333,33 euro al mese senza alcuna rivalutazione extra, con l’inflazione dell’1,6% ne scatterebbe un aumento fino a 338,66 euro.
Infine l’Assegno sociale, prestazione oggi pari a 534,41 euro che per effetto della rivalutazione potrebbe salire a 542,96 euro.
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